Capitolo 20

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I giorni immediatamente successivi al Natale e capodanno non sono poi così diversi da quelli precedenti: sono tornata alla solita routine, badare a Michael, andare a scuola, fare i compiti, impegnarmi con il musical e passare il tempo con i miei amici. Ho avuto un test di inglese questa settimana e ho preso A-. Speravo in una A piena o meglio ancora, A+, ma sono comunque contenta, magari Sullivan mi ha perdonata per la faccenda della detenzione. Ho comprato la metà dei secchi di colore che ho fatto cadere quel venerdì, è la parte che mi spetta, l'altra deve comprarla Harry.

L'ho ignorato per tutta la settimana, e sto lentamente tornando alla realtà. Fortunatamente nemmeno lui mi ha degnata di uno sguardo, e ne sono contenta. Cioè, dovrei esserne contenta. Quello che c'è stato ad Aspen resterà lì, ora sono a Santa Monica, è venerdì, fra qualche settimana dovrebbero arrivare le lettere dalle università e questa è la realtà. Solo perché ci siamo baciati e abbiamo dormito insieme e mi ha tenuto la mano non vuol dire che stava per nascere qualcosa. Harry ha reso ben chiaro quello che pensa, si è solo divertito con me, e io sono stata troppo ingenua da credere che stesse.. Non so, affezionandosi a me?

Ho deciso che non penserò più ai ragazzi fino alla fine della scuola, gli unici uomini con cui ho intenzione di passare il mio tempo sono papà, Dean, Liam e Mike. Liam non mi ha mai chiesto nulla su me e Mr Bipolare, probabilmente ha dimenticato tutto. A Dean non ho voluto raccontare niente, so come reagirebbe. Niall mi ha rivolto sì e no due parole, pranza sempre dall'altro lato dell'aula mensa, con Harry, ovviamente. Ho bloccato il numero di Zayn la prima sera ad Aspen, e lui non ha provato a contattarmi in nessun altro modo. So che è rimasto a Santa Monica fino alla sera dopo in cui il nostro aereo è atterrato, e non ha provato a venire nemmeno a casa mia.

Va bene così, sto bene.

Zoe è stata la perfetta amica. Non mi ha giudicata quando le ho raccontato di aver dormito con Harry, ed è stata tanto gentile da non dirmi "te l'avevo detto" per la faccenda dell'aeroporto.

Mamma e papà sono di nuovo in viaggio e Michael ha dormito con me ogni notte, come sempre. Domenica è il compleanno di nonna, ho declinato ogni invito alla festa di sabato a casa di Jake Holmes. Non sono in vena, non voglio "stare con la gente".

«Grace?», mi chiama Liam, scuotendomi il braccio sul tavolo e facendo sparire i miei pensieri.

«Sì?».

«Allora, tu ci sei stasera?» chiede Sarah e prende un boccone della sua pasta ripiena.

«Dove?», domando.

«Eri in tutt'altro mondo», ridacchia Dean. «Stasera c'è la partita di Liam, noi andiamo. Vieni, giusto?».

«Oh». Porto lo sguardo sulla mia insalata. Non l'ho quasi toccata e in realtà non mi piace nemmeno tanto. «Non so.. Devo fare la lavatrice e Michael voleva andare al cinema stasera», mento.

Non è che non voglio andare alla partita, ci vado quasi sempre, ma non mi va di stare con persone indesiderate. I miei occhi vagano nell'aula mensa, domandandomi se lui mi sta guardando. Non lo fa, solo Niall mi guarda e mi rivolge un sorriso prima di agitare la mano a mo' di saluto. Ricambio e riporto lo sguardo sul tavolo, temendo che Harry possa accorgersi di me.

Guardo Liam che mi sta mettendo il broncio. «Giochiamo contro gli Sharks, è una partita importante», mi dice e io sorrido.

«Non lo so..».

«Lui non ci sarà», mi sussurra Zoe, girando la testa in modo che possa sentirla e vederla solo io.

«Forse potrei venire», dico infine, cambiando idea. Zoe ridacchia a fianco a me e le do un piccolo calcio da sotto il tavolo.

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