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Quando mi alzai dal letto il mattino seguente avevo la schiena a pezzi e le braccia doloranti. Mi guardai allo specchio ed intravidi alcuni lividi qua e là a marchiarmi la pelle bianca delle gambe. Sbuffai e mi misi a sedere alla scrivania. Avevo due occhiaie violacee, ed i capelli arruffati. La Margot di qualche giorno prima avrebbe dato di matto, ed invece rimasi lì ferma a guardare il mio riflesso nello specchio. Sembravo già cambiata, nonostante fossero passati solo due giorni circa, dal mio arrivo in Tennessee.

Misi due mani sugli occhi e mi immaginai per un momento la mamma alla mia età ,seduta proprio a quella scrivania. Non mi aveva mai raccontato nulla della sua vita alla fattoria, forse perché le faceva troppo male ricordare.Proprio per questo, non le avevo mai chiesto niente. Aveva vissuto in quel posto fino ai suoi diciotto anni, quando prese la decisione  di lasciare tutto e tutti, per inseguire i suoi sogni. Ma probabilmente le cose non erano andate come si aspettava, e non aveva più avuto il coraggio di tornare qui dalla nonna, nonostante le mancasse.

Quando voltai lo sguardo alla mia destra, intravidi gli abiti che avevo indossato il giorno prima ed un senso di disgusto mi si fece largo nello stomaco, non li avrei messi di nuovo. Così mi alzai di scatto, interrompendo il flusso dei miei pensieri, e frugai nella mia valigia in cerca di qualcosa che potesse andare bene per la mia giornata in campagna.Ne tirai fuori dei pantaloncini a vita alta ed una canotta che lasciava scoperto lo stomaco. Li indossai velocemente e scesi di sotto trovando la cucina deserta, così andai spedita verso il granaio, dove sapevo avrei trovato Christopher.

Ci entrai silenziosamente, ma la porta scricchiolò lo stesso. Feci alcuni passi quando me lo vidi camminare davanti in tutta la sua spavalderia, ovviamente senza maglietta e madido di sudore. Alzai gli occhi al cielo ed incrociai le braccia al petto, non avevo ancora capito se lo stesse facendo di proposito oppure no.

"Ma una maglietta non ce l'hai?" chiesi facendolo voltare verso di me.

Mi fissò da capo a piedi, prima di mordersi un labbro e sorridere come un cretino. Aveva un bel sorriso, ma non lo avevo mai visto ridere davvero, quindi non potevo essere certa del fatto che mi piacesse o no.

"E tu dei pantaloni?" disse ammiccando in direzione delle mie gambe scoperte.

Scossi la testa e lo sorpassai per andare a recuperare la scopa che mi sarebbe servita per spazzare via dal pavimento, tutta quella paglia. Il suo sguardo mi seguì per tutto il tempo penetrandomi la schiena, ma non mi lasciai intimorire, anzi, continuai a fare quello per cui mi avevano spedita qui, cioè la pastorella smarrita. Per quasi venti minuti, cercai di levare da terra quanta più sporcizia possibile, poi d'un tratto, sfinita e con le braccia doloranti, mi fermai per bere dell'acqua. Faceva un caldo asfissiante ed alcune goccioline mi scesero giù per il collo, finendomi nell'incavo dei seni.

"E quindi perché ti hanno mandata nel bel mezzo del nulla?" chiese Christopher sedendosi accanto a me.

Poggiò lo sguardo sulla scollatura della mia canottiera, per poi levarsi dalla fronte il ciuffo che gli si era praticamente appicciato ad essa. Si era coperto ed asciugato per bene, ma il cattivo odore che aveva addosso mi raggiunse le narici, facendomi storcere il naso.

"Non sono affari tuoi"esclamai continuando a sorseggiare dalla mia bottiglia.

Non gli avrei potuto dire di certo la verità, e spifferare ai quattro venti che i miei genitori mi avevano praticamente spedita qui per fare i loro sporchi comodi a Los Angeles. Christopher doveva rimanere dell'idea che la mia vita fosse perfetta, senza nemmeno un difetto. O almeno era quello che cercavo di ripetermi da due giorni a questa parte.

"E tu? Perché lavori per mia nonna?" dissi legandomi i capelli in una coda, così da lasciar passare finalmente aria sul collo.

Lui rise e poggiò le braccia sulle ginocchia, i muscoli si contrassero sulle spalle, formando degli incavi inverosimili.

Dejame ser tu luz // Christopher Velez Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora