worse°

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il giorno dopo si svegliò tardi, verso le dodici. fortunatamente non aveva scuola, perchè il gonfiore di pancia che si era ritrovato ad avere non sarebbe riuscito a nasconderlo nessuna felpa da lui posseduta.

più si guardava allo specchio, più era disgustato da se stesso. non vedeva altro che difetti, difetti e difetti.

era talmente spaventato dal pesarsi e vedere il numero sulla bilancia salire, che non lo fece.

si sarebbe punito per ciò che aveva commesso, eccome se lo avrebbe fatto.

saltò il pranzo, dicendo a sua madre che si sentiva poco bene, per poi passare ore nella sua stanza a fare esercizi. uscì verso le sei, camminando fino al posto più lontano da lui conosciuto, per poi tornare a casa verso le otto.

ogni volta che usciva a correre o camminare per ore, diceva a sua madre che andava in biblioteca a studiare, e lei gli credeva poichè mai avrebbe potuto pensare che suo figlio, il suo jimin, avesse problemi del genere.

e al biondo andava più che bene, dato che non avrebbe permesso mai a nessuno di impicciarsi nei suoi affari e fermarlo.

quando tornò a casa, però, notò un silenzio tombale invadere l'ambiente, per poi notare suo padre seduto a tavola in cucina, con sua madre accanto a lui a tenergli una mano. per qualche motivo, jimin si agitò.

sua madre lo chiamò e lui andò lì, sedendosi di fronte ai due.

-è successo qualcosa?- domandò.

-i tuoi voti, ecco cosa.

il biondo lo guardò confuso.

-mi hanno chiamato da scuola e mi hanno detto che i tuoi voti sono calati molto ultimamente, e che sembra non importartene. cos'è questa storia?- disse, con tono talmente severo che il cuore di jimin battè forte a causa dell'ansia.

-i-io-- non riuscì a dare una risposta, spostando lo sguardo ovunque. non aveva il coraggio di guardare l'uomo di fronte a lui negli occhi, in quel momento.

-allora? non vai quasi ogni giorno in biblioteca a studiare, eh? dammi una motivazione!- sbattè un pugno sul tavolo, facendo sobbalzare il minore.

-n-non...n-non è un problema, posso recuperare.- rispose, provando ad alzare lo sguardo, ma riabbassandolo subito.

-spero per te. sai quanto io e tua madre dobbiamo lavorare per pagarti la scuola? e tu ci ripaghi in questo modo? va in camera tua e studia, ora!- urlò, facendo tremare il corpo di jimin. quest'ultimo corse in camera chiudendosi la porta alle spalle, per poi scivolare a terra e scoppiare in lacrime. trattenne i singhiozzi, non volendo farsi sentire dai suoi al piano di sotto.

ormai era diventata un'abitudine.

portò le ginocchia al petto e le mani tra i capelli. lui stava praticamente morendo, e tutto ciò a cui i suoi genitori pensavano erano i suoi voti?

fanculo i voti, pensò. non avrebbe mai dato a suo padre la soddisfazione di essere obbedito. lo odiava, lo odiava così tanto.

fottuto idiota.




so che questa storia può sembrare noiosa, ma per ora sto solo introducendo lo stato mentale di jimin così che possiate capirlo nei capitoli a venire, bye

fragile ;; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora