Dalla parte di Nick - Joseph-faccia-da-scemo

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Probabilmente l'ultima volta in cui rimasi più tempo insieme ad Amanda fu la sera in cui facemmo "pace". Ci vedevamo di rado, un po' per organizzare la mia festa di compleanno, un po' per parlare in generale. Sarebbe stato il compleanno anche di Joseph, ma lei ci sarebbe stata ad entrambi. Me lo disse una sera tutta preoccupata, a differenza di me; per quanto a Mandy piacesse Joseph, non avrebbe mai potuto mancare ai miei diciotto anni. Katrine continuava a ronzarmi intorno dicendomi che dovevo allontanarmi. Io non le diedi ascolto. Sarebbe stato da masochisti, e anche da egoisti. Non potevo farle una cosa del genere. A detta di Katrine quello era l'unico modo per farle rendere conto dei suoi profondi sentimenti per me. Il problema era che Mandy sapeva di amarmi, ma per qualche motivo rifiutava l'idea di stare con me. Sarebbe stato da idioti allontanarsi soltanto per fare in modo che lei si buttasse tra le mie braccia.
Uno dei pomeriggi in cui ci vedemmo per studiare e parlottare, concordammo che il nightclub era perfetto per fare la mia festa. Lei era radiosa e diceva di avere in mente un regalo fantastico per me, ma l'unico regalo che Avrei voluto avere da lei, era lei stessa tutta per me. Ovviamente non glielo dissi.
«Com'è fatto?», le chiesi curioso.
Lei sorrise felice. «Non te lo dirò mai! Mamma mi ha aiutato».
«Quindi è un qualcosa che hai creato tu?».
«Ma per carità!», ridacchiò lei.
«E allora cos'è?».
«Non te lo dirò mai!».
«Ah, davvero?», dissi io lanciandole uno sguardo malizioso. Poi mi buttai su di lei facendola sprofondare tra i cuscini. Ne afferrai uno e mi sedetti su di lei per bloccarla. «Se non me lo dici, ti soffoco. E poi ti faccio anche il solletico», dissi cercando di sembrare serio.
«Non sei credibile», rispose lei scoppiando a ridere.
Qualcuno bussò alla porta e interruppe la conversazione. «Avanti», urlai girando la testa verso la porta ma rimanendo immobile dov'ero.
Mandy protestò, ma non riuscì a sgusciare via dalla mia presa.
Mia madre entrò e ci guardò con un cipiglio. «Spero che non vi stiate ammazzando in casa mia. Comunque, Nick ho bisogno che tu mi vada a fare la spesa», mi disse lei.
«Va bene mamma, ora se non ti spiace potresti uscire? Devo soffocarla e non ci devono essere testimoni. Ops, te l'ho già svelato».
«Mi sa che non potrai fare più nulla», rispose lei ridacchiando e uscendo dalla stanza, chiudendosi la porta dietro.
Mandy cominciò a ridere sotto di me. «Guarda che il solletico posso sempre fartelo», dissi mollando il cuscino e gettandomi su di lei. Le feci il solletico sul collo con le labbra, e lei si dimenò sotto di me. Rideva come una matta. Diciamo che il solletico era quasi una scusa per poterle sfiorare il collo con le mie labbra. Quando sentii che non mi sarei più riuscito a trattenere e che sarei andato oltre, mi staccai da lei e tornai al mio posto, cercando di non pensare a quanto eravamo stati vicini e alle mie labbra sul suo corpo.
«Allora, vieni con me per un'avventura al supermercato?», dissi schiarendomi la voce.
Quando smise di ridere tornò a sedersi. «Non posso, ho appuntamento con Joseph».
Cercai di non farle a vedere quanto la cosa mi turbasse. «Non sai che ti perdi!», dissi ironico.
«Te che ti perdi tra gli scaffali?», ghignò lei.
Risi anch'io senza risponderle. Uscimmo insieme di casa dopo che mia madre mi diede la lista. Ci salutammo davanti casa sua con uno dei soliti abbracci. Lei si andava a fare bella per quel coglione patentato di Joseph mentre io andavo da solo a fare la spesa, cosa che di solito facevamo insieme. Che poi fu proprio il supermercato il luogo di incontro di Amanda e Joseph, per cui da che era il mio luogo preferito, in quel momento era diventato uno dei posti che di più odiavo al mondo. Mentre svoltai la curva con questi pensieri in testa, vidi proprio Joseph che stava andando a prendere Amanda per uscire. Imprecai mentalmente e feci deliberatamente finta di non vederlo. Ma lui si fermò davanti e me, bloccandomi il passaggio.
«So che credi che Amy verrà al tuo compleanno e non al mio, ma ti sbagli», disse acido al massimo.
«Prima cosa, Amy fa schifo come soprannome, seconda cosa Amanda ci sarà ad entrambi i compleanni. Adesso potresti levarti da mezzo?», risposi quanto più scortese possibile.
«Ma tu davvero credi che lei al tuo compleanno ci sarà? Non verrà, te lo assicuro», ghignò. Poi si spostò e continuò a camminare.
«Tu non sai nulla di Amanda. Non farebbe mai una cosa del genere», gli urlai dietro. Non capivo cosa Mandy ci trovasse in lui; era un viscido verme.
«Vedremo», rispose, e poi sparì dietro l'angolo.
Durante la ricerca dei prodotti che mia madre mi aveva accuratamente segnato sulla lista che avevo tra le mani, non feci altro che pensare a quanto fosse stupido Joseph. Non poteva davvero credere che Mandy avrebbe preferito lui a me. Sarebbe stata una cosa assurda. O almeno così credevo.

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