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Stavo studiando da quasi due ore, avevo la testa che mi scoppiava e non stavo capendo praticamente nulla. Christian aveva provato a chiamarmi, ma io lo avevo ignorato. Christopher invece, dopo la mia telefonata sembrava sparito.

Chiusi gli occhi e me li palpai con le dita, mi facevano male. Forse avrei fatto meglio a chiudere tutto. Mindy non avrebbe dormito nel suo letto stanotte, quindi sarei stata da sola a rimuginare su quanto fossi stronza. Mi alzai e senza far rumore, sgattaiolai fuori dalla biblioteca, ormai quel posto era diventata la mia piccola dimora.

Ci andavo non solo per studiare, ma anche per cercare di riordinare i pensieri. Entrai nella mia stanza e mi richiusi la porta alle spalle, con un tonfo feci cadere lo zaino a terra e mi andai a buttare sul letto. Il soffitto non mi era mai sembrato così alto, o forse ero io che da quella prospettiva lo vedevo così lontano da me.

Giusto, la prospettiva.

Quella stessa che mi faceva amare Christopher con tutta me stessa, ma anche quella che cambiando mi faceva adorare Christian. Presi un cuscino e me lo misi in faccia, avrei urlato se solo qualcuno non avesse bussato alla porta. Mi alzai di scatto e sperai vivamente che non fosse Christian. Ma quando vidi quegli occhi scuri, quel berretto volto al contrario e quel sorriso che andava da un orecchio all'altro, il mio stomaco si contorse, facendomi male.

"Christopher" esclamai gettandogli le braccia al collo.

Avvolsi le gambe attorno al suo bacino e chiusi gli occhi. I capelli mi solleticarono il collo, e le sue braccia muscolose mi avvolsero facendomi sentire leggera. Quel profumo poi, quello mi era mancato come l'ossigeno.

"Non pensavo che ti fossi trasformata in una scimmia" disse facendomi ridere.

Rimisi i piedi per terra e lo guardai negli occhi. Erano così belli, così caldi, così sinceri. Poggiai le mie labbra sulle sue e finalmente tornai a sentirmi viva. Lo baciai ancora e ancora, fin quando non scoppiò a ridere.

"Che ci fai qui?" Dissi sfiorandogli il naso.

Aveva cambiato orecchini, ma quelli che portava adesso gli stavano molto meglio. Erano a cerchio, piccoli e gli avvolgevano io lobo perfettamente.

"Eravamo nei paraggi" spiegò alzando le spalle.

Probabilmente dopo la mia telefonata si era preoccupato e mi aveva raggiunta, per accertarsi che non stessi cambiando idea su noi due. D'un tratto però mi rabbuiai.

"Eravamo?" Chiesi alzando un sopracciglio.

Lui si scostò e mi mostrò la figura appoggiata al muro dietro le sue spalle. Quegli occhi trasparenti mi perforarono, ma non disse niente, si limitò a salutarmi con un cenno ed io feci lo stesso.

"Allora? Come stai?"

A quelle parole lo stomaco mi si chiuse completamente. Io non lo sapevo come stavo, non riuscivo a capire. Averlo qui aveva di nuovo cambiato le cose, lo amavo questo era certo. Ma Christian, lui era perfetto per me.

"Bene. E tu?" Chiesi mordendomi un labbro.

Strinse la sua mano alla mia e mi accarezzò una guancia. Quel tocco così delicato, mi riportò indietro nel tempo. Potei sentire l'odore dei dolci della nonna e, quello del formaggio appena fatto.

"Adesso molto meglio. Non mi fai entrare?" Esclamò guardando alle mie spalle.

Io annuii mentre Erick rimase lì imbambolato. Non sapevo se invitarlo o no. Volevo stare con Chris.

"Erick ti va?" Chiesi guardandolo.

Lui si strinse nel giubbotto di pelle e con uno scatto si voltò. Percorse il corridoio a passo svelto e quando voltò l'angolo sparì dalla nostra vista. Forse era meglio così. Christopher nel frattempo si stava guardando attorno, le pareti della mia stanza, non erano poi così belle. Appese a queste c'erano alcune foto mie e di Ellie, e ce n'era una anche con lui.

Dejame ser tu luz // Christopher Velez Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora