18 anni in lacrime

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I diciotto anni di Nicholas e di Joseph si avvicinavano sempre più. La cosa che non avevo mai pesato è: come farò ad essere ad entrambi i compleanni dal momento che cominciano e finiscono quasi alla stessa ora? Bel problema. Un altro rompicapo? I regali. Dal momento che non conosco ancora bene Joseph, gli regalerò un profumo con qualcosa vicino. È Nick il problema. Ce l'ho avanti da una vita e gli ho praticamente fatto tantissimi regali. Dovrò inventarmi qualcosa di nuovo.

«Perché non gli regali un viaggetto?», mi fa la mamma mentre prepara l'insalata.

Non è una cattiva idea. «Non saprei per quale meta».

«Ma come? Il vostro sogno non è sempre stato andare a Las Vegas?».

«Appunto mamma, è il sogno di emtrambi. È una cosa che dobbiamo fare insieme».

«Allora regalagli un viaggio per due. Sarà ancor più felice di essere accompagnato dalla sua sorellina».

Idea fantastica...ma chi lo dirà a Jospeh?

«Grande idea mamma, ma mi servirebbe qualche soldo in più».

«Ne ho giusto un bel mucchietto conservato per te», dice strizzandomi l'occhio.

«Grazie mamma, sei la migliore!».

«Lo so», risponde lusingata.

E così dedicai quel pomeriggio allo shopping frenetico con mamma.

Il giorno è arrivato. Ho detto a Nick che passerò alla sua festa con un leggerissimo ritardo dato che passerò a fare un saluto a Jospeh. Mia madre ha scelto per me un vestito a righe bianco e nero con un cinturino in vita. Mi arriva al ginocchio, e dietro la schiena è abbastanza scollato. Lo adoro. Con il regalo tra le mani, varco l'entrata del locale. A prima vista non mi sembra una festa di diciotto anni; sembra più una festa di matrimonio. Raggiungo Jospeh sentendomi fuori posto.

«Sei fantastica!», mi fa lui.

«Grazie», arrossiso. Gli allungo il regalo.

«Grazie. Lo aprirò dopo insieme agli altri».

«Oh, quasi dimenticavo! Auguri!».

«Grazie tesoro».

La festa iniziò con un bel brindisi. Joseph mi presentò tutti, persino i suoi, e io ero tipo: portatemi via di qui. No apparte gli scherzi, mi sto divertendo.

«Non sei niente male», si congratula Joseph nel bel mezzo di un lento.

Io l'ho detto che sembra più un matrimonio! Chi ballerebbe un lento ai suoi diciotto anni?

«Tra poco vado via. Nick mi aspetta».

«Nicholas può aspettare», dice con una nota aspra.

Aggrotto le sopracciglia. «Sono anche i suoi diciotto anni».

«Sì, ma a quanto pare hai preferito essere ai miei diciotto anni invece che ai suoi».

Così mi incazzo. «È così che la pensi?».

«Beh, non puoi non ammettere che ho vinto io. Lo stai mettendo da parte finalmente».

Mi fermo w mi stacco da lui. «Hai vinto tu? È soltanto una questione di vincere?».

«Senti, lo sai che sono pazzo di te. E tu lo sei di me, quindi smettila», ribatte con un tono quasi canzonatorio.

Ma è serio o cosa? «Io penso che tu non ti senta affatto bene stasera. Me ne vado. Ne riparliamo Lunedì a scuola, e fino a quel giorno non voglio neanche sentirti».

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