guests

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camminò verso casa, pensando ancora a ciò che era successo poche ore prima nei bagni della scuola. non capiva davvero il comportamento di yoongi; qualche settimana prima si divertiva ad umiliarlo in pubblico e fargli scherzi, e ora si comportava in modo così strano da non riuscire nemmeno a descriverlo.

aprì la porta di casa, per poi togliersi le scarpe e salire immediatamente le scale, senza preoccuparsi di annunciare il suo ritorno, poichè non aveva molta voglia di rivolgere la parola ai suoi genitori.

una volta entrato nella sua stanza però, vide sua madre sistemare un letto, accanto al proprio, che non aveva mai notato prima.

-che stai facendo?- domandò quasi perplesso.

-oh, sei tornato!- continuò a sistemare le lenzuola quasi frettolosamente. -papà non te l'ha detto?

certo che no, non ci parlo con quell'uomo, pensò jimin, istintivamente.

-non mi ha detto nulla.- rispose.

-ricordi min yoongi? il tuo amico d'infanzia?- il biondo deglutì. -lui e sua madre verranno a stare qui per un po', stanno facendo riparare il tetto di casa e non sapendo dove andare gli ho offerto ospitalità. sarà divertente avere degli amici d'infanzia come ospiti, non credi?

si voltò verso il figlio, richiamando in vano la sua attenzione. aveva lo sguardo perso, il respiro leggermente accelerato e le mani tremanti. stava cercando di assimilare le parole appena sentite senza avere un attacco di panico.

-jimin?- richiamò di nuovo la madre.

-s-si, si sarà...sarà divertente.- rispose con un groppo in gola.

-bene, allora vado a preparare la cena, arrivano tra qualche ora.- disse la donna, per poi lasciare la stanza e chiudere la porta alle proprie spalle.

jimin andò a chiuderla a chiave, per poi sedersi a terra, appoggiato al muro e lasciarsi andare. cercò di soffocare i singhiozzi, mentre le lacrime gli bagnavano il viso, non sapendo se piangere per il fatto che avrebbe dovuto convivere con yoongi per chissà quanto, per la cena che sarebbe stato costretto a mangiare quella sera o per entrambe.

non sapeva cosa fare, si sentiva in trappola e lo odiava. avrebbe potuto fingersi malato così da saltare la cena ma quasi sicuramente sua madre non gli avrebbe creduto.

non ce la faceva più, non reggeva la pressione, non riusciva a sopportare più nulla, a quel punto voleva solo morire.


--


qualche ora dopo, il campanello di casa suonò. jimin quasi sobbalzò, aveva passato il tempo a piangere e a fissare il vuoto.

erano sicuramente yoongi e sua madre, perciò dovette alzarsi e darsi una sistemata. l'ansia lo stava letteralmente divorando dall'interno e non aveva la più pallida idea di come scacciarla dal proprio corpo.

si pulì il viso dalle lacrime e cercò di sistemarsi i capelli al meglio, quando d'un tratto sua madre lo chiamò per scendere a mangiare.

merda.





hello chingus, ditemi cosa ne pensate di questa storia

fragile ;; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora