hurt°

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jimin aveva provato in tutti i modi ad allontanarsi da taehyung, non volendolo coinvolgere nel fardello che era, ma quest'ultimo non faceva altro che stargli dietro.

lo salutava, si sedeva accanto a lui, gli portava sempre da mangiare (cosa che lo infastidiva dato che il cibo era la causa di tutti i suoi mali), e cercava di aiutarlo in ogni modo.

probabilmente a jimin sarebbe andato a genio un amico del genere, qualche mese prima, ma ora avrebbe solo voluto essere lasciato in pace. apprezzava tutto ciò che faceva, ma il punto è che, taehyung non sapeva nulla di lui, non poteva semplicemente intrufolarsi nella sua vita, non sapendo a cosa andava in contro.

e jimin davvero non voleva che lo vedesse per come era veramente: un fallimento, una delusione, per chiunque gli stesse accanto.

non voleva deludere anche le aspettative di taehyung.

perciò doveva allontanarlo, il prima possibile.

stavano camminando in corridoio, uno accanto all'altro, durante l'ora di pranzo.

-ti va di andare a mangiare insieme?- domandò il castano. jimin sospirò.

-c'è qualcosa che non va?

-c'è...c'è che,- il biondo si bloccò, non riuscendo a trovare le parole adatte.

-voglio essere lasciato in pace, taehyung, okay? non salutarmi, non sederti accanto a me e smettila di portarmi cose da mangiare, perchè non le voglio, d'accordo? dimenticati della mia esistenza.- disse, per poi allontanarsi a passo veloce, lasciando il castano senza parole e ferito.

il biondo, dopo aver voltato l'angolo, si mise a correre, raggiungendo la biblioteca, dove si sarebbe nascosto fino alla fine dell'ora, come faceva sempre. si sedette il più lontano possibile, accanto ad uno degli scaffali, in un angolino, portando le ginocchia al petto e poggiandoci le braccia in cui nascose il viso.

si sentiva uno schifo, più del solito, per come lo aveva appena trattato. voleva solo piangere, detestava ferire le persone e aveva notato lo sguardo di taehyung rattristirsi mentre gli urlava in faccia quelle parole.

sbuffò, standosene in quella posizione e aspettando il suono della campanella.


--


-hyung.

urlò una voce familiare, attirando l'attenzione del moro. si voltò, notando un ragazzo avvicinarsi.

-ti dispiace se mi siedo?- domandò il corvino, riferendosi al posto libero sulla panchina su cui yoongi era seduto.

-no.- rispose il maggiore. il ragazzo si sedette, per poi voltarsi a guardare il moro.

-ti serve qualcosa, jungkook?- chiese yoongi, infastidito dallo sguardo puntato su di lui.

il minore si voltò, guardando un punto indefinito di fronte a sè per poi sospirare.

-ho notato che non infastidisci più quel ragazzino.

-si, e allora?- rispose il moro, picchettando a terra col piede.

-come mai?- continuò jungkook, puntando di nuovo lo sguardo su di lui.

-perchè ti interessa tanto questo argomento?- domandò il maggiore, lanciando un occhiata al corvino, che in risposta scrollò le spalle.

-mi ha semplicemente stancato.- sospirò.

-pensavo foste amici da piccoli.

ci furono attimi di silenzio.

-è una lunga storia,- guardò il ragazzo curioso accanto a sè, -che non mi va di raccontare quindi smettila di chiederlo.

-oh, hyung, andiamo!- insistette il minore.

-ho detto di no. perchè non te ne torni da quel ragazzino che ti piace tanto?- lo stuzzicò yoongi, alzandosi e mettendosi lo zaino in spalla.

-chi? taehyung?- il corvino corrugò le sopracciglia.

-e chi se no?- ghignò il moro, per poi iniziare a incamminarsi.

-c-come fai a sapere che mi piace? hyung? aspetta!- prese lo zaino, per poi iniziare a rincorrere il maggiore.




mi dispiace per voi ma no, ancora non sono morta D:


fragile ;; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora