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Ci furono molte discussioni sul decidere il destino della mia vita, alla fine masky mi prese e mi portò via dagli altri 2 ragazzi che scomparvero immezzo agli alberi insieme ad un altra figura.

Arrancai con fatica spintonata da masky verso un altra casa, messa meglio dell altra almeno esteriormente.

Il ragazzo aprì la porta cigolante e mi premette la schiena per spronarmi ad entrare nella casetta, entrai e mi fermai al centro della prima stanza

Vi era un letto con tanto di coperte e cuscino, e accanto sulla destra un comodino con un accendino sopra, nella stanza a fianco vi era un tavolo ricoperto da bottiglie di alcolici alcune finite altre a metà e alcune vuote.

Trattenni il peso sulla gamba meno dolorante, mi coprivo le mani con le maniche del maglione per il freddo tremavo

Avrei voluto dare la colpa al freddo che mi congelava le ossa ma la verità è che avevo paura.

Paura di quel ragazzo con la maschera bianca che nel frattempo si era seduto sul letto.

Aveva poggiato i gomiti sulle ginocchia, la maschera gli copriva il viso ma gli occhi neri erano puntati verso la mia figura.

- ti ha fatto del male non è vero?-

Mi domandò, la voce era leggermente ovattata per via della maschera ma capì lo stesso.

Rimasi sorpresa da quella domanda

A lui che importava?

- è buona educazione dare un risposta alle domande.-

Ribbattè con tono freddo

Annuì timidamnete con la testa, avevo paura fosse un altro di quei giochi macabri che iniziavano con una buona azione e finivano con del dolore fisico.

Sospirò e si levò la maschera, i suoi occhi nocciola mi scrutavano soffermandosi nei punti dove le ferite erano più evidenti, si alzò e prese una scatola bianca da sotto il letto.

-levati i pantaloni e vieni qui-

Lo guardai accigliata, levarmi i pantaloni?

Oh no! Sono riuscita a non essere stuprata da hoodie, non voglio di nuovo correre il rischio, no signore!

-avanti non ho intenzione di stuprarti se è quello che pensi, hai un taglio su una gamba se non ti levi i pantaloni come faccio?-

Masky sembrava sincero, ma io non mi fidavo

Lui voltò lo sguardo e io mi arresi, abbassi i pantaloni e mi avvicinai a lui

Iniziò a medicarmi la gamba

I suoi occhi Bruni esaminavano attentamente la mia ferita e la tamponava delicatamente con una mano mentre con l altra esercitava una piccola pressione sulla mia coscia.

Intanto io mi chiedevo

Perché mi aiuta?

-se ti stai facendo domande, la risposta è che sono umano anche io.-

La sua voce cupa mi attraversò il petto e fece perdere 1 battito al mio cuore.

È umano.

Era difficile da credere, se faceva larte di quel gruppo.

A questo punto mi chiedo,

Sarà come hoodie?

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Che schifo.

Non riesco più a scrivere

R.i.p

Scusate il ritardo spero sia venuto minimo leggibile

Vi voglio bene

-A♡

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