Dalla parte di Nick-Vuole o non vuole? È questo il dilemma!

904 19 4
                                    

5

Mentre preparavo il tutto per la partita di shangai, sentivo gli occhi di Mandy addosso. Era davvero difficile non alzare lo sguardo verso di lei o non immaginarmi steso su di lei a baciarle il collo, il viso, toccarle i capelli e assaporare le sue labbra, e...
"Basta!!", urlai a me stesso.
Mi resi conto che avevo finito da un bel pezzo di sistemare i bastoncini, allora alzai lo sguardo su di lei, e mi sforzai di reprimere l'impulso di saltarle addosso.
Deglutii. «Pronta?».
«Certo», mi rispose arrossendo.
Chissà a cosa pensava. Di sicuro qualcosa su di me.
Nonostante la mia scarsissima concentrazione sul gioco, stavo vincendo.
«Si sa come andrà a finire, Mandy», ridacchiai.
«Scommettiamo che vinco?».
Ripensai al nightclub, alle scommesse, al bacio, e allora... «Se perdi mi devi un bacio».
«No».
«Perché? Non avrai mica paura di perdere?», la stuzzicai. Morivo dalla voglia di accorciare la distanza tra noi.
«Certo che no».
«Allora che ti costa scommettere?».
«Va bene. Ma se tu perdi, domani a scuola voglio sentire una bella serenata per Kim».
Ripensare a Kim e alla mia figura da coglione patentato quasi mi fece arrossire.
«Ma io non voglio Kim. La illuderei».
«Ah, quindi hai paura di perdere», sorrise soddisfatta.
Scossi il capo e trattenni il sorriso. Era bello quando cercava di imitarmi. «Accetto la scommessa».
«Come pensavo»
Era facile battere Mandy, non è mai stata un granché in quel gioco, eppure mi concentrai come non mai per vincere. Ed infatti vinsi.
«E tu dovevi vincere, eh?», dissi cercando di contenere la gioia.
«Ho perso. Ora sei felice?», rispose scontrosa.
Il solo tono di voce mi demoralizzò. Ricordai a me stesso che non c'era ragione di essere tanto felici, dato che Mandy non mi voleva.
«Se vuoi annulliamo il pegno», dissi cercando di sembrare indifferente.
«Un pegno è un pegno. Se avessi vinto io, non l'avrei mai annullato».
Non potevo baciarla, eppure nella sua voce c'era qualcosa. Come se una parte di lei lo volesse.
«Ne sei sicura?».
Lei annuì.
Sorrisi non riuscendo a trattenermi e finalmente colmai quel poco di distanza che ci separava. «E questo è il terzo».
Senza darle il tempo di controbattere, la baciai. Cercai anche di capire dai suoi occhi cosa le passava per la testa, ed era assurdo perché sembrava proprio che volesse continuare a baciarmi. Allora continuai, spostandomi anche sulla guancia e sulla fronte. Poi urlai a me stesso di staccarmi subito, altrimenti le cose sarebbero peggiorate.
«Aspetto con ansia il quarto», le sussurrai nell'orecchio.
Lei si allontanò da me . «Non ce ne sarà un quarto».
Le sorrisi. «Come vuoi».
«Dico sul serio. Sono impegnata con Joseph, non dovrei baciarti!».
«E perché non l'hai detto quando ti ho chiesto se volevi annullare il pegno?».
«Non mettermi in difficoltà, Nick», disse abbassando la testa.
Quindi avevo ragione. Voleva baciarmi.
«Tu volevi baciarmi», dissi allora.
«Non ha importanza. Ma non dobbiamo più farlo».
«Perché? Perché vuoi stare con lui ma non con me? Quando stiamo insieme, tutto è perfetto. Forse lo è anche con lui?».
«Non è questo il punto».
«Allora qual'è? Spiegamelo, per favore».
«Siamo fatti per essere amici, solo amici. Nient'altro».
Amici. Suonava davvero molto male. «Stronzate! Come fai a saperlo?». «Sappiamo tutti come ti comporti con le ragazze. Due o tre giorni e poi basta».
La sua risposta mi spiazzò. Credeva che mi sarei stancato anche di lei? «È questo il problema allora? Sai che con te sarebbe doverso».
«È quello che direbbero tutti nella tua situazione. Due o tre giorni e lo sfizio passa».
«Vuoi sapere perché ho cambiato ragazza così spesso?», dissi, disgustato da me stesso.
«No, non ne voglio più sapere di questa storia».
«Eh no, tu adesso mi ascolti! Se io ho cambiato ragazza così spesso, è perché in ognuna di loro cercavo qualcosa di te. E sai chi me ne ha fatto rendere conto?».
Lei fece di no con la testa.
«Kristen».
«Tutte balle».
«Non ti ho mai detto una bugia, Mandy! Sono sempre il ragazzo con cui sei cresciuta. Perché non mi credi? Io ti amo con tutto me stesso», dissi alzando leggermente la voce.
«Io ti credo, ma non voglio crederti».
«Perché?».
«Perché non voglio stare con te».
Cercai invano di trovare una risposta, ma la mia bocca rimase aperta. E il mio petto chiedeva pietà. la sensazione peggiorò quando vidi che Mandy piangeva.
«Piangi? Che io stia male è un conto, ma che tu ne sia coinvolta è un altro paio di maniche. Va tutto bene, tranquilla. Mi ha fatto piacere questa chiacchierata».
Tutto mi aspettavo, meno che mi abbracciasse.
«Scusami», disse.
«Non preoccuparti, puoi ferirmi quanto vuoi se dopo mi abbracci così».
«Ti voglio bene».
Sospirai. Se un tempo amavo quando me lo diceva, adesso lo detestavo. «Lo so».
Lei si allontanò da me e si sedette sul letto. «Ora andiamo a dormire, altrimenti domani non mi sveglio», disse.
«Agli ordini!», risposi precipitandomi accanto a lei. Mi stesi e mi rannicchiai accanto a lei. «Buonanotte», le sussurrai.
«'Notte», rispose e spense la luce.
Dopo svariati secondi decisi che era meglio allontanarsi da lei. Se normalmente volevo saltarle addosso, in quel momento non riuscivo a trattenermi. Mi spostai da lei e fissai il soffitto, quasi ansimando. Cercai di pensare a tutto, meno che a lei. Ma se pensavo al basket, vedevo lei seduta sugli spalti che tifava per me, se mi concentravo sul mio odio per Jospeh, rivedevo entrambi che si baciavano, se pensavo a cosa avrei potuta fare quel weeekend, mi immaginavo con lei. Era una specie di tortura. Sentii Mandy che si girava sul lato opposto, e mi concentrai sul suo respiro. Non era regolare. Sembrava che anche lei stesse cercando di stare lontano da me per qualche motivo. Per non so quanto tempo rimasi immobile ad ascoltare il suo respiro, finché non decisi di vedere se era sveglia come credevo.
«Mandy?», la chiamai con un sussurro.
«Ehi, sei sveglio anche tu», rispose con voce tremolante.
Mi venne da ridacchiare, ma mi trattenni. Anche lei era in ansia per qualcosa. «Sì».
«Lo senti anche tu?», aggiunsi alludendo alla strana atmosfera che aleggiava nell'aria.
«Cosa?», mi chiese voltandosi finalmente verso di me.
«Questa strana...il tuo cuore batte fortissimo, ti senti bene?», dissi premendo una mano sul suo petto. La ritirai immediatamente indietro.
«Anche il tuo non scherza», rispose, sicuramente in imbarazzo.
Non ero mai stato tanto gioioso. Era evidente che anche lei sentiva qualcosa.
«Beh, sì. E puoi immaginare perché».
«Perché?».
«Non hai la minima idea di quante immagini e idee strane mi stanno passando per la testa», risposi immaginandomi ancora su di lei a baciarla e...
«Stai pensando a qualcosa di sconcio?», ridacchiò interrompendo i miei pensieri.
Risi per mascherare l'imbarazzo. «Anche».
«Tipo...?».
Sentivo che il mio viso stava per andare a fuoco. «Tipo che è troppo imbarazzante per dirtelo», balbettai.
«Adesso sono curiosa», insistette.
Se una persona era così insistente ci doveva essere un motivo.
«Non chiedermi più nulla se vuoi che non ti salti addosso, okay?», dissi facendomi forza.
Con mia grande delusione non disse più nulla. Rimasi in allerta sperando che parlasse, così da avere una scusa. E lei parlò.
«Ma io sono curiosa!».
«Io ti avevo avvisata, dopo non arrabbiarti».
Senza perdere tempo rotolai su di lei stando attento a non schiacciarla con il mio peso, e prima che potesse protestare la baciai. Avevo il cuore a mille e desideravo più che mai soddisfare le mie fantasie. Mandy continuava a baciarmi senza tirarsi indietro, per cui mi feci forza. Le accarezzai i fianchi ed esitante infilai la mano sotto i pantaloncini del suo pigiama. Arrivai a toccare gli slip, il che mi fece arrossire tremendamente.
«Fermami. Dammi una ragione per non continuare, Mandy», dissi cercando di controllare il tono di voce.
Lei non disse nulla. una parte di me voleva continuare, ma poi cosa sarebbe successo? Mi sarei soltanto illuso. Eppure non riuscivo a fermarmi. Non mi sarei fermato se lei non mi avesse detto nulla. Lo sapevo per certo. «Fermami, per favore».
«Io...», ansimò lei.
«Dimmi di stare fermo, se è questo che vuoi», insistetti. Non ricevetti nessuna risposta. «Mandy!», la supplicai.
«Da un momento all'altro arriveranno i tuoi, e non possono trovarci così», balbettò allora.
«Non mi hai ancora detto di fermarmi. E poi, sarebbe questa l'unica ragione per la quale non vuoi che io continui? Se fosse solo per questo, andrei fino e in fondo!».
Di nuovo rimase in silenzio. Allora infilai due dita sotto i suoi slip, e lei continuò a tacere. «Dimmi che non vuoi stare con me, proprio come poco fa».
«Io non...», disse per poi fermarsi.
«Una cosa del genere non vorresti farla con Joseph?», mi uscì fuori. Non volevo dirlo sul serio, perché il solo pensiero mi mandava in bestia. Eppure bastò quella semplice domanda a farla allontanare da me. Un profondo senso di delusione mi invase.
«Fermati Nick. Non voglio stare con te», disse.
Un altro pugno nello stomaco. Me l'ero cercata. «Peccato».
Mio malgrado, ritirai la mano e tornai al mio posto. Poi mi venne da ridere ricordando che Mandy aveva detto che non ci sarebbe stato un quarto bacio.
«Aspetto il quinto», dissi.
«Non trattenere il fiato nell'attesa».
«Invece lo farò, così dovrai baciarmi per salvarmi».
Lei non rispose e si voltò dalla parte opposta alla mia. Sapevo che stava alzando gli occhi al cielo. E sentivo che, nonostante tutto, stava sorridendo. Per cui sorrisi anch'io.

Best Friends in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora