27.

308 26 0
                                    

Due mesi dopo

Christopher

L'autunno non mi era mai piaciuto, soprattutto quando mi toccava alzare quelle foglie secche dal fango. Erano giorni che non smetteva di piovere, ed io non ne potevo più. Avevo la schiena a pezzi, le mani screpolate e lo stomaco sottosopra. Mi sembrava esser caduto in un buco nero, visto che la mia vita da quando lei era andata via, non aveva avuto più lo stesso sapore.

Le giornate scorrevano lentamente, le ore non passavano mai. Lei non tornava. Ed il mio malumore, si riversava sulla mamma. Sapevo che stava solo cercando di aiutami a superare la mancanza, ma io non ne volevo sapere. Volevo Margot e nessun altro.

Nonostante ci sentissimo quasi tutti i giorni, percepivo che qualcosa non andava. O meglio, la sentivo troppo lontana, troppo assente. O forse ero solo io che mi stavo facendo tutte quelle paranoie.

Bevvi un sorso d'acqua e poggiai la bottiglietta di nuovo ai miei piedi. Il granaio era freddo e cupo, ed il rastrello sporco fino a metà manico. Ma dovevo tornare a lavoro, altrimenti non sarei potuto uscire con i ragazzi, così mi alzai dal mio posto e tornai a fare quello che stavo facendo qualche minuto prima.

Le cose mi sembravano non avere più senso, mi muovevo meccanicamente  e lavoravo sodo per poter racimolare i soldi per raggiungerla a New York. Ma ogni volta che le parlavo dei miei progetti, sembrava non fregarsene. Mi raccontava di quanto si trovasse bene in quel posto, di quanto le lezioni le piacessero e, mi raccontava dei suoi amici stra ricchi. Io l'ascoltavo e non parlavo, non sapevo cosa avrei potuto dirle.

La fattoria era sempre la stessa, ed io con lei non mutavo. Sbuffai e mi poggiai al manico del rastrello, basta. Dovevo uscire da quel posto, prima che la mia mente potesse continuare a torturarsi.

***
La felpa mi copriva le braccia, ed il berretto teneva fermi i capelli, in modo che il vento non li annodasse. Due ore prima avevo inviato un messaggio a Margot, ma non mi aveva ancora risposto. Probabilmente stava studiando, o forse mi stava ignorando di proposito.

Quando arrivai al bar, i ragazzi erano seduti al solito posto. Zabdiel aveva trovato una ragazza, e a volte invidiavo il modo in cui si baciavano. Anch'io avevo bisogno di toccare la labbra di Margot, e di fare l'amore con lei. Ma questo argomento per noi era diventato un tabù.

"Hey Chris" esclamò Richard battendo la mano accanto al suo posto.

Lo raggiunsi e con un sorriso falso, cercai di sembrare naturale. Quando invece dentro stavo morendo.

"Come va?" Chiese Joel sorseggiando il suo drink.

Mi voltai verso di lui e notai che aveva cambiato di nuovo bandana. Un giorno o l'altro, giuro che gliele avrei buttate tutte. Le detestavo perché a me stavano male, mentre a lui gli donavano un'aria da figo.

"Tutto normale" esclamai chiamando il cameriere.

Ordinai un frappé e tirai fuori dalla tasca il cellulare. Niente. Nessun messaggio. Nessuna risposta. Il vuoto. Sospirai e lo misi al suo posto. Anzi lo spensi e cercai di tenere la mente impegnata in qualche conversazione inutile che stavano avendo i ragazzi.

"Margot? Come sta? Si sta divertendo?"

Alzai lo sguardo di scatto, per puntarlo dritto verso i suoi occhi verdi. Margot poteva anche temerlo, ma io no. Erick sapeva sempre dove, quando e come punzecchiarti. Ma con me, stava sbagliando. Non gliel'avrei data vinta, non quando doveva ancora spiegarmi del suo odio verso la mia ragazza.

"Si, grazie per essertene preoccupato" affermai stizzito.

Stavo cominciando a sentire caldo e quello sguardo vitreo su di me non aiutava certo.

Dejame ser tu luz // Christopher Velez Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora