Capitolo 13

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Tutti gli studenti sono andati via, tranne me, Harry, Zoe e Dean. Harry è ancora sul palco, seduto sul bordo che parla al telefono, e Dean è andato in bagno.

«Cos'ha detto tua mamma?», mi chiede Zoe quando ripongo il telefono in tasca.

Non ha proprio urlato al telefono.. Mi ha rimproverata a voce alta, ma non urlava. È arrabbiata e lo capisco, anche io lo sono, specialmente perché non sono mai stata in detenzione in vita mia. È arrabbiata soprattutto perché dovevamo andare a New York tutti insieme, e io l'ho rovinato.

«Che parte lo stesso», sospiro. «È incazzata nera, e so che lo sarà anche mio padre».

Anche Zoe sospira, avvolgendo un braccio attorno alle mie spalle. «Mi dispiace tanto».

«È tutta colpa sua», mormoro sulla sua spalla.

Lei si allontana un po'. «So che ti ha provocata, Grace, ma tu non avresti dovuto spingerlo. Ti abbiamo avvertita tutti, compresi i professori».

Alzo gli occhi al cielo. «Lo so, Zoe, grazie per avermi ricordato quanto sono stupida», sbotto.

Lei sorride. «Sì, sei stupida. Davvero stupida».

Un piccolo sorriso spunta sulle mie labbra. «E tu sei stupida perché abbracciandomi ti sei sporcata le braccia e la maglietta».

Lei tira l'orlo della maglietta e la guarda. «Pazienza», fa spallucce. «Tanto sono i miei indumenti da lavoro».

«Sei pronta?», chiede Dean a Zoe quando sale sul palco.

«Sì, vado a prendere le mie cose».

Zoe sparisce dietro le quinte e Dean si avvicina a me col broncio.

«Quando parti?», gli chiedo.

«Stasera alle 19:30. Lo sai che resterei qui per tenerti compagnia ed evitare un qualsiasi omicidio» scherza e io rido, «ma devo andare a casa per finire di preparare le cose».

«Non preoccuparti, lo capisco. E non ucciderò nessuno.. A meno che non sia io la vittima e lui il serial killer».

«In questo caso sarò costretto ad ucciderlo io stesso» sorride.

Si avvicina un po' a me e so che sta combattendo la voglia di abbracciarmi.

Alzo gli occhi al cielo. «Lo so, Dean, non è necessario che tu sacrifichi la tua maglia per abbracciarmi».

Lui sorride. «Perspicace».

«Sono pronta» annuncia Zoe quando torna sul palco. «Andiamo?».

«Sì».

«Ah, Zoey, non è che tu e tua mamma potreste passare a prendermi non appena ho finito?», le chiedo. «Sono senza la macchina».

«Certo, ti chiamo io», dice, e mi abbraccia di nuovo.

«Chiamami se Mr Simpatia ti spinge di nuovo», sussurra Dean prima di baciarmi la guancia pulita.

«Buon viaggio», gli auguro, e vedo i miei amici scendere dal palco ed andare via.

Adesso la scuola è deserta, eccetto per alcuni inservienti e Harry, e comincio a sentirmi un po' intimidita. Lui sta comunque ancora parlando al telefono a bassa voce, quindi è tutto tranquillo. Sospiro e comincio a darmi da fare. Sposto la scala e tutti i secchi vuoti e li metto dietro una quinta. Vado nel ripostiglio e prendo un secchio e uno straccio per pulire il pavimento.

Vorrei non aver combinato questo casino. In questo momento dovrei essere a casa a lavarmi e a mettere le ultime cose nel bagaglio a mano, ma eccomi qui a scuola, sporca di colore dalla testa ai piedi, con il ragazzo più odioso dell'intero universo.

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