*%#.* dieci anni prima *_*#%
-jimin!
urlò il moro quando il minore cadde a terra, sporcandosi ginocchia e mani, mentre era intento a fuggire da yoongi e le sue minacce di morte.
non appena il maggiore vide l'amico inciampare e cadere, però, si preoccupò, precipitandosi da lui.
-jimin è tutto okay?- domandò, inginocchiandosi accanto a lui e poggiando una mano sulla sua spalla.
il nominato si voltò, rivelando a yoongi il suo piccolo viso contratto dal dolore, gli occhi pieni di lacrime e il labbro inferiore tra i denti, mentre naso e guance diventavano rosse.
si era sbucciato leggermente le ginocchia, e anche i palmi delle mani.
il moro rimase intenerito da quella vista. d'un tratto il castano scoppiò in lacrime, ma venne subito ammonito dal maggiore. -che ti avevo detto riguardo al piangere! devi fare l'uomo!
jimin si ammutolì immediatamente, trattenendo le lacrime a stento e annuendo.
-o-okay hyung!yoongi sorrise dolcemente, mentre il cielo sopra di loro, già dapprima nuvoloso, si fece ancora più scuro. -dai entriamo dentro, così ti curo le ferite.
il castano annuí, afferrando la mano del maggiore, che lo portò dentro casa park.
i genitori di jimin non c'erano poiché erano usciti per una cena galante, e sua madre nemmeno dato che era a lavoro, entrambe le case erano vuote, perciò erano soli.
andarono in bagno, dove con cotone e disinfettante, yoongi prese a tamponare delicatamente le ginocchia di jimin, che si mordeva le labbra e stringeva gli occhi per non piangere.
sapeva quanto fosse delicato, e che il minimo dolore fosse insopportabile per lui, ma gli aveva sempre detto che doveva comportarsi da uomo e sopportare il dolore.
non perché credesse nello stereotipo d'uomo che doveva essere sempre duro e forte e sopportare qualsiasi cosa e non piangere mai. ma perché voleva che il suo jimin crescesse forte, così da potersi difendere quando non c'era lui nei paraggi a farlo.
si erano conosciuti solo un anno prima, quando yoongi e sua madre si erano trasferiti nella casa accanto quella di jimin e, da allora, passavano la maggior parte del loro tempo insieme, nonostante la piccola differenza d'età.
si erano affezionati l'uno all'altro, e potevano definirsi praticamente inseparabili.
una volta finito di medicare i piccoli tagli, li coprì con dei cerotti decorati da piccole paperelle. -fatto! visto? non è stato poi così difficile, e questa volta non hai pianto.
il maggiore sorrise mentre jimin annuì. -sono stato bravo hyung!
d'un tratto però, un suono forte risuonò nel cielo. il castano spalancò gli occhi, il labbro inferiore cominciò a tremare così come le piccole mani.
oh no, pensò il moro.
d'un tratto jimin si gettò tra le sue braccia, mentre il suo più grande incubo si faceva spazio nei cieli: i fulmini.
yoongi lo afferrò dalle gambe, portandolo in braccio fino in camera sua, per poi aprire l'armadio e infilarsi li dentro.
lo strinse a sé, facendo in modo di coprirgli le orecchie, lasciandogli anche spazio per respirare.
jimin era sempre stato terrorizzato dai fulmini, e nonostante yoongi non ne capisse il motivo non lo aveva mai giudicato o preso in giro per le sue paure, anzi cercava di aiutarlo.
-tranquillo jiminie, ci sono io con te, i fulmini non possono farti nulla.- disse con tono dolce, accarezzando la schiena tremante del minore.
quest'ultimo, dopo un po' di tempo smise di tremare. -grazie yoongi hyung.- quasi sussurrò, sistemandosi meglio sul petto del maggiore.
dopo quasi un'ora, il temporale era cessato, dando posto ad una leggera pioggia, mentre i due si erano ormai addormentati.
qualcuno faccia arrivate presto l'autunno e l'inverno ;—;
comunque uh (///-///) grazie di continuare a leggere questa storia nonostante i tempi d'aggiornamento e l'infinita angoscia in essa—
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fragile ;; yoonmin
Fanfictiondove yoongi ha una lingua tagliente e jimin è sensibile. -- -smettila di parlare in questo modo. -che modo? -come se stessi per andartene. -angst. ©0424kg