7.

669 48 0
                                    

Il sole cocente quella mattina mi si poggiò prepotente sulla pelle delle gambe, facendole andare a fuoco. Mi alzai di scatto sentendomi bruciare e mi voltai in direzione della sveglia, che segnava le dieci in punto. Ero completamente sudata ed i capelli mi si erano appiccicati alle spalle umide. Sbuffai scocciata e poggiai i piedi sul pavimento tiepido. La domenica mattina la nonna era solita preparare le sue uova col bacon, così dopo essermi legata i ciuffi con un codino, scesi velocemente al piano di sotto.

"Buongiorno dormigliona" esclamò lei rigirandosi la padella nelle mani, con una certa dimestichezza.

Le sorrisi e mi andai a sedere al mio posto, zia Maragaret probabilmente era già ubriaca e non mi degnò di uno sguardo. Meglio così, altrimenti non avrei retto ancora i suoi occhi spiritati e la sua bocca imbrattata di rossetto. Presi un pezzo di pane e ci spalmai il burro d'arachidi sopra, quando lo addentai la porta che avevo di fronte, si spalancò ed il boccone che stavo ingoiando, mi andò di traverso.

Bevvi velocemente un sorso d'acqua e cercai di nascondere i miei occhi, che stavano letteralmente lacrimando. Christopher sembrava avere una luce diversa quella mattina, forse a causa del sole che penetrava da fuori.

"Buongiorno Cassie" disse avvicinandosi alla nonna.

Le poggiò una busta sul bancone,  poi si voltò verso di me e mi salutò con un cenno della testa. Il nostro rapporto dopo le mie scuse, si era trasformato in qualcosa di molto strano, che non riuscivo a spiegare nemmeno io. A volte mi divertivo ancora a punzecchiarlo, mentre lui cercava sempre quella sorta di contatto con me, che io ovviamente evitavo.

Ero arrivata alla conclusione che dovevo tenerlo alla larga in quel senso, non potevo permettermi di provare qualcosa per lui. Soprattutto perché eravamo troppo diversi, ed appartenevamo a due mondi completamente opposti.

"Christopher mangia con noi, ho appena preparato le uova" esclamò la nonna dandogli una pacca sulla spalla.

Vidi la  sua bocca allargarsi in un sorriso, e la sua figura spostarsi dall'angolino in cui era per mettersi seduto di fronte a me. Spezzó un pezzo di pane e so lo portò alla bocca, le sue labbra piene lo avvolsero facendomi venire i brividi. Strinsi il bordo del vestitino tra le dita, quel ragazzo mi faceva uscire fuori di testa.

"Ti va di venire al fiume con me?" chiese d'un tratto facendomi alzare di scatto gli occhi.

Li posai pienamente nei suoi, che sembravano più vispi rispetto al giorno prima. Avrei potuto inventarmi qualsiasi tipo di  scusa se avessi voluto evitarlo, ma no, io non volevo evitarlo.

"Si" risposi sorridendogli.

La sua espressione cambiò. Si morse un labbro e ritornò a mangiare la sua colazione. Io continuai a contemplarlo. Come diavolo poteva piacermi uno come lui? Non riuscivo ancora a spiegarmelo, sapevo però che quella cosa in cui ci stavamo cacciando prima o poi ci avrebbe annientati.

***
"Se mi avessi detto che per venire al fiume, mi sarei dovuta trasformare in Indiana Jones, non ci sarei venuta" esclamai col fiato corto.

Stavamo camminando da mezz'ora col sole cocente che mi batteva praticamente sulla testa e sulle spalle. Ero madida di sudore, e le gambe mi facevano male.  Christopher mi aveva camminato davanti per tutto il tempo, e le sue spalle grosse mi avevano fatto da guida.

"Siamo arrivati, puoi smetterla di lamentarti" disse fermandosi di sbotto.

Lo feci anch'io e gettai sull'erba  lo zainetto che mi ero portata dietro. Era diventato così fastidioso tanto da farmi venire il mal di schiena. Di fronte a me c'erano delle collinette, che si estendevano lungo il sentiero che avevamo percorso prima. Sospirai ed iniziai a togliermi la canottiera, sentii lo sguardo di Christopher addosso ma non me ne badai, dovevo bagnarmi il prima possibile o mi sarei sciolta al sole come una barretta di cioccolato.

Dejame ser tu luz // Christopher Velez Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora