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Los Angeles quella mattina sembrava più calda del solito, le strade erano talmente affollate che quasi non si riuscivano a vedere i negozi disposti ai lati del marciapiede. Come ogni anno, l'estate si stava portando dietro una scia di turisti che avrebbe provocato ingorghi per i prossimi tre mesi, il che mi infastidiva particolarmente. Avrebbero intaccato la mia quotidianità e i miei weekend di shopping sfrenato.

Sbuffai più volte, aggiustandomi rapidamente il vestitino di Gucci sulle ginocchia, quel caldo torrido, oltre a farmi sciogliere il trucco, stava anche cominciando a farmi sudare in posti davvero imbarazzanti. Così dopo aver rimuginato sul fatto che odiassi l'estate con tutte le mie forze, alzai gli occhi al cielo e gettai un'occhiata fugace fuori dal finestrino. Le mie pupille furono attirate dalla figura esile di Jordan Sanders, nei suoi pantaloni cachi e nella sua camicia di lino bianca. Era sul ciglio della strada, con quel ghigno beffardo stampato in faccia, a fare foto con delle fans. Che visione degradante e vomitevole.

La notizia della nostra rottura aveva raggiunto ben presto i tabloid di tutto il mondo, provocandogli una notevole visibilità. Cosa che mi sollecitava una certa nausea, per fortuna però, avevo dimenticato in fretta quel decerebrato, ed ero riuscita ad andare avanti con la mia vita, come se non ne avesse mai fatto parte. Anche perché il minimo ricordo di noi due insieme, mi provocava dei brividi di terrore che mi si insinuavano su per la schiena.

"Signorina? La fermo ai grandi magazzini?" chiese Tom voltandosi di sbieco.

Il suo naso storto e sfilante, fuoriuscì come una spada da sotto la visiera di quel cappellino orrendo, che portava tutti i giorni.  In cuor mio sperai che almeno, lo lavasse quando la sera se ne tornava a casa. Tom era il mio autista da quasi tutta la vita. Era un ragazzotto sui trent'anni sbarbato, alto e con un gran senso di responsabilità. Il suo compito più importante, consisteva nello scorrazzarmi a destra e sinistra, tutte le volte che ne avevo bisogno. Non veniva di certo pagato, per portare a spasso le auto costose di mio padre.

"Certo Tom. Ma resta nei paraggi" dissi dandogli una pacca amichevole sulla spalla.

Lo vidi annuire e sterzare velocemente per cambiare corsia. Conosceva Los Angeles come le sue tasche e non mi stupii quando prese una strada secondaria, per evitare quel traffico ingombrante e velocizzare i tempi. Sapeva quanto potessi diventare irritabile, se non fossi riuscita ad arrivare per l'orario che mi ero prefissata in mente. Infatti non ci mettemmo molto, arrivammo qualche minuto dopo in quel piazzale con le fontane a cascata, che conoscevo a memoria.  Le vetrate del mio negozio preferito, scintillarono da lontano, facendomi sorridere impercettibilmente.

Misi gli occhiali da sole e diedi un colpetto a Tom, facendogli capire che avrebbe potuto accostare. Si fermò di fronte le porte laccate in oro, sapeva che non mi sarebbe piaciuto se si fosse fermato più lontano, odiavo camminare. Con un movimento veloce, recuperai la mia borsetta di Versace e con uno scatto aprii la portiera, poggiando finalmente i piedi sull'asfalto rovente.

Traballai per un secondo sui décolleté, prima di ritrovare il mio stabile equilibrio. Mi diedi una rapida un'occhiata nello specchietto e, varcai l'entrata della Macy's Boutique. Un vento fresco mi fece smuovere la chioma bionda, i miei capelli fluttuarono da un punto all'altro facendomi sembrare Beyoncè, in uno dei suoi videoclip musicali.

"Buongiorno signorina Evans" esclamò una delle commesse sorridendomi.

Ricambiai falsamente quella smorfia con un cenno della testa e proseguii. Arrivai in uno dei miei reparti preferiti, dove le pareti colorate di bianco, si abbinavano perfettamente ai salottini fuxia scintillanti. Su ogni ripiano scarpe di ogni tipo e modello erano state adagiate, come se fossero opere d'arte da essere ammirate. I miei occhi si illuminarono di fronte l'infinità di scarpe che mi ritrovai  sotto al naso. Cominciai a provarne a bizzeffe e mi fermai solo quando i miei piedi doloranti, reclamarono pietà. Alla fine, scelsi delle Manolo rosse imperniate di strass sulla punta.

Dejame ser tu luz // Christopher Velez Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora