Dalla parte di Nick- Nightclub

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Amanda mi urlò più volte che dovevo svegliarmi, che era pomeriggio inoltrato e che dovevamo studiare diritto per la verifica. Dopo un po' decisi di alzarmi, e mentre lei mi spiegava la lezione di diritto che mi ero perso in classe -causa disattenzione- io pensavo al sogno. Era da un bel po' di tempo che mi capitava di sognarlo. Non ne capivo la ragione. D'un tratto decisi che era meglio lasciar perdere e prestare attenzione ad Amanda dato che di lì a poco mi avrebbe interrogato.

«Capito tutto?», mi chiese infine.

«Certo», risposi lasciandomi sfuggire uno sbadiglio.

«Mi dispiace averti svegliato», mi disse con sincero rammarico.

«Nessun problema», le sorrisi.

«Sei così carino quando dormi. Stringi sempre tra braccia e gambe un cuscino».

«Quando non ci sei tu c'è il cuscino».

«Ah, quindi è così facile sostituirmi?», mi chiese fingendosi offesa ei diede uno schiaffetto dietro la testa.

«Facilissimo!».

Lei rise forte. Se c'è una cosa che amo più di ogni altra cosa, è la sua risata. È così contagiosa, melodiosa...dovevo continuare a farla ridere. Mi alzai di scatto dal letto e mi allontanai di dieci passi da lei.

«Ma che fai?», ridacchiò lei.

«Ti dedico una sfilata! Mettiti comoda».

Lei si sdraiò sul letto portandosi le mani dietro la testa. E allora cominciai a sfilare cercando di imitare i modelli che avevo visto così tante volte in TV con tutte le loro posizioni, la camminata, l'espressione...e lei ricominciò a ridere. Fantastico! Mi sfilai di botto la maglietta e gliela lanciai. «E che te ne fai di un modello se hai me?», ridacchiai ironico.

«Un modello? Sul serio? Dovresti andare un po' in palestra, mio caro Nick», mi prese in giro dandomi un buffetto sulla pancia.

Mi lasciai cadere di peso sul letto sedendomi accanto a lei. «Ma senti chi parla, la ricotta vivente! Quand'è che muovi un po' il culo e vai in palestra?», dissi facendole il solledico -altra cosa che la faceva ridere da morire.

Mentre parlavamo ancora di fisico, e mentre cercavo di farla ridere ancora un po', pensai a quanto fosse bella. Era molto minuta -mi arrivava alla spalla- sia di altezza che di fisico; aveva le mani così piccine e carine come i piedi. Il tutto le conferiva un che di fragile, quasi come se fosse fatta di porcellana. I capelli mossi le davano quasi un aspetto selvaggio, e i suoi occhi...non ho mai visto un paio di occhi color ambra belli come i suoi. Mi sono sempre chiesto con chi sarebbe finita Amanda. Di sicuro non meritava uno qualunque come il suo ultimo ragazzo, Charlie. Che idiota che era! Solo pensare a quel tipo mi faceva salire una rabbia immensa. Meritava qualcuno che le ricordasse quanto fosse stupenda quando aveva bisogno di sentirselo dire, e qualcuno che la facesse ridere ed essere spensierata. Amanda, nonostante le apparenze, non credeva molto in sé stessa. Solo chi le stava perennemente a contatto come me poteva saperlo.

Dopo aver sbaciucchiato il libro di diritto, lei si buttò indietro tra i cuscini. «Ho detto "stai al gioco", non "fai una delle tue stronzate"».

«Almeno ti ho fatta ridere. Sai che stavo pensando? Sarebbe davvero figo essere scopamici, tipo quel film che vedemmo al cinema».

In realtà non lo pensavo affatto, ma per un motivo a me ignoto, lo dissi.

«Sarebbe davvero fantastico venire a letto con te Nicholas, ma ora studiamo», rispose lei ironica rialzandosi.

«Un giorno ti pentirai di non aver accettato la mia proposta».

«D'accordo, mi hai convinta. Spogliami», disse allora alzando le braccia in aria per farsi sfilare la maglietta dalla testa.

Best Friends in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora