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(t/n)'s pov

Era passata una settimana e ormai avevo già tutte le informazioni sufficenti e poco scontate di quell'uomo. Come ad esempio il numero della sua amante.

Mi era costato trovarlo, seguirlo per una settimana ovunque, annotare tutto e scattare molte foto. Avevo fatto un lavoro preciso, una precisone maniacale, avevo tutto al suo posto. Avevo l 'impressione che sarebbe andato tutto storto se non avessi fatto tutto perfettamente, ma diciamocelo, non era solo un'impressione la mia, era una certezza.

Mi stavo strofinando le mani per placare il loro tremolio mentre osservavo mio figlio steso in un letto d'ospedale. Riuscivo solo a sentirmi male per quello che era successo, per quello che aveva dovuto passare, mi sentivo una madre orribile.

Mi passai una mano tra i capelli tentando di non piangere quando la porta si aprì, rivelando la figura di un dottore, sfogliava dei fogli senza nemmeno degnarmi di uno sguardo.

La stanza era avvolta dal silenzio e dal bianco oppriemente che ricopriva le pareti, le tende e i letti vuoti di quella stanza.

-La signorina (t/c)-

il dottore alzò lo sguardo dai suoi fogli. Il suo viso era marcato da delle rughe non troppo evidenti, i capelli bruni gli ricadevono senza un senso logico sulla frontee e sugli occhi chiari che mi scrutavano in attesa di una risposta.

-Si sono io, come sta?-

chiesi riferendomi a Set, cercai di sembrare calma, di non far tremare la voce davanti a quell'uomo, ma mi risultava difficile.

-Non ricorderà nulla dell'accaduto, ha subito un trauma, ricorderà solo quello che è avvenuto prima e poi nient'altro-

I suoi occhi chiari continuavano a martellarmi con sguardi carichi di odio per aver lasciato mio figlio solo in una foresta, avrei voluto solo urlare qualunque cosa. Mi sentivo così rotta, così spenta e vuota. Volevo solo risentire Set lamentarsi di qualsiasi cosa. Nient'altro. 

Annuì al dottore che si dileguò dopo poco, baciai la fronte di mio figlio e gli sussurrai "la mamma ti ama tanto." Successivamente mi dileguai anche io.

Iniziai a dirigermi verso casa di Sally e una volta arrivata, citofonai.

-chi è?-

La voce storpiata di Sally rispose e prontamente mi drizzai sul posto.

-Sono io... puoi scendere? devo parlarti-

Dissi sporgendomi un pò in avanti verso l'alto parlante.

-(t/n)..? arrivo.-

inizia a camminare su e giù per il vialetto di ingresso cercando le parole giuste, cercando di calmarmi in tutto questo. Il cancello rosso si aprì e rivelò la figura di Sally.

-Dove diamine eri finita?! tuo figlio è in ospedale! e tu ti presenti solo ora?! Cristo (t/n)!!!-

La faccia arrabbiata dellamia amica mi trafisse come un coltello in petto, sentivo le lacrime saliri copiose, avrei fatto di tutto per cacciarle indietro.

-devo parlarti di quest-

Tentai di iniziare il discorso che tanto mi era preparata in testa ma Sally mi interrupe maleducatamente.

-che razza di madre sei!?? perchè diamine era nella foresta!!? Hai delle responsabilità (t/n) e..-

-ASCOLTAMI E STA ZITTA SALLY!-

interruppi subito Sally, il nervoso e la rabbia mi stavano dando al cervello e avanzai verso di lei con passi pesanti, spaventandola, iniziò a indietreggiare. Scossi la testa e mi scusai immediatamente, mi schiarì la voce con dei colpi di tosse.

"okay... adesso mi calmo! ora mi calmo..."

-Stavo dicendo... Sono finita in un casino e ho bisogno che tu tenga Set con te, che tu lo cresca insieme a Mary ti darò io i soldi per lui! All'ospedale ho già detto di chiamare te per quando lo dimetteranno... ti prego voglio solo che lui stia al sicuro.-

Verso la fine la mia voce iniziò a tremare e tutta la rabbia che avevo accumulato svanì non appena il vento soffiò, portandosela via con se, fu come se mi avesse portato via un peso e ne fui grata.

-(t/n) che cosa hai combinato?-

Questa volta la voce di Sally era preoccupata e tentò di avvicinarsi a me, di tutta risposta io mi allontanai sentendo le lacrime salire e minacciare di uscire senza alcun ritegno.

La mano di Sally tento di afferrarmi, per trascinarmi via dal buio che mi avvolgeva, ma non potei fare a meno di indietreggiare verso quel buio che mi avvolgeva freddamente.

-Non posso dirti nulla, ti prego fai come ti ho chiesto.-

Detto questo iniziai a correre via verso il centro del buio.

Arrivai di fronte alla foresta, camminai lentamente scandendo ogni singolo passo, tenevo saldo le bretelle dello zainetto come se fosse la cosa più preziosa che avevo. Ed effettivamente lo era, dentro vi era tutto il mio lavoro su quell'uomo.
Era il mio lasciapassare per vivere in sostanza.

Il mio passo fu arrestato da delle risate in lontananza, aitomaticamente mi diressi vicino fino a scorgere la figira dei tre ragazzi. Appoggia la mano ad un albero, e assottigliai gli occhi per vedere meglio, non mi sarei mai voluta avvicinare troppo.

Masky, Hoodie e Toby stavano ridendo mentre trascinavano 2 ragazzi chissà dove.

-Chi è il cretino tra voi due che gli ha permesso di fare le consegne?-

Sentì sbraitare in lontananza, non sapevo di cosa stessero parlando e non mi importava, volevo starne fuori il più possibile.

I due ragazzi anche se apparentemente più grendi dei tre non riuscivano a liberarsi dalla presa di Hoodie e Toby. Ma la situazione cambiò quando uno riuscì, ingnaro di ciò che sarebbe capitato dopo, a correre via.

I suoi passi rieccheggiavano pesanti sopra le urla dei tre, chiusi gli occhi e li sentì svanire dun tratto. Riaprì gli occhi e non troppo lontano da me la figura di Masky stava tenendo la testa a quel ragazzo.

-No ti prego no! No!!-

Le urla e i singhiozzi di quel ragazzo sostituirono i suoi passi pesanti e una leggera brezza invase la scena.

Masky strise la presa e iniziò a sbattere violentemente la testa del ragazzo ad un albero fino a che non si tinse tutto di rosso. Sbarrai gli occhi e mi coprì la bocca con le mani iniziando a tremare.

Mi nascosi dietro l'albero accasciandomi al suolo, incontrando la terra umida.

Questo è quello che era Timothy, il timothy che avevo visto io... non esiste. Questo è il vero lui, insieme a i suoi due amici. Mi fa una paura tremenda, ho così tanta paura.

Tutto quello che devo fare è stargli lontana.

"Stagli lontana e non ti farà del male".

Mi alzai a fatica con l aiuto dell'albero,  notai che il solo stava tramontando e iniziai a correre verso il centro del bosco.

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Bene.

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