21. Un album di figurine

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Nei giorni seguenti Harry e Louis si recarono sempre all'orfanotrofio e impararono a conoscere, sotto la guida di Akemi, ogni bambino lì ospitato.

La donna stava scegliendo quale fosse il più adatto a loro, anche se non poteva non notare che Louis spendeva sempre qualche minuto del suo tempo con il piccolo Kei.

Il bambino era sempre uguale, non parlava e non alzava mai gli occhi da terra, ma la donna sperava che il contatto con l'uomo inglese gli facesse bene.

Conosceva la storia di Harry e Louis, perché, per adottare un bambino, era necessario avere ogni tipo di informazione e si era in qualche modo convinta, dopo un iniziale scetticismo, che, forse, per Kei ci volessero due genitori come loro.

Certo, vedeva in Harry riluttanza e diffidenza, ma il dolore che Louis aveva sperimentato nella sua vita poteva renderlo più vicino a quel povero bambino.

Harry, poi, era stata la principale causa della guarigione del marito, quindi perché non avere una speranza anche per Kei?

Tuttavia non poteva premere su quel tasto e spingerli ad adottarlo, doveva lasciare fare al destino e sperare che la aiutasse.

Dopo circa quindici giorni dal loro arrivo in Giappone, la donna li prese da parte, li condusse nel suo ufficio all'orfanotrofio e disse:

" Ho deciso che per voi sarebbe meglio un bimbo di pochi mesi, quindi, se ve la sentite, io opterei per questa possibilità "

Harry e Louis annuirono e si presero per mano sorridendo.

" La burocrazia, qui da noi " continuò la donna " è piuttosto lunga, soprattutto per le adozioni a persone straniere, specialmente dello stesso sesso. Io, quindi, vi consiglierei di tornare a casa e di tornare fra un paio di mesi, quando vi chiamerò io e tutte le pratiche saranno a posto.
Siete ancora del parere che scelga io il bambino per voi? "

" Sì " rispose Louis " non ce la sentiamo di fare una scelta "

Harry confermò, annuendo e stringendo la mano al marito.

Akemi, quindi si alzò e confermò che fra due mesi avrebbero avuto il loro bambino.

Prima di andarsene, Louis disse:

" Posso salutare Kei, io...io gli ho portato un album di figurine, ma volevo chiedere a lei se potevo darglielo "

Akemi sorrise e disse che era un gesto davvero dolce e gentile.

Louis, allora, raggiunse il bimbo, seduto sul prato nella sua solita posizione e gli mise accanto il dono.

" Ciao, piccolo " sussurrò " torno a casa in Inghilterra, ma non mi dimenticherò mai di te.
Se...se fossi stato un uomo diverso e se non avessi alle spalle tanti problemi, sappi che ti avrei adottato con Harry.
Volevo che tu lo sapessi...io...io ti avrei scelto fra tutti, ma non sarei un buon padre per te.
Sono sicuro, però, che troverai presto due genitori pronti a prendersi cura di te.
Ti ho portato un album di figurine...sono calciatori giapponesi, ma, quando tornerò, ti prometto che ti porterò quello dei giocatori inglesi.
Ti voglio bene, piccoletto  "

Detto questo, Louis si alzò e si avviò verso il marito e Akemi con le lacrime agli occhi.

Non fece che pochi passi, però, perché un urlo terribile squarciò il silenzio dell'orfanotrofio.

Giappone, ciliegi in fioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora