Capitolo 30

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Dean e Charlie sono andati via poco dopo le undici quella sera. Ho chiesto scusa al mio amico con tutta la sincerità che possedevo e gli ho spiegato perché non gli avessi detto nulla, e anche se non era d'accordo, ha capito e mi ha perdonata.

Il resto del mio "tempo libero" viene trascorso con i miei due amici e la mia famiglia, e ovviamente tra libri. So che tornare a scuola sarà un inferno ma almeno sarò preparata per le lezioni e in questi giorni l'ho usata come scusa. Sento Zayn tutto il tempo e secondo dopo secondo il mio rimorso cresce e si fa sempre più soffocante. Non posso dirglielo. Dovrei ma non posso, non ce la faccio.

Congratulazioni Grace, vuoi sincerità dal tuo ragazzo e tu sei la prima bugiarda.

Devo smetterla di parlare da sola.

Quando la sveglia suona, i miei occhi sono già aperti. È difficile dormire quando sai che ti stai avviando verso un covo di lupi e vipere. Spero di riuscire ad evitare tutti. No, spero che loro evitino me.

Entro nel guardaroba e vado verso il cassetto delle felpe. Poco più in alto, sulla mensola, c'è quella col cappuccio di Harry. La prendo e mi trattengo dal sentire il suo odore mentre la poso sul letto. Gli avevo detto che gliel'avrei riportata a scuola.

Una volta vestita, scendo in cucina per prendere due sorsi di succo e qualche morso ai pancake che sta preparando mamma.

«Pronta?», chiede lei.

«Sì», mento. Le stampo un bacio sulla guancia e prendo un altro pancake mentre mi dirigo alla porta.

«Dove vai? Devi mangiare», mi dice.

«Mi basta questo», rispondo con la bocca piena.

La sento sospirare dall'altra stanza. «Buona fortuna». Metto in bocca il pancake per evitare di parlare.

Grazie, ne avrò bisogno.

Quando arrivo al parcheggio della scuola comincio a sentire l'ansia mangiarmi la pelle. Tengo le mani sul volante e mi guardo attorno. Qualcuno guarda nella mia direzione per qualche secondo, qualcun altro passa davanti senza prestare la minima attenzione. Forse non andrà così male dopotutto.

«Sai, ho deciso di prendere finalmente questa dannata patente», annuncia Zoe dal sedile del passeggero.

Sorrido. «Cosa ti ha convinta?».

«Beh, ho costretto mio cugino a darmi un passaggio per tutta la settimana mentre non c'eri. Ha rinunciato ai suoi venti minuti bonus di sonno e si è "sacrificato per la famiglia"», dice, imitandolo. «E Dean non mi parlava, non avevo altra scelta».

Abbasso lo sguardo dopo questa frase. Dean ha evitato anche Zoe perché era venuto a sapere che lei era a conoscenza della mia situazione. Si è sentito tradito e non aveva tutti i torti. Ora però anche loro hanno chiarito.

«Sono stanca di chiedere passaggi alla gente, prenderò la macchina di mamma e basta».

So che sta facendo tutto questo per distrarmi e non potrei essergliene più grata.

«Okay», sospiro quando sento la campana. «Andiamo».

Scendiamo dall'auto e percorriamo tutto il parcheggio in silenzio. Vedo già le persone puntarmi gli occhi addosso anche se tengo la testa bassa e sento i mormorii dei curiosi. Arriviamo agli armadietti, sempre in silenzio. Spesso se mi concentro su qualcosa di diverso riesco a distrarmi, così comincio a cantare "I will survive" in testa. Lo faccio fino all'aula di matematica. Martin zittisce il chiacchiericcio una volta entrato e comincia subito la lezione, senza dire una parola sul mio ritorno. Anche per questo sono grata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 28, 2018 ⏰

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