3. La verità

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Atterrò a Tokyo alle quattro e mezza del mattino, con un ritardo di circa mezz'ora, ritirò il suo bagaglio e poi si avventurò alla ricerca di un taxi.

Fortunatamente ne trovò parecchi fuori dall'aeroporto, salì sul primo disponibile e fornì all'autista l'indirizzo dell'hotel dove alloggiava Harry.

Si mise quindi comodo e osservò dal finestrino le strade di Tokyo sfrecciare accanto a lui, già animate da un discreto traffico.

In una ventina di minuti raggiunse l'hotel, una mastodontica costruzione in vetro e acciaio ed entrò nella hall, non sapendo bene che cosa dire a chi avrebbe trovato alla reception.

Alla fine si inventò una scusa alquanto strampalata, una sorpresa che voleva fare al marito in occasione del loro anniversario, ma la ragazza al banco dell'accettazione la bevve tranquillamente e, in barba alla privacy e all'ora assurda in cui si era presentato, gli diede il numero della camera di Harry.

Rifiutò educatamente il fattorino che voleva portargli la valigia, prese l'ascensore e salì al sesto piano, raggiungendo in un silenzio irreale la camera 628.

Bussò un paio di volte e poi la porta si aprì, rivelando un Harry smagrito, smunto e con due profonde occhiaie a denotare la sua stanchezza.

" Louis..." esalò stupefatto " cosa ci fai qui? "

Louis non disse nulla ed entrò direttamente nella stanza, guardandosi subito attorno e verificando con gioia che non c'era nessuno all'interno.

" Louis, che cosa ci fai qui? " chiese di nuovo Harry.

Il ragazzo dagli occhi blu lo fissò intensamente, appoggiò la valigia per terra e sussurrò:

" Tu sei la mia vita, Harry e non c'è nulla al mondo che conti per me quanto te. Ti conosco forse meglio di me stesso e so che c'è qualcosa che non va. Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, dopo Scott, dopo il mio tentativo di suicidio, dopo la clinica, dopo l'aiuto che mi hai dato per ritornare a vivere e per vincere la mia...la mia malattia, io so che hai dei problemi. L'ho capito dalla tua voce al telefono e ne trovo conferma ora, vedendo il tuo viso e leggendo i tuoi occhi "

Harry chinò il volto, annuì, si sedette sul divanetto della camera e fece cenno a Louis di sederglisi accanto, chiedendo:

" Ti ricordi l'ultima volta che sono stato qui in Giappone? "

" Purtroppo sì " rispose Louis a bassa voce " quando sei tornato, ho trovato nella tua valigia le carte del divorzio, quelle che servivano per il tuo libro e ho pensato che tu volessi lasciarmi. Tu sai...sai che cosa ho fatto dopo..."

Harry annuì, gli prese una mano e gli baciò le dita tremanti.

" Mentre mi trovavo qui a Tokyo, in quel periodo, c'era una donna che faceva da segretaria al mio agente letterario di contatto, una giovane donna, molto bella e simpatica. Una sera sono stato a cena con lei e con altra gente, ho bevuto parecchio e...e sai com'ero allora...
Ci sono finito a letto, ma nulla più...solo che....solo che l'ho rivista due settimane fa.
L'ho rivista con in braccio un bimbo di due anni e...e sostiene che sia mio figlio "

Giappone, ciliegi in fioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora