«La cintura», mi ricorda Harry.
«Lo so». Alzo gli occhi al cielo e vedo Harry fare lo stesso con la coda dell'occhio.
Cominciamo bene.
«Devo lasciarti a casa tua o da Zoe?», chiede e la macchina parte.
«A casa mia, per favore. Ricordi dov'è?».
Annuisce e in auto cala il silenzio. Harry sembra concentrato solo sulla strada, ma riesco a sentire i suoi occhi su di me ogni volta che guardo fuori dal finestrino. Infilo le mani fra le cosce e comincio a mordicchiarmi il labbro inferiore. Sono una abbastanza chiacchierona, parlo con qualsiasi persona, e quando c'è silenzio dopo una conversazione non mi sento in imbarazzo, ma questa volta lo sono. Vorrei parlare, dire qualcosa, ma ho paura che lui si irriti e mi urli contro, riprendendo ciò che abbiamo chiuso in auditorium.
Vedo che anche lui sembra a disagio, così porta la mano sullo stereo e lo accende. I Want to Break Free dei Queen riempie il silenzio in auto e io inizio a canticchiare in silenzio, mimando solo le parole. Lui se ne accorge e mi lancia un'occhiata.
«La conosci?».
«Ovvio. Chi non conosce i Queen?», dico io.
Alza le sopracciglia e sorride appena. «Non pensavo ti piacessero. Ti vedevo più una a cui piacciono le boyband di bambinetti, o Justin Bieber».
Mordo un labbro per trattenere il mio sorriso. «Non è così. Mi piacciono le leggende. Queen, Michael Jackson..».
Sembra sorpreso, il suo sorrisetto lo prova. «Beatles?», chiede, guardandomi per un attimo.
«Mh.. Qualche canzone».
«Ma dai! I Beatles hanno scritto la storia della musica».
«Anche Michael Jackson», ribatto.
«Non andrò contro, anche io adoro Michael».
«Che mi dici dei Coldplay?».
«Fantastici. Aerosmith?».
«Conosco sì e no due canzoni», ridacchio.
Lui mi guarda scioccato e io rido più forte. «Provo ad indovinare.. Don't Wanna Miss a Thing?».
«Esatto. Amo Armageddon, la colonna sonora ancora di più».
«Ovviamente», ride.
«Ehi, è uno dei film più belli che Michael Bay abbia mai fatto», difendo uno dei miei film preferiti.
«No, è carino. È fissato con le catastrofi, ma è okay».
Comincio a ridere e lui mi guarda, mostrandomi un sorriso, ma quando ricambio, lui torna serio e guarda di nuovo la strada.
«Che c'è?», domando confusa.
Lui scuote la testa. «Niente». La sua mano si allunga ancora una volta e alza il volume dello stereo. Vuol dire che non vuole più parlare? Oh..
Sprofondo sul sedile e giro la testa per guardare fuori dal finestrino. Ci stiamo avvicinando a casa, ma l'aria in auto è diventata pesante. Perché odio tanto questa cosa? Questo silenzio e questo imbarazzo? Non dovrebbe essere così.
«Ti vibra il telefono», mi fa notare Harry ad un tratto, e abbassa il volume della musica.
Non me n'ero nemmeno accorta. Prendo il telefono dalla borsa, vedo il nome di mia mamma sullo schermo e rispondo.
«Pronto?», dico.
«Grace, stiamo per imbarcarci. Ti chiamo appena arrivo», mi assicura.
«D'accordo, io sto tornando a casa».
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A Perfect Liar
Fanfiction«"Tutto il mondo è un palcoscenico", diceva Shakespeare. Io sono una brava attrice, ma tu sei un perfetto bugiardo, è diverso».