una volta tornato a casa, salutò i suoi genitori e andò in camera sua, gettandosi a peso morto sul letto.
taehyung alla fine gli aveva chiamato un taxi, dicendogli di non doversi preoccupare dell'appello poichè la maggior parte dei professori non lo faceva mai, e che tutte le classi se ne erano già andate.
si voltò verso la finestra, rannicchiandosi su se stesso e portando una mano sullo stomaco ancora leggermente dolorante.
si sentiva così in imbarazzo, dannazione. riusciva sempre ad essere un peso per tutti e, questo, lo faceva sentire uno schifo. si detestava.
non voleva più rivedere quel taehyung in vita sua; nonostante egli si fosse mostrato così gentile e disponibile, jimin in fondo sapeva che fingeva, probabilmente anche lui lo odiava e si prendeva gioco di lui alle sue spalle.
non riusciva davvero a fidarsi di nessuno, era sempre stato deriso, perchè mai qualcuno, di punto in bianco, avrebbe iniziato ad essere gentile con lui?
si addormentò in poco tempo, con quei pensieri in testa, a causa della stanchezza.
avrebbe davvero voluto cancellare quella brutta serata dalla sua testa dormendo, ma sapeva che era impossibile.
passarono delle ore, e a notte fonda, cominciò ad agitarsi nel sonno. si rigirò tra le coperte più e più volte, portando entrambi le mani sullo stomaco, che aveva improvvisamente iniziato a fare male.
ma stavolta, non per il pugno ricevuto. era affamato.
stava letteralmente morendo di fame, e il suo corpo aveva deciso di trasformare i soliti brontolii causati da essa in fitte dolorose.
non resistette più, svegliandosi all'improvviso e scattando seduto. in quel momento si sentiva confuso e aveva una gran voglia di piangere.
non sapeva che fare, non riusciva più a resistere, doveva mangiare qualcosa, qualsiasi.
scese dal letto e uscì dalla propria stanza, dirigendosi in cucina il più silenziosamente possibile, non volendo svegliare nessuno. una volta dentro, accese la luce e fu lì, che capì di stare per fare un enorme cazzata.
la sua mente, però, era annebbiata. non gliene importava nulla, continuava a pensare ''mangerò solo qualche piccola cosa, nulla di che'', ma una volta iniziato, non riuscì a smettere.
passava da un cibo ad un altro, dal dolce al salato, dal liquido al solido, continuava a mangiare e mangiare, incontrollabilmente, non riuscendo a saziarsi.
eh dannazione, quanto si sentiva ridicolo e disgustoso in quel momento. quanto si odiava ad ogni morso che dava, ogni cosa che finiva all'interno della sua pancia. quanto deluso si sentiva da se stesso.
dopo decine di minuti, non ce la fece più e smise. il suo stomaco era così pieno che sentiva di stare per esplodere. sistemò il casino che aveva combinato, non volendo lasciare tracce del ripugnante atto appena commesso. e se qualcuno fosse entrato in cucina, beccandolo? avrebbe perso la poca dignità rimastagli, non sarebbe più riuscito a guardare quella persona negli occhi.
dopo aver finito, corse in bagno, chiudendo la porta a chiave e scivolando su di essa, fino a cadere a terra. si portò le mani sui capelli e iniziò a piangere disperatamente, ma senza fare troppo rumore, altrimenti i suoi lo avrebbero sentito.
come quando ti trovi in una stanza affollata e all'improvviso senti la necessità di piangere, così corri via, nascondendoti nella stanza accanto, liberando le lacrime ma senza fare troppo rumore.
si sentiva uno schifo, percepiva il peso di tutto quel cibo all'interno della sua pancia e tutto ciò che voleva fare il quel momento era strapparsi via la pelle dalla disperazione.
così decise di provare una cosa mai fatta prima. si asciugò le lacrime e tirò su col naso, per poi piegarsi in due sulla tazza del water. aprì la bocca, infilando due dita dentro, facendole scendere fino alla gola, in modo da incitare il vomito ad uscire.
gli occhi cominciarono a bruciare, e della saliva scivolò giù per il braccio. dopo pochi secondi, il cibo ingerito poco prima cominciò ad uscire fuori dal suo corpo, andando avanti così per qualche minuto.
voleva vomitare tutto ciò che aveva mangiato, aveva bisogno di liberasi da quel peso. ad un certo punto, però, non riuscì a tiare fuori più nulla, perciò si fermo, con la mandibola indolenzita, la gola che bruciava e le dita sporche.
si lavò le mani e risciacquò viso e bocca, per poi poggiare le mani ai lati del lavandino, iniziando a piangere di nuovo.
cercò di fermarsi, prendendo un respiro profondo e alzando gli occhi pieni di lacrime verso il soffitto. il suo corpo tremava, e non sapeva come farlo smettere.
non aveva nemmeno il coraggio di guardarsi allo specchio, e vedere ciò che aveva combinato. la sua pancia era gonfia, lo sapeva, ma davvero, non aveva il coraggio di guardarla.
hai rovinato tutto, hai rovinato tutto!
continuava a ripetersi.
uscì dal bagno, tornando in camera sua, arrendendosi al fatto che avrebbe smesso di piangere.
si sdraiò nuovamente sul letto, coprendosi con le coperte e stringendosi ad esse, continuando a far uscire le lacrime, finchè non si addromentò.
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fragile ;; yoonmin
Hayran Kurgudove yoongi ha una lingua tagliente e jimin è sensibile. -- -smettila di parlare in questo modo. -che modo? -come se stessi per andartene. -angst. ©0424kg