36. Sakura

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Tokyo, due anni dopo

Harry, Louis e Kei osservarono gli occhietti scuri che li fissavano da dietro le gambe di Akemi e sorrisero simultaneamente.

La proprietaria di tali occhietti sporse leggermente la testa e poi la nascose subito, non appena Louis cercò di tenderle una mano.

" Sakura, tesoro..." sussurrò Akemi " fatti vedere dai tuoi nuovi genitori e dal tuo fratellino..."

Sakura sporse nuovamente la testa, ridacchiò furbescamente e poi si fece vedere in tutto il suo splendore di tenera bimbetta di quattro anni.

Aveva un visetto furbo, capelli neri dritti come spaghetti e occhi scuri e lucenti.

Harry e Louis  l'avevano conosciuta sei mesi prima, quando erano tornati a Tokyo per dare un fratellino o una sorellina a Kei e se ne erano perdutamente innamorati.

Sakura li aveva conquistati con il suo sorriso malandrino, unito ad una forte timidezza e Akemi, vedendoli tutti insieme, aveva subito capito che sarebbero stati una famiglia perfetta.

Quel giorno lo sarebbero poi diventati a tutti gli effetti, perché la bimba sarebbe tornata a Londra con loro, iniziando davvero una nuova vita.

" Tutte le carte sono pronte " disse la donna a Harry con un enorme sorriso " e, anche se mi avete detto che due bambini sono sufficienti per voi, spero di vedervi ancora qui, in questo orfanotrofio, un giorno "

Harry la guardò con occhi lucidi, carichi di emozione e mormorò:

" Non si può mai dire, ma, per ora, va bene così. Kei è un bambino adorabile, si è integrato perfettamente a Londra e credo che anche Sakura non avrà alcun tipo di problemi. Penso che non riuscirò mai a ringraziarti abbastanza per avermi parlato quel giorno e avermi fatto capire che non dovevo più avere paura, nè per me, nè per Louis e che Kei era perfetto per noi "

Akemi sorrise dolcemente e il sole le illuminò il viso, dando ai suoi occhi una magica sfumatura blu.

Osservò Louis che rincorreva Kei e Sakura, poi si concentrò nuovamente su Harry e disse:

" Sono felice di avervi aiutato e credo che adottare Sakura sia stato per voi un segno del destino. Il suo nome, in Giapponese, indica il fiore del ciliegio e questo fiore porta fortuna, un po' come quando incontri strane donne che ti vogliono donare mazzi di margherite in cambio di un amore perduto, no? "

Harry sorrise, ma poi corrugò la fronte perplesso, lottando con se stesso per cercare di capire perché le parole di Akemi l'avessero tanto colpito.

Fece per ribattere, ma si accorse che la donna era sparita, molto probabilmente tornata ad occuparsi del suo lavoro.

Scrollò le spalle e si diresse verso suo marito e i suoi figli.

Prima di raggiungerli, però si voltò e vide, accanto al cancello dell'orfanotrofio, una donna di mezza età, con abiti dimessi, ma colorati, che parlava con Akemi.

Reggeva in una mano un cestino di vimini e dentro ad esso c'erano diversi mazzi di margherite bianche.

Harry ebbe un deja-vu, si sentì strano, ma non ebbe il tempo di pensarci perché Kei lo chiamò e lo riscosse dai suoi pensieri.

Akemi e la donna con le margherite si sorrisero e poi svanirono, tornando dal luogo da cui erano venute, insieme agli altri angeli.

Anche questa storia è finita e spero che vi sia piaciuta.
Domani inizierò a pubblicare il primo capitolo di " Colazione sull'erba ".
Si tratta della versione Larry della torbida storia di sesso che legò il pittore Manet con la modella Victorine Meurent. Louis sarà Manet e Harry la modella.
Sarà una storia un po' diversa dal solito, a volte cruda, con personaggi che paiono senza sentimenti, ma che, piano piano, faranno emergere la loro vera natura.
Ho trovato lo spunto di questa storia su Twitter e ringrazio di questo la cara harvloujs che l'ha suggerita.
A domani 💙💚❤️

Giappone, ciliegi in fioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora