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Guidare il pick-up di zia Margaret era stata una sfida ardua per una come me, ma essere arrivata sana e salva alla mia meta mi fece sentire davvero sollevata. Quel catorcio aveva fatto i capricci per tutto il viaggio, e ad ogni rumore avevo pregato mentalmente che questo non mi si fermasse in mezzo al nulla.

Quando parcheggiai mi guardai intorno, quel posto era deserto. Mi tolsi la cintura e scesi poggiando i sandali sull'asfalto bollente. Guardai l'ora sul cellulare che segnava le quattordici in punto, prima di dirigermi verso l'entrata di quel piccolo chioschetto.

Aprii la porta e le catenelle appesa a quest'ultima, fecero rumore. C'era poca luce e molta, molta polvere. Gli scaffali erano riempiti disordinatamente con pellicole di film.

"Buongiorno" esclamai sperando che qualcuno mi sentisse.

Da dietro il bancone, un uomo dai capelli brizzolati, pienotto e dalle mani grosse mi fissò dalla testa ai piedi. Mi avvicinai calma e poggia le mani sul vetro sporco che ricopriva il banco.

"Salve" Dissi.

L'uomo alzò un sopracciglio e mi incitò a continuare. Trovare le parole adatte per dire che doveva cambiare la programmazione di quella sera, mi risultò davvero difficile.

"Sono qui per chiederle gentilmente se questa sera, potreste proiettare le pagine della nostra vita invece che the Mask" spiegai tutto d'un fiato.

L'uomo mi regalò un sorrisetto divertito e si mise seduto sulla sedia che aveva dietro.

"No, mi dispiace" disse secco.

Risi nervosa e strinsi i pugni. Quell'ammasso di grasso mi stava davvero facendo saltare i nervi.

"La prego, è una cosa importante. Posso pagarla" Dissi mostrandogli il portafoglio.

Vidi il suo sguardo spostarsi fulmineo sulle paillettes che lo ricoprivano. Sapevo sempre come ottenere quello che volevo.

"Di quanto parliamo?" Chiese incrociando le mani sullo stomaco.

Sorrisi e mi spostai i capelli dalla faccia. Estrassi cento dollari e li poggiai sul banco, ma qualcuno mi bloccò per un braccio.

"Oliver o fai come ti ha detto la mia amica, o ti licenzio adesso" esclamò quella voce fin troppo familiare per me.

Quando mi voltai verso di lui, quei capelli biondi platino mi diedero un pugno allo stomaco. Dannys era lì di fronte a me, con una mano poggiata sulla mia e lo sguardo truce rivolto verso quel ciccione di Oliver.

"Vado subito a rimediare" esclamò l'uomo alzandosi e sparendo dalla mia vista.

Riposi i soldi nel portafoglio e cercai di trovare le parole adatte per ringraziarlo. Mi ero comportata di merda con lui, dovevo ammetterlo. Ma il mio cuore apparteneva a Christopher e lui lo sapeva.

"Grazie" Dissi con un filo di voce.

Mi sorrise e si poggiò col bacino al bancone. Aveva dei pantaloni stretti ed una camicia larga.

"Ci tieni davvero tanto a lui, te lo si legge in faccia" disse accendendosi una sigaretta.

Tutti vedevano in me quello che provavo per Christopher, tranne lui.

"Già, e senti mi dispiace davvero" esclamai sospirando.

Ma lui scosse la testa e gettò il mozzicone in una delle posaceneri poste sul vetro.

"Margot davvero, non c'è da chiedere scusa" affermò "È stata solo una minuscola parentesi"

Lo guardai e sorrisi prima di salutarlo ed uscire di lì. Mi ero tolta un'altro peso dalle spalle, ed ora era pronta a risolvere le cose con Christopher.

***
Avevo preparato una torta, avevo preso una delle tovaglie più belle di nonna Cassie, avevo comprato un cestino da pic nic e mi ero messa addosso un vestitino con dei fiorellini azzurri. Mi guardai un'ultima volta allo specchio, prima di scendere di sotto ed aspettare Christopher.

Quando sentii il clacson mi precipitai fuori, riposi il cestino nel cofano ed andai dal lato del guidatore. Chris mi guardò male e cercò di capire perché non fossi ancora salita in macchina.

"Che stai facendo?" Chiese corrugando la fronte.

Sorrisi ed aprii la portiera.

"Scendi, guido io" Dissi ammiccando in direzione del volante.

Alzò un sopracciglio ma fece come gli avevo detto. Scese e si andò a sedere dal lato del passeggero. Io salii ed aggiustai lo specchietto, il sedile, mi fissai il gloss che avevo spalmato sulle labbra e poi finalmente misi in moto.

"Qualsiasi strana idea tu abbia in mente, lascia fuori da tutto ciò la mia macchina" esclamò voltandosi verso di me.

Gli mostrai il dito medio, e guidai con prudenza fino a quella sorta di cinema all'aperto. Quando arrivammo centinai di lucette erano state accese, l'erba era stata tagliata e ogni spazio era delimitato da cespugli, così da permettere di avere una certa privacy. Fermai l'auto e gli restituii le chiavi.

"Spero ti piaccia" Dissi dandogli un bacio fugace sulla bocca.

Presi il cestino e cominciai a cercare uno spazio tutto per noi. Quando lo trovai porsi il cestino in mano al mio fidanzato, ed iniziai a mettere la tovaglia per terra. Sentii il suo sguardo addosso, e non sapevo se fosse divertito o solo frastornato da quello che stavo facendo.

"Fammi capire, questo è un cinema all'aperto e mi hai trascinato qui a guardare the Mask?" Chiese corrugando la fronte.

Risi ed annuii prima di fargli cenno di accomodarsi per terra. Feci lo stesso anch'io e nel giro di qualche minuto, tutte le luci si spensero e sullo schermo che avevamo davanti apparve il titolo del film, che fece voltare Christopher verso di me.

"Tu..dimmi che non centri nulla?" Sussurrò mordendosi un labbro.

Alzai le spalle mentre venivo trascinata fra le sue gambe. Mi avvolse la vita è poggiò la testa sulla mia spalla.

"Sei completamente fuori di testa" disse guardando davanti a se.

In realtà più che fuori di testa ero fuori da qualsiasi galassia. La mia vita stava ruotando solo attorno alla sua, e la cosa mi piaceva da morire. Non guardai il film, ma fissai il suo profilo per tutto il tempo, ormai era diventato un vizio. Quando questo finì, tirai fuori la torta che avevo preparato e gliene porsi un pezzo.

"Dai assaggia" Dissi con un filo di entusiasmo.

Mi regalò un espressione strana prima di dare un morso su quella fetta soffice.

"So che vuoi uccidermi" esclamò con la bocca piena.

Risi ancora e gli pulii le labbra dalle briciole.

"Com'è?" chiesi impaziente.

Mimò dei conati di vomito e fece finta di svenire, mi precipitai su di lui, cominciando a fargli il solletico. Amavo i nostri momenti di leggerezza, avrei voluto fossero sempre così, e invece...

"Comunque grazie" disse d'un tratto guardandomi negli occhi.

Corrugai la fronte non capendo a cosa si riferisse.

"Per aver corrotto il tizio del cinema a trasmettere il mio film preferito" esclamò così dal nulla.

Gli diedi un colpetto e mi alzai per rimettere le cose a posto.

"Non ho corrotto nessuno" Dissi aggiustandomi il vestito.

Scosse la testa poco convinto prima di venirmi ad aiutare a rimetter a le cose a posto.

"Chris.." chiamai affinché si voltasse verso di me.

"Nonostante tutto" esclamai vedendo la sua espressione cambiare.

Si avvicinò di scatto e mi prese il viso tra le mani. Poggiò le sue labbra sulle mie, e mi trascinò in quel vortice di emozioni che provavo ogni volta che lo baciavo.

Nonostante tutto lo avrei amato, si ne ero sicura.

Dejame ser tu luz // Christopher Velez Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora