«Credo che dovremmo entrare», suggerisce Harry.
«Perché?», chiedo a malapena. I denti hanno cominciato a battere anche questa volta. Ho paura che si sia pentito di quest'altro bacio.
Poggia gentilmente le mani sulla mia mascella e sorride. «Non voglio che prendi l'influenza».
Sospiro di sollievo. Le sue mani calde sulla mia pelle congelata però mi portano altri brividi. Le mie sono ancora agganciate al colletto del suo maglione. Guardo in alto, dietro di lui sul grande orologio. È mezzanotte e dodici minuti. Siamo stati sotto la neve a baciarci per un tempo lunghissimo, e nonostante la gola mi pizzichi un po', ho provato delle bellissime sensazioni. Cosa succede se torniamo dentro?
«Non voglio entrare», farfuglio.
«Beh, possiamo restare, ma non voglio che ti ammali, stai già morendo di freddo». Spiega e si avvicina di più.
Vorrei che mi baciasse ancora, i suoi occhi sono così intensi che potrei perdermici dentro, le sue mani sono morbide e la sua voce così dolce e calma. Se non facesse così freddo, resterei qui tutta la sera, lasciando le sue mani a riscaldarmi e i suoi occhi, i suoi bellissimi occhi verdi, fissi nei miei. Non voglio allontanarmi, ho paura di quello che succederà dopo. Magari non mi toccherà più o peggio, non mi guarderà nemmeno più.
«C'è Zoe», dice e chiudo gli occhi.
Volevo restare qui fuori con lui per tutta la sera, se fosse stato possibile, ma adesso mi sono ricordata che non posso. Zoe è dentro, ed è arrabbiata con me. Non è così che voglio cominciare l'anno.
«Hai ragione», concordo e faccio qualche passo indietro. Mi accorgo del cambiamento nei suoi occhi. Prima trasmettevano sicurezza e tranquillità, ora che le sue mani non sono più su di me, sembrano allarmati. Afferro l'orlo della sua manica e gli sorrido. «Torniamo dentro».
Non sembra rilassarsi, però. Aggrotta la fronte e alza leggermente l'angolo della bocca, seguendomi all'interno del locale. La musica è così forte che quasi mi perfora i timpani. Sono tutti in pista, le stelle filanti e i coriandoli ricoprono il pavimento di vetro, anche le persone ne sono ricoperte. Quando torniamo ai nostri divanetti, ci sono solo Liam e Sarah.
«Finalmente! Ti sei persa il countdown e lo champagne su Niall», mi sorride lei, una mano su una tempia e l'altra che stringe quella di Liam. «Buon anno!».
Liam lancia un'occhiata veloce a Harry, poi mi rivolge un sorriso.
«Buon anno», sorrido ad entrambi. «Dev'essere stato divertente. Ero fuori a parlare con mia mamma», mento.
«Non è notte da loro?», domanda confusa.
«Già, ma era sveglia per me», le sorrido e lei ricambia.
Seguo Harry con lo sguardo quando si siede su un divanetto, distante da Liam e Sarah.
«Uhm.. Dov'è Zoe?», chiedo a suo cugino.
Lui fa spallucce. «Credo sia giù in pista, o in bagno».
«Le ho chiesto di andarmi a prendere un bicchiere d'acqua. Devo prendere un'aspirina per il mal di testa», spiega Sarah e starnutisce un attimo dopo.
Vado a sedermi accanto a lei mentre aspetto che Zoe torni. «Salute. Stai male?».
S'imbroncia. «Un po'. Ho paura che stia per arrivare l'influenza, ugh».
«Magari possiamo tornare a casa adesso», propongo.
«Nah, è appena passata la mezzanotte. Possiamo restare», rivolge un sorriso a me e Liam. Ricambio e porto lo sguardo su Harry, che sembra distratto dal suo cellulare. La luminosità dello schermo riflette su di lui, rendendo chiare le sue sopracciglia aggrottate. Non so cosa stia leggendo o guardando, vorrei saperlo però. Alza lo sguardo su di me e io distolgo immediatamente il mio.
STAI LEGGENDO
A Perfect Liar
Fanfiction«"Tutto il mondo è un palcoscenico", diceva Shakespeare. Io sono una brava attrice, ma tu sei un perfetto bugiardo, è diverso».