Capitolo 14

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Prima di rientrare in stanza attese qualche minuto nel corridoio, aveva ancora il cuore che le batteva all' impazzata. Era innamorata di  Colin non vi erano dubbi, lo aveva negato in tutti i modi possibili ma adesso era inutile continuare a fingere. L'unico ostacolo era Jesse. Lo conosceva fin troppo bene, non era il semplice ragazzo della porta accanto, carino, gentile e premuroso. Negli anni che erano stati insieme aveva potuto scoprire molte cose su di lui. Una in particolare la spaventava, sapeva essere violento e aggressivo se accecato dalla rabbia. Non aveva mai alzato un dito su di lei, ma aveva comunque timore ad affrontarlo, soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti. Prima o poi peró avrebbe dovuto farlo. Si destò dai suoi pensieri, fece un bel respiro ed entrò in stanza.
- Possiamo smetterla di tenere il broncio e far pace una buona volta? - Chiese lui non appena la vide rientrare.
- Vanno messe delle cose in chiaro prima!
- Tipo?
- Io faccio quello che voglio nella mia vita! Non devo rendere conto a te o a nessun altro.
- Si, ma nei limiti del possibile.
- Certo, ma se decido di fare una cosa, come uscire questa sera con i miei anici, tu me lo lascerai fare. Non mi interessa nulla se hai paura di Colin. Tengo troppo a lui per perderlo in un modo così stupido.
- Allora lo ammetti è? E a me non ci tieni?
- Certo che ci tengo!
- E allora perchè ti ostini a voler passare del tempo con lui? - aveva ripreso ad urlare.
- Io non ci parlo con te quando gridi in questo modo. Calmati e poi forse ne riparleremo - stava per allontanarsi quando lui con una forza che neanche si aspettava la prese e la fece sbattete con la schiena al muro facendole emettere un grido di dolore.
- Ascoltami bene...  non provare neanche a lasciarmi per la seconda volta sono stato chiaro?
- Se continui così la fine della nostra relazione è dietro l'angolo! -  Questa volta lo schiaffo arrivò e non poté far nulla per evitarlo.
- Ma che ti prende si può sapere? - Cominciò a gridare anche lei.
Lui le prese i polsi tra le mani e li portò sulla sua testa. Non poteva  muoversi - Tesorino... quando mi hai lasciato la prima volta, mi hai fatto cadere il mondo addosso... - le si avvicinò pericolosamente al collo ed iniziò a baciarla contro la sua volontà - Ora che ti ho ripreso non permetterò a nessuno di portarti via da me.
- Puzzi d'alcol!
- Stai zitta!!!  Ormai hai scelto me e rimarrai con me!
- Non puoi obbligarmi!!!
- No, ma vedi... se proverai a lasciarmi, quello che ne subirà le conseguenze sarà il tuo bel tesoruccio.
- Lo stai minacciando? - chiese con rabbia.
- Non sfidarmi! - con queste ultime parole le lasciò i polsi,  la prese per le spalle e strattonandola la spinse verso il letto della stanza. - Ora se vuoi uscire con loro sei liberissima di farlo. Sei stata avvisata! - e se ne andò dalla stanza
***
Erano ormai le 21.00 e lui non era ancora rientrato. Qualcuno bussò alla porta della sua camera. Era Ginny. Jen aprì e senza guardare in viso la sua amica si diresse verso la finestra.
- Non si saluta più?
Fece un respiro profondo per non far trasparire il suo stato d'animo.
- Ci siamo salutate poche ora fa... - le fece notare.
- Certo che sei strana! Senti volevo semplicemente sapere se avevi cambiato idea.
Non riuscì a rispondere perchè le venne da piangere. Cercò di non farlo percepire alla sua amica ma non ci riuscì.
- Jen! - le mise le mani sulle spalle e la fece girare. - Che è successo ancora? Perché stai piangendo? - Parlare le era diventato impossibile. Ginny si guardò attorno - Dove è lui?
- Non lo so....
- Avete discusso nuovamente? - Annuì
- Si può sapere che cosa non gli è andato a genio stavolta? E guardami quando ti parlo per favore...
Jen alzò il viso in direzione dell'amica la quale appena la vide divenne viola dalla rabbia
- Passi la cazzata che mi hai rifilato quando dici di essere caduta, ma adesso a cosa dovrei credere? Che ti sei stampata una cinquina sul viso da sola? Che ti ha fatto?
- Abbiamo litigato può succedere.
- Puoi essere sincera una volta tanto almeno con me? Non uscirà da questa stanza.
- E va bene! Ma devi essere muta. È iniziato tutto la sera della festa. Si è vero sono caduta, ma perchè stavo cercando di evitarmi questo - indicò la mano stampata sul suo viso - visto che gli stavo sputando in faccia tutto quello che pensavo al momento. Sembrava essersi calmato, ma oggi invece ha ricominciato! Mi ha proibito di uscire con voi! O meglio... posso uscire con voi solo se Colin non è presente. Gli ho detto la mia ma a lui non stava bene, così sono uscita dalla stanza per calmarmi e quando sono tornata mi ha nuovamente aggredita dicendomi che se provo a lasciarlo quello che ne subirà le conseguenze sarà Colin. 
- Ti ha minacciata in pratica!
- Era ubriaco! Magari ora rientra e gli è passato tutto.
- Lo stai giustificando?
- No! Ma non voglio che se la prenda con Colin!
- E lasci che se la prenda con te? Colin sa difendersi da solo fidati. E se viene a sapere anche solo un quarto di quello che hai detto a me, altro che difendersi, quello lo uccide prima che possa dire A!
- Non lo dovrà mai sapere! Troverò un modo per farlo ragionare. Non è una cattiva persona. È solo accecato dalla gloisa. Gli farò capire le cose in maniera tranquilla e gradualmente. E' l'unico modo. Fidati.
- Come posso fidarmi? Ti ha messo le mani addosso....
- Era solo uno schiaffo, era fuori di se e poi non lo ha mai fatto in vita sua. Non con me almeno.  Non si ripeterà.
- Sei intenzionata a lasciarlo quindi?
- Si... per vari motivi, ma non è una cosa che posso fare dall'oggi al domani, sopratutto per come sta in questo momento.
- Facciamo così... tu lo conosci meglio di me quindi ti lascerò fare, però se si comporta anche solo mezza volta come oggi non esitare a dirmelo.
- Va bene!!!! - Si abbracciarono....
- Prendere una boccata d'aria ti farebbe davvero bene. Sicura di non voler venire?
- Sicura! Preferisco aspettarlo per mettere le cose in chiaro.
- Se ti serve qualcosa non esitare a chiamarmi.
- Sarà fatto!!!! Ora va che ti staranno aspettando. Io starò bene! - l'accompagnò alla porta.
***
Torno verso le undici quella sera. Aprì la porta e per sua sorpresa se la ritrovò in stanza.
- Ero convinto che non ti avrei trovata! - Disse con tutta tranquillità.
- Sei sobrio? - Chiese lei sapendo già la risposta.
- Si! E mi sento terribilmente in colpa...
- Risparmia il fiato.
- Possiamo parlarne?
- Possiamo? Dobbiamo parlarne!  Hai superato un certo limite questa sera...
- Lo so! È ingiustificabile il mio comportamento... non so cosa mi sia preso... ero accecato dalla gelosia, ho bevuto un po' troppo e ho avuto una reazione esagerata. Tu mi conosci, non ti ho mai fatto niente del genere! Non si ripeterà più.
- Non sono arrabbiata per lo schiaffo in se, ma per quello che mi hai detto. Io non sono di proprietà di nessuno mettitelo bene in testa, posso decidere liberamente con chi uscire e con chi stare,come naturalmente lo sei anche tu! 
- Lo so... scusami! Ho solo paura che tu corra a braccia aperte da lui.
- Io non sono come te! Io non tradisco... ho preso la decisione di vedere come va tra noi? Sbagliata o giusta che sia la porterò a termine. Non mi tirerò indietro, anche se devo dirtelo...non vedo un futuro roseo. - prese fiato - Questo non significa che starò con te per sempre o fino al prossimo litigio. Ti darò una possibilità come ti avevo promesso ma se mi renderò conto di non provare più nulla per te mi dispiace ma la finiremo all'istante.
- Va bene. Scusami ancora!! Non ero in me.
- Cerca di evitarlo la prossima volta.
Un messaggiò arrivò sul telefono di Jen. Era Ginny:

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