30. Lo sapevo...

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Harry e Louis parlarono con il poliziotto per più di un'ora, cercando di ricordare ogni singolo dettaglio delle conversazioni avute con Kei, ma da esse non emerse alcun luogo particolare che poteva aver suscitato l'interesse del bambino.

" Un attimo, però..." intervenne Harry ad un certo punto, facendo zittire gli altri.

" Ti sei ricordato qualcosa? " chiese Louis, con un filo di speranza nella voce.

" Sì, ma non so se è importante " rispose Harry.

" Dillo comunque " lo invitò il poliziotto.

" Kei, un giorno, ci ha chiesto quanto dista Londra da Tokyo " spiegò lo scrittore " e io gli ho detto che si parla di migliaia di chilometri e che solo l'aereo può unire i due paesi. Louis, poi, ha aggiunto che anche lui l'avrebbe preso quando sarebbe partito con noi...."

" Può essere " disse il poliziotto attento " anche se la strada fra l'orfanotrofio e l'aeroporto è lunghissima. Comunque tentar non nuoce, venite con me "

Harry e Louis lo seguirono fuori dall'ufficio e presero posto sulla macchina su cui era salito lui e, mentre partivano, notarono che anche Akemi ed un uomo che non conoscevano erano saliti su un'altra vettura della polizia.

Grazie alle sirene arrivarono all'aeroporto a tutta velocità e, dopo aver parcheggiato con uno stridio di freni, si precipitarono tutti fuori dalle macchine.

Un paio di poliziotti contattarono anche le guardie di sicurezza dello scalo e insieme a loro si sparpagliarono a cercare Kei.

Harry e Louis seguirono il " loro " agente e, una volta all'interno del terminal, si guardarono intorno, notando subito che c'era troppa gente e che trovare Kei, se mai fosse stato lì, si sarebbe rivelato assai difficile.

" Dove può essere? " si domandò il poliziotto, guardandosi febbrilmente in giro.

" Kei sa leggere " disse Louis " magari è andato verso la zona da cui partono i voli per Londra...."

Il poliziotto annuì, guardò rapidamente il cartellone delle partenze e poi si precipitò, con i due ragazzi al seguito, verso i gate da cui decollavano i voli europei.

Raggiunsero in fretta la loro meta e poi si misero a cercare, dividendosi.

Furono raggiunti anche da Akemi e dall'uomo sconosciuto e anche loro si attivarono subito nella ricerca.

Vennero perquisiti i bagni, i bar, i negozi, ma nulla, finché Harry, ormai sul punto di scoppiare a piangere, non notò, con la coda dell'occhio, qualcosa con dei colori famigliari.

Allora si fermò, si voltò e finalmente lo vide.

Era seduto su una panchina, un po' in disparte, con il peluche e l'album delle figurine stretti a sè e si guardava intorno con occhi smarriti.

Harry gli fu subito accanto, lo prese in braccio e il bimbo sussurrò:

" Lo sapevo che non sareste partiti senza di me..."

Giappone, ciliegi in fioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora