Capitolo 25

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Aveva lanciato un sassolino, un indizio, un qualcosa.

Ero riuscita a farmi bastare quelle poche informazioni e placare la mia fame di curiosità.

Passò un'altra settimana, durante la quale Sasha era partita verso le Alpi con delle sue amiche in un resort.

Meglio, almeno è fuorigioco per un po'.

"Ok, indizio del giorno.
Vai"
Entrai in camera sua come se niente fosse.

Era coricato, guardava il tetto con sguardo perso, mentre si lasciava cullare dalla musica prodotta dalle cuffiette.

Percepì la mia presenza quando mi sedetti alla fine del letto, incrociando le gambe.

"Qualche problema?"
Sbuffai, pensavo mi avesse sentita.

Si tirò su a sedere, incrociando a sua volta le gambe, togliendo una cuffietta, quella dell'orecchio destro.

"Voglio giocare"
Dissi, con un atteggiamente al quanto infantile.

Luca sorrise, divertito, poi non trovò un nesso.

"E, cosa centro io?"
Antipatico..

"Uffa!
Allora io voglio un altro indizio e per rendere la cosa più divertente si fa un gioco.
Anche se devo capire quale"
Presi a pensare, a riflettere su quale gioco potevamo divertirci.

"Dovrei essere tuo cognato, un tuo amico, lo zio del bambino, forse...
Beh insomma, ma un baby-sitter no dai"
Non avrei ammesso lamentele, inutili tra l'altro.

Da un paio di giorni, la casa era diventata enorme, provavo a stargli lontana.

So qual è il rischio.

Potremmo toccare il cielo con un dito, però un domani, crolleremo di nuovo e abbiamo sofferto abbastanza.

Forse lui di più di chiunque altro.

Ogni volta ha delle nuove difficoltà da superare.

La mia gravidanza, ad esempio.

Sebbene Luca l'ha accettata più o meno fin da subito, sarà stato diffcile.

"Eddaiiii"
Facevo le stesse lagne di un bambino capriccioso.

Cominciai a strattonarlo.

"E va bene, va bene"
Alzò le mani, esausto.

La mia vittoria!
Sarà sicuramente la prima ed ultima volta.

"Vorrei sapere di più su Jere"
Mi liberai di quel peso che mi stava attanagliando.

La mia vita ruota su poche cose, non mi lamento mai ed ora ho trovato un nuovo sfago.

Il volto del bellissimo ragazzo davanti a me si incupì, i suoi occhi si spensero ed io mi sentì terribilmente in colpa, piccola e vuota.

Abbassai il capo, perdendo il coraggio e il sorriso.

"Scusa, non volevo ferirti"
La mia mente fece mille viaggi.

Si sentiva tradito?
Doveva mantenere un segreto?
Preferiva stare solo con me?

Riuscì a confodere me stessa.

"No, però.
Credimi, lo dico per il vostro bene, lascia perdere.
Stareste solamente male ed io non voglio"
Fui stupita da quelle parole dolci.

Colta alla sprovvista alzai il viso.

Riconobbi il mio Luca, sguardo sicuro, carico di vita, sorriso luminoso con un qualcosa di dolce.

Le sue braccia avvolsero la mia vita.

Mi sembravano perfette, forti e calde, la mia fortezza.

Una fortezza che non sarebbe durata in eterno.

Il Segreto Dell'illegalità 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora