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Quando mi sveglio e apro gli occhi vengo accecata da un raggio di sole: la sera prima ci siamo dimenticati di abbassare le tapparelle.
«Nick?», lo chiamo ad occhi chiusi.
Non risponde, allora tasto con la mano per controllare che sia accanto a me.
«Ma dove metti le mani!», sghignazza lui.
Spalanco gli occhi e divento tutta rossa.«Scherzo!», aggiunge alzando le mani in aria.
«Non sei divertente», sbuffo.
«Neanche tu sei stata tanto divertente ieri sera», ribatte con voce petulante.
«Avevo sonno», mi giustifico.
«Sì, ho notato, neanche dieci secondi dopo averti dato la buonanotte ti sei appisolata».
«Ti prometto che Sabato prossimo sarò di compagnia, o magari anche stasera ma domani dobbiamo andare a scuola».
«Stasera. Mentre tu dormivi mi sono rivestito. Torno a casa dai miei, ci vediamo più tardi?».
«Sì», rispondo, e ricado a faccia in giù nel cuscino.
Nick mi si avvicina e mi da un bacio; poi lo sento allontanarsi. Purtroppo però non ho nemmeno un secondo di pace perché sento altri passi in avvicinamento. «Dormigliona, andresti a fare la spesa?», mi chiede mia madre scuotendomi.
Io mi lamento. «Mamma, é Domenica».
«Quindi? Il supermercato é aperto».
Mormoro qualcosa e sento che sto per riaddormentarmi, quando mia mamma comincia a farmi il solletico.
«Okay, smettila!», grido mentre mi dimeno.
«Ci vai a fare la spesa?».
«Ci vado, ci vado, ma tu smettila!».
Mi alzo imbronciata e con passo lento mi reco in cucina. Prendo la mia tazza e ci verso il latte e il caffè, dopodiché pesco da un mobiletto i miei cereali preferiti e ne butto un pugno nella tazza che mi sta davanti. Mi rendo conto di non aver preso il cucchiaino, allora da seduta mi allungo verso il mobile delle posate e ne prendo una lamentandomi. Ho il tempo di svegliarmi per bene mentre sgranocchio e bevo tutto il latte, quindi mi alzo e velocemente mi butto sotto la doccia.
Un'ora dopo busso alla porta di Nick sperando che mi accompagni a fare la spesa, e ad aprirmi la porta é la madre.
«Ciao Rachel», la saluto con un sorriso.
«Ciao tesoro. Cerchi Nick?».
«Sì».
«Entra pure, é in camera sua che dorme». Cazzo, dorme. Devo svegliarlo. «Oh», dico e mi dirigo verso la sua stanza. Apro silenziosamente la porta e lo vedo steso sul letto con un cuscino stretto tra le braccia e le cosce con un'espressione serena. Non posso svegliarlo: é così tenero. Sorrido e mi allontano dalla sua stanza salutando Rachel e uscendo fuori casa. Sono destinata ad andare da sola al supermercato, il mio incubo: é una noia mortale. Sbuffo e accelero il passo.
Arrivata al supermercato inizio a prendere e mettere nel carrello tutto ciò che mia madre mi ha scritto sulla lista che ho tra le mani, e noto che un ragazzo mi sta seguendo con lo sguardo. É carino, anche. Capelli corti e biondi con un ciuffetto che gli ricade sugli occhi nocciola, labbra carnose e fisico da urlo si direbbe.
Quando finisco di fare la spesa esco con quattro buste abbastanza pesanti e maledico Nick che si è addormentato e che non é qui ad aiutarmi.
«Una ragazza come te non dovrebbe portare quei bustoni», dice una voce alle mie spalle. É il ragazzo del supermercato. «Cosa intendi per "ragazza come te"?», gli chiedo voltandomi.
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Best Friends in love
RomanceInnamorarsi del proprio migliore amico. Quello con cui dormi, con cui sei perennemente in contatto. Quello che puoi considerare come tuo fratello. Quello con cui sei nata assieme. Quello con cui sei legata sin dalla tenera età. Innamorarsene é sicur...