Capitolo 7

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- Buongiorno ragazzi - esordì la signora Morrison entrando in cucina e vedendo due dei suoi tre figli - vostra sorella?
- È in camera che dorme - rispose Julia
- Sono passata in camera sua, non c'è e non c'è neanche la sua macchina.
- È in camera mia è tornata tardi e credo l'abbiano riaccompagnata. - Continuò Daniel.
- Va bene allora salutatemela voi, io vado a lavoro. ci vediamo dopo. - e uscì dalla stanza.
Un cellulare squillò, un messaggio molto probabilmente.
- E' il tuo? - Chiese Julia
- No, credo sia di Jen, il suono proveniva da quella parte e li c'è la sua borsa.
- Dici che dovremmo controllare? Magari è qualcosa inerente al lavoro...
Dan ci pensò su, poi si alzò prese la borsa di sua sorella e ne estrasse il cellulare - Non so se sia il lavoro o meno, ma sono troppo preoccupato per lei - lesse il messaggio

" fammi sapere quando vieni a riprenderti la macchina così ci facciamo due chiacchiere e mi spieghi cosa ti è successo ieri. Bacio Jessie. P.S. Ho trascorso una bellissima serata, spero sia stato lo stesso per te."

- Ma guarda tu che faccia tosta ha questo qui! - esclamò Dan dopo aver letto il mess anche a sua sorella.
- Dai Dan non esagerare, in fondo lui non le ha fatto niente contro la sua volontà. Quello che è successo lo hanno deciso entrambi, se poi lei si è sentita in colpa non è di certo colpa di Jessie.
- Lasciamo stare. Vado a chiederle dove ha lasciato la macchina così possiamo andare a riprenderla. Meglio che non lo riveda quel tipo. - salì le scale ed entro nella sua stanza dove vide sua sorella agitarsi nel sonno. Le si avvicinò e noto che non aveva una bella cera. Le tocco la fronte e realizzò che le era venuta la febbre.
- Tesoro svegliati
- Che c'è Dan - chiese assonnata
- Dimmi dove hai lasciato la macchina ieri che la vado a riprendere con Julia.
- Vado io non ti preoccupare! - disse tentando invano di alzarsi.
- Shhh... rimani giù. La cazzata che avete fatto ieri ti ha portato la febbre. Stai a letto per oggi. 
- No ti prego non mi ricordare quello che ho fatto. - disse coprendosi il volto con le mani per la vergogna. Comunque la macchina è al parcheggio del bar vicino casa di Jess.
- Ok allora vado! - le diede un bacio sulla fronte. - Ti lascio il telefono qui, per qualsiasi cosa chiama. - fece per uscire ma si ferò - Comunque... quell' imbecille del tuo amico ti ha scritto un messaggio poco fa.
- Lo hai letto?
- Si scusami non avrei dovuto, ma sono preoccupato.
- Tranquillo non importa, non ho segreti con te.
- Ci vediamo dopo! - e mentre suo fratello usciva dalla stanza, lei prese dal comodino il cellulare e rispose al mesaggio.

" La macchina la sta venendo a riprendere mio fratello, io sono a casa con la febbre. Non farti beccare da lui per favore."

" Gli hai raccontato tutto?"

" Si... non ho segreti con lui"

"Senti ho bisogno di sapere una cosa. Posso venire a casa tua nel pomeriggio?"

"Non so se sia una buona idea"

"Ti chiederei di vederci fuori, ma stai male e non posso aspettare."

"Va bene ci vediamo dopo"
***
Colin atterrò all'aeroporto di Chicago intorno alle ore 15:00, prese un taxi e si recò immediatamente a casa di Jen. Doveva chiarire con lei una volta per tutte e non poteva aspettare oltre. Arrivato davanti casa sua attese un po' prima di suonare il campanello, era agitato, si fece coraggio e alla fine suonò. Gli apri la porta Julia.
- Colin! - Esclamò la ragazza vedendolo
- Julia ciao! Tua sorella è in casa?
- Emm.. si è in casa, ma non può ricevere visite. E' malata.
- Cos'è, ti ha detto di dirmi così nel caso fossi passato?
- No, non mi ha detto niente di tutto questo, anche se so che non vuole vederti.  Sta male veramente, le è venuta la febbre.
- Mi dispiace, davvero, ma non posso aspettare oltre. Devo vederla. - chiese supplichevole.
- Colin, mi stai mettendo in una situazione scomoda.
- Per favore Julia, non te lo chiederei se non fosse importante.
- E va bene, entra! Vado a chiamarla.
- Non dirle che sono io, non scenderebbe mai.
- Mi vuoi proprio far litigare con lei insomma.- sospirò. - Aspettami qui! - e si diresse al piano di sopra.
- Jen! Hai visite. Te la senti di scendere?
- Si sì tranquilla, sapevo che sarebbe passato - si riferiva a Jess naturalmente - Digli che scendo subito. - Si alzò dal letto, si diede una sistemata alla meglio e scese giù. Appena lo vide la sua espressione cambio di colpo.
- TU! - esclamò. - Che diavolo ci fai qui?
- Dovevo vederti!
- Sei sordo per caso? Io non voglio vederti, non adesso almeno. - fece per ritornare in camera quando lui la fermò.
- Dobbiamo parlare!
- Non c'è niente da dire. Lo so io e lo sai tu. Ora se non ti dispiace va via.
- Hai frainteso tutto, sono venuto a dirti questo.
- Non mi interessa quello che sei venuto a dirmi. Ti ho chiesto gentilmente di lasciarmi in pace fino al Comic con, non ti ho chiesto la luna. Qualsiasi cosa tu abbia da dirmi può aspettare quella data per la miseria. Vuoi parlare, vuoi chiarire e mi vuoi bene, so tutto questo e proprio perché so che mi vuoi bene ti sto chiedendo di farmi respirare un po'. Ti ho promesso che avremmo parlato e lo faremo anche se so che la cosa mi distruggerà, ma non adesso. Te lo chiedo per favore.
- È una cosa bella quella che ho da dirti,non può distruggerti come pernsi tu.
- Dovrà aspettare...
- Mah...
- Niente mah! Ormai manca un mese, trenta giorni passano veloci. Avrai tutta la mia attenzione te lo prometto. Scusa ma non ce la faccio davvero ad affrontare adesso questa situazione. Non immagini neanche quello che sto passando, ma credimi sulla parola, non è proprio un bel momento.
- Va bene! Come vuoi ... ci vediamo a S. Diego. - si arrese - E vedi di guarire presto.
- Lo farò! Grazie Colin...
- Ciao - e si chiuse la porta alle spalle.
***
- Cosa fai davanti la finestra? la sentinella? Dovresti riposarti un po' secondo me, non stai ancora bene. - La rimproverò Dan.
- Tranquillo! Un po' di febbre non ha mai ucciso nessuno. - gli rispose tornando a guardare la finestra pensierosa. - Senti, non è che ti va di portare un po' fuori Ava?  Ci andrei io ma non vorrei far aumentare la febbre.
- Porti fuori Ava la mattina e la sera, è pomeriggio Jen! Perché al posto di usare scuse non mi dici chiaramente perchè vuoi che me ne vada?
- Sta arrivando Jess!
- Con quale faccia ha il coraggio di mettere piede in casa nostra dopo quello che ha fatto anni fa? Per non parlare di ieri...
- Dai Dan!
- No Jen, chiamalo e  digli che non si presentasse che veramente lo faccio fuori questa volta.
- Ma perché? Ieri non ha fatto nulla di male per meritarsi il tuo odio, gli ho detto io di sì.
- Se gli hai detto di sì evidentemente è perchè lui te lo ha fatto capire e già questo mi manda in bestia. Non ti si deve avvicinare!
- Senti, so difendermi da sola.  Apprezzo che tieni a me  però voglio vederlo, quindi se non sono libera di farlo in casa mia vado di sopra a prepararmi ed esco.
- Stai male, non se ne parla.
- Allora viene qui e tu lo farai entrare senza tante storia. Per favore...
- E va bene, ma solo perchè mi fido di te. Sarò in cucina, quindi evita di fare il bis... anzi... il tris. - disse schifato.
- Tranquillo farò la brava. - lo prese in giro. In quel momento il campanello suonò.
- Vado io! Te vai di la! Corri...sparisci!
- Paura eh!
- Meglio non rischiare- lo spinse in cucina e andò ad aprire la porta.
- ciao Jess, vieni entra.
- Ciao tesoro! - la saluto con un bacio sulla guancia. - Come stai? A quanto hai la febbre?
- Stamattina 39 e mezzo,  ora 38 e mezzo, sta scendendo.
- E' ancora alta,non dovresti starttene a letto?
- No, mi sento discretamente. Lo prendi un caffè ?
- Si grazie, molto volentieri.
- Lo faccio preparare, torno subito - andò in cucina e chiese a Julia che era insieme a Dan di prepararlo e di chiamarla quando fosse pronto che lo avrebbe portato lei stessa, poi tornò in salotto
- Quando rinizi a lavorare? - le chiese Jess per togliere un po' di imbarazzo.
- Il mese prossimo ho la convention, non so se poi tornerò a Vancouver direttamente o se farò qualche altro giorno di vacanza qui.
- Capisco, io anche ho una convention quest'anno. Si terrà a S.Diego.
- Che coincidenza, anche noi saremo a S. Diego.
- Davvero? Noi andiamo dal 10 al 13.
- Noi dal 3 al 6. Peccato.
- Già!
- Ragazzi ecco il caffè -  disse Julia entrando. Jen la fulmino con lo sguardo.
- Jessie - lo salutò la ragazza in tono molto formale.
- Julia - ricambiò il saluto e nel mentre la ragazza si affrettò ad uscire di scena.
- Tua sorella non mi sopporta!
- Dovresti vedere mio fratello...
- Immagino! Non posso dargli tutti i torti. Mi comporterei allo stesso modo se qualcuno si comportasse male con mia sorella. - Lei gli sorrise - Ascolta... riguardo a ieri...
- Dimmi!
- Che ti è successo? Sembravi star bene fino a quando non siamo entrati in auto.
- Lo so...
- Ho sbagliato qualcosa?
- No no... tu non hai sbagliato nulla, anzi, hai fatto una cosa davvero carina e romantica, mi ha fatto piacere.
- Solo che?
- Quando eravamo in macchina ho ricevuto un messaggio da parte di Colin...
- E li naturalmente sono rivenuti fuori i tuoi sentimenti per lui e ti sei pentita di quello che abbiamo fatto.
- No! Non è esattamente così.
- Però sei pentita!
- Non so neanche io che provo in merito a questa situazione. Ho agito d'istinto in base a quello che mi sentivo in quel momento. Non l'ho fatto per dimenticare lui o per non pensare ai miei problemi, ameno spero. Però so anche che non sono una persona che torna indietro sui suoi passi. Ti spiego... io e te ci siamo lasciati anni fa e quello che è successo ieri è stato un po' come ritornare indietro, io non so se sia una cosa giusta. Sono piena di dubbi e la presa coscienza di tutto questo mi ha portato allo sfogo di ieri.
- Capisco e vorrei davvero dirti che va bene così ma non ci riesco. Vado al sodo Jen! A me tu piaci, sei sempre piaciuta e in passato ho fatto un errore colossale che ti ha portato via da me. Non si può rimediare a quello sbaglio, lo so, ma si può ricominciare. Io voglio ricominciare.
- Non saprei.... non credo che...
- Posso almeno provare a farti riavere fiducia in me?
- E come vorresti riuscirci?
- Corteggiandoti di nuovo. Fammi fare un tentativo, tu non dovrai fare niente. Non sentirti in obbligo di essere carina con me o altro, se vorrai mandarmi a quel paese potrai farlo in qualsiasi momento, però dammi questa possibilità!
- Facciamo così, io e te da questo momento siamo solo amici, se poi vorrai farmi capire altro spetta a te, ma non ti prometto nulla. Non si direbbe dal mio comportamento di ieri, ma sono un tipo difficile... pretendo un po' troppo. Forse causa del passato.
- Lo so come sei fatta tranquilla, infatti ieri mi aspettavo una cinquina in pieno volto, invece...
- Non parliamone più per favore....
- Va bene! - e si avvicinò per abbracciarla - Cara amica ora ti saluto,! ci sentiamo presto
- Ciao amico - gli sorrise e lo accompagno alla porta.
"Cara Jen ti stai mettendo in un guaio più grande di te" pensò e d'istinto prese il cellulare e chiamò la sua amica.
- Jen tesoro!
- Ginny ho bisogno che tu mi dica che non sto facendo una cazzata.
- Avanti sentiamo...
- Ho mandato via Colin da casa mia senza farlo neache parlare...
- Hai fatto una cazzata!
- Aspetta non ho finito, ho fatto di peggio. Ho fatto sesso con Jess!
- Che.. che cosa hai fatto???? - chiese sconvolta - Cazzata gigantesca Jennifer ma come ti è passata per la testa una cosa del genere?
- è una lunga storia. Vuole dimostrarmi che è cambiato...
- e tu gli hai detto di si?
- Non gli ho detto di no se è questo che vuoi sapere... ma non gli ho neanche detto di si-
- In pratica hai accannato Colin per metterti nuovamente con il tuo ex.
- No! Frena! Innanzitutto non ho accannato nessuno, secondo non sto con Jess.
- Poco ci manca però! Senti Jen, te lo dico da amica, ti stai mettendo nei guai. Pensa bene alle conseguenze, se provi qualcosa per Colin, chiarisciti con lui prima di iniziare qualcosa con Jessie.
- Gli ho solo dato la possibilità di farmi vedere che è cambiato, non mi ci devo mica fidanzare e anche se fosse questo non avrebbe niente a che vedere con me e Colin, sappiamo già cosa deve dirmi.
- E cosa sentiamo...
- Che gli dispiace di avermi illuso ma ama la sua fidanzata.
- Io non la penso così, ma se lo dici tu... Io ti ho dato il mio parere, ora spetta a te. Per qualsiasi cosa ci sono.
- Grazie sei un'amica.
- Ti voglio bene Jen a presto.
- Te ne voglio anche io.  - e riagganciò.

- Hai sentito? - Chiese Ginny a Colin che era davanti lei con gli occhi sbarrati per la chiamata appena ascoltata.
- Ci è andata a letto???????  Ma è scema? - era palesemente sconvolto e nervoso.
- Si è scema... comunque devi agire prima che se la riprenda e sia troppo tardi.
- Non vuole vedermi te l'ho già spiegato.
- Allora ci serve un piano!!!

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