La verità.

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Riesco a capire dove sono senza neanche aprire gli occhi; c'è un forte odore di disinfettante, il classico sentore che di solito si sente negli ospedali. Sono in infermeria. E riesco a percepire anche un presenza al mio fianco. Prendo fiato e apro gli occhi.

«Ciao», dice incerto Nicholas. Mi accenna un mezzo sorriso. «Stai bene?».

Prima mi sento estremamente felice per la sua presenza, e poi...la rabbia mi invade. «Perché dovrebbe importarti?», gli ringhio contro.

«Non fare la ridicola», sbuffa esasperato.

«Non hai mosso un dito per fermarla!», urlo ancora, con gli occhi che mi pizzicano.

«Non pensavo che ti avrebbe fatto del male! Sono intervenuto quando ti ha attaccato ma eri già svenuta! Secondo te chi ti ha portato in infermeria?», ribatte lui alzando la voce.

«Oh beh, allora grazie!», dico ironica.

«Potresti anche mostrare un po' di vera gratitudine!».

«Sai cosa? Forse Jospeh non è tanto male messo in confronto a te!».

Subito dopo averlo detto, me ne pento.

Lui mi fissa ferito, poi il suo sguardo diventa impenetrabile. «Allora corri da lui. Diventa la sua migliore amica e fai soffrire anche lui come fai con me. Pare che tu ti diverta molto a farlo».

Apro e richiudo la bocca a corto di parole. Lanciandomi un ultimo sguardo denso di delusione, gira i tacchi e fa per andarsene.

«Sì, bravo. Corri dalla tua nuova conquista Kim!», gli urlo dietro.

Lui mi ignora e continua a camminare.

Con uno scatto scendo giù dal letto ed esco dall'infermeria. È strano che non ci sia l'infermiera. Torno nei corridoi ormai semivuoti. A quanto pare si torna a casa.

«Ehi, ferma!», mi chiama Joseph da dietro.

Mi giro verso di lui. «Sì, sto bene».

«Mi fa piacere. Senti, credo di aver scoperto cosa sta cercando di fare Nicholas», dice col fiatone.

«Lascia perdere. Lo odio!».

«Ma dai, ascolta. Ho sentito Katrine che parlava con Tyler. Lui le ha chiesto cosa è successo precisamente con te, e Katrine gli ha risposto che ha consigliato a Nicholas di allontanarsi da te per darti il tempo di capire che tu lo ami e che ci vorresti stare assieme. Di darti il tempo di capire cosa ti freni realmente».

Non so esattamente perché, ma mi scappa una grossa risata. «Non posso credere che stia ad ascoltare uno stupido consiglio di Katrine».

«E questo è quello che ho sentito», conclude Joseph.

«Beh grazie, ma ora vado. Ci si vede», lo saluto.

Non credevo fosse così idiota da seguire un consiglio del genere. A circa venti metri da casa, decido di fargli visita per dirgliene due. Subito dopo aver bussato alla sua porta, Rachel mi apre sorridente, come se stesse aspettando qualcuno.

«Ciao, Mandy! Che piacere!».

Ricambio il sorriso. «C'è Nicholas?».

«Certo, è di sopra».

«Bene, allora vado da lui», taglio corto.

«Va pure».

Mi faccio prendere dal momento ed irrompo nella stanza senza bussare e non accenno a salutarlo.

«Non credevo fossi così idiota da seguire un consiglio di Katrine!», urlo.

«Ciao anche a te. Come hai...», incomincia, ma lo zittisco con un gesto.

«Adesso parlo io. Per i tuoi scopi egoistici hai persino messo a repentaglio il nostro legame! Sei stato a sentire a Katrine e non te ne sei importato nulla di me! Forse non mi ami tanto quanto dicevi!».

«Oh andiamo, falla finita!», esclama alzandosi dal letto e venendomi incontro.

«Sta zitto!», urlo ancora indietreggiando.

«Sono stato idiota ed egoista, è vero. Ma non sono l'unico egoista qui. Nonostante fossi a conoscenza dei miei sentimenti, mi hai illuso più di una volta lasciandoti baciare. Mi hai sempre fatto credere che prima o poi qualcosa sarebbe cambiato e poi, subito dopo avermi baciato, correvi a baciare Jospeh. Non venirmi a fare la predica se poi anche tu hai avuto un comportamento di merda!».

«Quindi è questo quello che pensi di me? Lasciami dire che non sono l'unica che fa schifo tra i due!», sbraito.

«Ah, è così? Quindi ti faccio schifo!», mi gruda contro avvicinandosi. Cerco di indietreggiare finché non arrivo a toccare il muro con la schiena. «Allora perché vorresti toranare ad avere il legame di prima?».

Ormai siamo a poche spanne di distanza. Sento il suo fiato fresco sul collo, che mi fa nascere un brivido che mi percorre lungo la schiena. «Forse non lo voglio più», dico con voce debole, dimostrando meno sicurezza di quanto volessi.

«Non dire cazzate!».

«Non le dico», balbetto.

Lui sorride. «Guardati. Lo senti l'effetto che ti fa la mia vicinanza?».

«Ma stai zitto», balbetto ancora con una stretta allo stomaco.

«Se io ti baciassi qui e adesso?», sussurra con voce dolce.

Un altro brivido. «Non lo faresti», dico, non tanto sicura.

«Scommettiamo?», chiede malizioso.

«Sai che amo le scommesse», sussurro avvicinandomi a lui impercettibilmente.

Ma che cavolo dici?! Che scema che sono.

«Ma che stronza. Dopo tutto ciò che hai detto mi baceresti anche!», dice indignato facendo qualche passo indietro.

Così resto immobile, delusa e a bocca asciutta. Senza aggiungere altro lo spingo lontano da me, giro i tacchi e sbattendo i piedi me ne vado di lì.

Tutti i torti non ha. Che stronza!

Best Friends in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora