5. Il mistero si infittisce

1.9K 204 17
                                    


Dopo una doccia veloce, i due uomini uscirono dalla stanza e scesero a fare colazione.

" Quando avrai i risultati del test del DNA? " chiese Louis, osservando con sospetto le strane salsine che aveva nel piatto.

" Oggi " rispose Harry a bassa voce " devo ritirarlo nel laboratorio medico qui accanto fra un paio d'ore. Voglio...voglio che tu sappia che te l'avrei detto, io...io volevo solo essere certo che il bambino fosse mio "

Louis sorrise, gli prese una mano e gliela strinse, cercando di trasmettergli tutto il suo affetto.

Harry lo fissò intensamente, poi scosse la testa e sussurrò:

" Sei cambiato così tanto! Ora sei tu ad essere forte e ad appoggiarmi. Sono così orgoglioso di come sei diventato..."

Louis chinò gli occhi per il complimento e commentò:

" Sapessi, però, quante volte ho controllato di aver chiuso il gas e l'acqua in casa prima di uscire e andare all'aeroporto! "

" Beh, ma quello è giusto! " lo rincuorò Harry " Supplisci alla mia totale sbadataggine e al mio inguaribile disordine! "

Louis annuì con un sorriso e si sporse sul tavolo a sfiorargli le labbra.

Nelle due ore successive, in attesa dell'esito dell'esame, i due ragazzi passeggiarono per le strade di Tokyo e Louis ammirò tutto ad occhi spalancati.

La città in sè, così caotica e frenetica, non lo faceva impazzire, ma, quando si diressero verso il laboratorio di analisi, che si trovava un po' più in periferia, vicino all'albergo, potè ammirare lo spettacolo dei tanti ciliegi che stavano per fiorire.

Non riuscì tuttavia a godere appieno della bellezza degli alberi in fiore, perché la tensione per ciò che stava per accadere non riusciva ad allontanarsi da lui.

Mentre Harry entrò nel laboratorio a prendere il test, lui si sedette su una panchina ad aspettarlo e, quando lo vide uscire, non riuscì a decifrare l'espressione del suo volto.

Harry gli si sedette accanto, gli posò la testa sulla spalla e sussurrò:

" Non è mio figlio "

Louis provò una strana sensazione nel petto, da un lato era sollevato per la notizia, ma dall'altro ne era quasi intristito e si diede dello stupido per questo.

" Sai " lo distolse dai suoi pensieri Harry " mi ero quasi abituato all'idea che fosse mio figlio e ora...ora mi trovo svuotato ed è...è una sensazione spiacevole da un certo punto di vista.
Il fatto è che la mia preoccupazione più grande era quella di farti soffrire, ma, dopo che ho capito che tu eri dalla mia parte, io...io mi sentivo pronto ad essere padre, soprattutto perché ci saresti stato tu al mio fianco "

Louis si chinò e gli baciò la testa, lo strinse a sè e mormorò:

" Io ci sarò sempre per te. Adesso dovresti telefonare a quella donna e dirle che non sei il padre di suo figlio. Povero piccolo, spero che suo marito lo accetti comunque, anche se non so che intenzioni lei abbia e se gli abbia detto la verità "

Harry annuì, prese il cellulare e fece partire la chiamata.

Attese alcuni minuti, poi mise via il telefono perplesso.

" Strano " borbottò dubbioso " mi dice che il numero è inesistente, ma è assurdo perché le ho parlato tre o quattro giorni fa "

" Riprova " gli suggerì Louis " magari è la linea "

Harry riprovò sette o otto volte, ma il risultato fu sempre lo stesso, così, alla fine, lasciò perdere.

Decise, così, di scriverle una mail quando sarebbe tornato in hotel.

Giappone, ciliegi in fioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora