Mi prendo un attimo per pensare e mi siedo sul letto. Ogni volta che finiamo di litigare mi chiedo chi dei due abbia torto, e stavolta non sono io. Cosa pretende? Che mi concedi a lui quando non voglio? Ne abbiamo parlato tante volte e lui mi ha sempre detto che avrebbe aspettato finché non fossi stata pronta. A quanto pare non è così.
Non posso crederci. In pratica mi ha ricattata dicendomi che non mi aspetterà. Se mi ama deve aspettarmi, è questo che fanno i ragazzi innamorati. Mi ha anche chiamata 'bambina'. Se sono una bambina, allora perché sta con me? Non sono una bambina.
Sbuffo frustrata e mi alzo dal letto, pronta ad uscire da questa dannata stanza. Avrà anche sbagliato, ma io cerco sempre di chiarire con lui, il modo migliore è il dialogo. Devo cercarlo, devo parlargli. Quando apro la porta, quasi me ne pento. Harry è appena uscito dalla stanza di fronte e per poco non mi viene addosso.
«Guarda dove metti i piedi, Thomas!», esclama.
Mi allontano e trattengo dentro tutto quello che vorrei dirgli, sono già nervosa, non voglio che mi alteri l'umore. Si gira e se ne va senza un'altra parola. Anche lui sembra agitato, ma non m'interessa.
«Stronzo», sussurro una volta sparito.
Quando arrivo in soggiorno, Zoe non è più nel cerchio di quelli che giocano con la bottiglia. La cerco per la stanza, in cucina e anche nel bagno, ma non la vedo. Il grande orologio sulla tv indica le 23:25, quindi penso sia già tornata a casa. Non vedo nemmeno Liam, Sarah e Niall, e di Zayn nemmeno l'ombra. Provo a chiamarlo al cellulare, ma non risponde.
Esco fuori e trovo Louis che parla con un paio di ragazzi. È bagnato dalla testa ai piedi.
«Che ti è successo?», gli chiedo.
Lui fa spallucce e ride. «Mi hanno buttato in piscina».
Gli sorrido. «Vedo che ti stai divertendo».
«Altroché! Tu no?».
«Oh, sì», mento, evitando il suo sguardo. «Hai visto Zayn?». Lui scuote la testa. «Zoe? Sarah e Liam? Niall?».
Ad ogni nome che pronuncio, Lou scuote la testa.
«Grandioso» commento sarcasticamente.
«Che c'è che non va?».
«Io e Zayn abbiamo litigato», ammetto, guardando in basso.
«Spero niente di irrimediabile».
«No, affatto, devo solo parlargli».
Lui sospira. «Hai provato a cercarlo al cellulare?».
«Sì, non risponde».
«Puoi provare in camera mia, oppure in macchina».
«Grazie», gli sorrido e mi giro per andare via. I ragazzi con cui parlava prima lo prendono in braccio e lo buttano di nuovo in piscina. Almeno qualcuno si sta divertendo.
Quando torno in soggiorno, sospiro sollevata quando scorgo i capelli ricci di Sarah.
«Ehi!», esclamo.
Lei si gira e mi sorride. «Grace!».
«Finalmente, dov'eri finita?», le chiedo mentre Liam ci raggiunge.
«Eravamo di sopra, che succede?».
«Hai visto Zoe?».
Lei guarda in giro e scuote la testa. «No».
«Credo sia andata via, l'ho vista uscire dalla porta principale, sicuramente è venuto mio zio a prenderla», dice Liam.
«Sì, è probabile», sospiro.
STAI LEGGENDO
A Perfect Liar
Fanfiction«"Tutto il mondo è un palcoscenico", diceva Shakespeare. Io sono una brava attrice, ma tu sei un perfetto bugiardo, è diverso».