Capitolo 22

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Chiudo gli occhi e trattengo il respiro.

È un sogno, è solo un sogno. Se stringo forte gli occhi e mi concentro abbastanza, queste scomode braccia attorno a me diventeranno più forti e più accoglienti; questo petto su cui premo la guancia sarà più duro e i battiti del suo cuore saranno più confortanti, facendoli assomigliare ad una melodia; e la voce che continua a ripetere le sue scuse, accompagnate dal mio nome, muterà in un accento inglese, quell'accento che non lascia la mia testa.

Ma questo non succede. Apro gli occhi e mi ritrovo nello stesso punto, davanti casa di Jake Holmes, sotto la pioggia traditrice, tra le braccia di un ragazzo che non conosco più.

«Andiamo in macchina, ti stai bagnando tutta», sussurra Zayn.

Prendo un respiro profondo non appena sono libera dalla sua gabbia. Zayn si toglie la giacca e me la offre, ma mi scanso e cammino verso la mia auto, distante da lui. Lo so che la mia reazione gli ha fatto male, ma onestamente, questo è niente in confronto a quello che ha fatto lui a me.

Dannazione, continuo a pensare che è stato lui a ferirmi quando io ho fatto la stessa cosa, solo in una circostanza diversa.

Una volta in macchina, comincio a chiedermi cosa ci diremo. Non voglio litigare, ma non voglio nemmeno passarci sopra come se non fosse successo niente.

«Devi dirmi ogni cosa», dico, la voce tremante.

«Lo so», sospira e passa una mano fra i capelli bagnati.

È così bello che mi fa male.

«Cosa vuoi sapere?».

Preferisco tagliare le corna al toro adesso. «Hai picchiato tu Harry a scuola?».

So cosa mi ha detto Harry ad Aspen, ma voglio sapere se la verità è un'altra.

«Cosa? Te l'ha detto lui?», mi chiede e aggrotta le sopracciglia.

«Ti ho fatto una domanda», sibilo.

«Hai ragione, scusa.. No, non sono stato io», scuote la testa.

Decido di continuare a sfidarlo. «E allora chi?».

Sospira e guarda fuori dal parabrezza. «Louis. Grace, non dovrei raccontarti queste cose, se uno dei due viene a saperlo sono fottuto». Torna a guardarmi. «So che c'entra Alison e la famiglia di Harry, ma Louis non ha voluto dirmi di più. Io ero già in viaggio verso Stanford quando è successo e sei stata tu la prima a dirmelo».

C'è qualcosa che continua a punzecchiarmi, dicendomi di non credergli, ma ha senso. Quella sera lui mi inviò un messaggio dove diceva che stava tornando al college e ricordo di avergli raccontato io della lite, lui non lo sapeva ancora. Gli credo.

Prende un respiro e continua. «Ho sbagliato ad insultare Dean l'altro giorno. Non sono omofobo, ero solo incazzato e ho detto delle cose senza pensare, e mi dispiace anche per quella sera, la sera in cui mi hai.. Mi hai lasciato..».

La sua voce si affievolisce alla fine e io commetto l'errore di guardarlo. Mi fissa con i suoi occhi scuri e quasi piango.

«Non è stata solo la gelosia a farmi incazzare, era la presenza di Harry lì. Non devo dirti cosa fare, lo so, non sono tuo padre e sono stato uno stronzo quella sera, ma Harry.. Non voglio che ti si avvicini, Grace, è nocivo e ferisce le persone, e io l'ho capito solo adesso, nonostante lo conosca da anni. Guarda, ha provato a farti allontanare da me! Non ho idea del perché Niall e Liam sopportino ancora le sue merdate, ma io e Louis ci siamo stancati. Se ti ha detto o fatto qualcosa per allontanarti da me, non esiterò a tornare in casa e spaccargli la faccia per come si deve», minaccia.

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