Capitolo 19

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Stringo le gambe attorno al suo torso quando mi spinge contro la porta per chiuderla. Harry sposta le labbra sulla mia mascella e poi sul collo, e penso di aver perso il controllo delle mie mani, e della testa. Infilo le dita nei suoi ricci e tiro, guadagnando un gemito che mi fa stringere la presa ancor di più. Provo ad aprire un occhio per avere la conferma che siamo in camera sua. Le sue mani sono ancora ben salde sotto le mie cosce, mentre la mia schiena è contro il legno della porta e la sua bocca continua a lasciare segni sul mio collo.

«Niente succhiotti», ansimo e Harry ci allontana dalla porta.

Lo sento ridacchiare contro il mio collo e la sua bocca torna sulla mia nel momento in cui si siede sul letto. Dopo aver posizionato le gambe ai lati dei suoi fianchi, mi muovo piano sulle sue cosce e lo sento gemere. Una mano afferra i miei capelli, mentre l'altra si ferma sul sedere, stringendo piano. La cosa che mi stupisce è che non mi dà fastidio, mi piace. Poggio le mani sulle sue spalle e lo spingo giù sul materasso. Sono sorpresa dalle mie azioni istintive, non sono mai stata così.. Selvaggia? Non so come definirmi, ma di certo so che non ho baciato mai nessuno in questo modo. Mi sento così bene, soprattutto perché ho io il comando.

Harry ride ancora una volta sulle mie labbra e alza la maglietta del mio pigiama. La manica si impiglia nel mio nuovo braccialetto, ma con un solo strattone, lui riesce a togliermela e a gettarla sul pavimento dietro di noi. Resto con il top e un campanello d'allarme suona nella mia testa quando Harry prova a togliermi anche questo. Prendo le sue mani, portandole ai lati della sua testa. Mi piace questa sensazione e il momento che si è creato, ma non voglio andare oltre. Lui non ci sta, e in un secondo il mio corpo è sotto il suo. La sua lingua incontra ancora una volta la mia e le mie dita tornano a tirargli i capelli.

«Carino il pigiama», mi prende in giro mentre fa strisciare una mano dal mio ginocchio fino al fianco.

«Zitto», farfuglio e lui ride.

Si alza solo per tirarsi la maglietta e gettarla sul pavimento alle sue spalle. Guardo i muscoli del suo petto che si allargano quando toglie il tessuto, e mi ritrovo a voler graffiare la sua pelle liscia e tatuata. Penso che mi farà uscire pazza, specialmente per il modo in cui mi sta guardando. Poggio una mano sul suo petto duro e una dietro il collo, per poi attirare le sue labbra alle mie. Sto andando a fuoco e la cosa mi sta bene. Ho sempre amato il caldo.

«Avevamo detto.. Amici», dico a stento.

Torna a baciarmi il collo. Tiene il peso del corpo su un braccio, mentre l'altra mano mi stringe un fianco. Il suo bacino preme contro di me, gemo e spalanco gli occhi quando sento la sua erezione crescente alla base della mia pancia. Penso che esploderò.

«Non possiamo.. Essere solo amici, non riesci a.. A starmi lontano, Grace», dice con voce roca e per quanto io voglia sentirlo gemere ancora, le mie mani allentano la presa ai suoi capelli.

«Come?», chiedo. Non si ferma, così metto le mani sulla sua mascella e lo allontano da me. Le sue labbra sono meravigliosamente rosa e gonfie, ma i suoi occhi sono confusi e accigliati.

«Che c'è?».

Inarco le sopracciglia. «Io non riesco a starti lontano? Sei tu che mi hai baciata per primo stavolta».

Le sue labbra sono premute in una linea adesso, continua a respirare pesantemente quando toglie il suo corpo dal il mio. Il fuoco che avevo dentro si sta lentamente dissolvendo.

«Che c'è, Harry? Ho detto qualcosa che ti ha infastidito? Tipo la verità?», lo sfido. Mi alzo sui gomiti e passo una mano fra i capelli disordinati. «Avevo acconsentito alla cosa degli "amici", avevi detto che era per il mio bene, ma mi hai baciata tu e mi hai portata in camera tua». Sto ancora cercando di riprendere fiato, ma le parole escono veloci da sole dalla mia bocca.

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