Non credo di averlo detto prima, anche se ho messo il rating. In ogni modo, questa fanfiction contiene uso di parole forti e scene sessuali dettagliate. Se non volete leggere andate avanti, a vostro rischio e pericolo.
Ecco il capitolo :)New York a gennaio è esattamente come la descrivono i film o le cartoline: fredda, affollata e bianca. Se Michael fosse qui mi chiederebbe, scongiurerebbe, a dir la verità, di uscire fuori e giocare con la neve, andare al Central Park o al negozio degli M&Ms, solo perché lui ama quel posto. Ma questa volta sono sola, lontana da Manhattan, nell'altra isola. Ho avvertito solo nonna, che mi ha accolta a casa sua a Long Island senza discutere, ma papà ne è al corrente e sta venendo qui. Non per me, beh, anche, ma è stato chiamato da dei nuovi clienti e non se ne fa scappare mai uno. A mamma però non ho detto niente.
Avevo bisogno di scappare da Los Angeles, anche solo per un giorno, e quando il tuo migliore amico non risponde alle tue chiamate perché gli hai nascosto una cosa grande quanto la casa di Gisele Bündchen e non hai scuse, e l'intera scuola pensa che sei una facile, entri nel panico e scappi dalla città. Oh, dimenticavo la mia sospensione da scuola.
«Ha colpito una studentessa e un insegnante», mi ha detto il preside Wheeler.
«È stato un incidente, non so che mi è preso», ho pianto, e giuro che questa volta le lacrime sono state vere. Ho guardato alla mia sinistra, dove Mr Sullivan stava appoggiato alla finestra, un fazzoletto a premere sulla sua ferita.
«Mi dispiace, signorina Thomas, ma la legge è uguale per tutti. Lei e la signorina Dennis verrete sospese per un tempo massimo di cinque giorni, a partire da adesso», ha concluso.
«È fortunata ad avere ancora la parte nel musical», ha borbottato Sullivan.
Ho asciugato le lacrime, sapendo che non c'era più nulla da fare, e mi sono alzata dalla sedia. «Mi dispiace», ho sussurrato al professore.
Lui è rimasto in silenzio a guardarmi, mentre Wheeler mi assicurava che avrebbe chiamato i miei genitori per avvertirli dell'esito. Sono uscita senza un'altra parola, ignorando la signorina Rivers e Zoe sulle scale.
Ho preso il primo volo per New York ieri stesso, e sono stata fortunata, perché mamma e papà erano ancora bloccati a San Diego insieme a Michael. Beh, fortunata non saprei, li ho sicuramente spaventati, ma avevo mandato loro un messaggio prima di salire sull'aereo, dicendo che volevo stare sola per un po', e non c'è posto migliore per me di New York. L'ho già fatto altre volte, "scappare", quindi credo che mamma ci abbia fatto ormai l'abitudine, forse è per questo che non ha chiamato nemmeno una volta.
Oggi è stato trascorso così: mi sono svegliata presto, sono andata a Manhattan e ho fatto una colazione abbondante da Starbucks, ovviamente, solo per accontentare la nonna che dice che ieri sera non ho messo niente nello stomaco. Sfido chiunque a mangiare quando sei appena stata sospesa da scuola, hai una reputazione rovinata e hai attraversato il paese, il tutto in poche ore. Ho provato a fare shopping terapeutico, il che ha aiutato, ma non molto, e ho chiamato circa trenta volte Dean, non ricevendo mai risposta. Ho rifiutato ogni altra telefonata, tranne una, quella di Zoe. Non voglio sentire nessuno, nemmeno Zayn. Mi ha chiamato prima che salissi sull'aereo, era ancora il suo compleanno, ma non ho voluto rispondere.
Sono anche passata dalla Juilliard, solo per guardare la scuola che sogno da tutta una vita. E che forse non avrò mai.
Ora che è sera mi è impossibile non mangiare: papà è arrivato e mi ha rivolto uno sguardo torvo non appena la nonna gli ha riferito che ho rifiutato quasi ogni cosa da quando sono arrivata. Mi ha rimproverata, come ogni genitore fa quando una figlia viene sospesa e scappa di casa, ma è rimasto ad ascoltarmi quando ho pianto fra le sue braccia, dicendogli le mie paure. Non gli ho raccontato di Harry, o di Zayn. Gli ho solo detto che era solo una questione di tempo prima che io e Alison ci affrontassimo. Non sono andata oltre con l'accaduto e fortunatamente, lui non ha insistito. Ho solo paura che Dean non mi parlerà più e che la Juilliard scarti la mia richiesta.
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A Perfect Liar
Fanfiction«"Tutto il mondo è un palcoscenico", diceva Shakespeare. Io sono una brava attrice, ma tu sei un perfetto bugiardo, è diverso».