Capitolo 39

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In questo grande casino mi ci sono infilata da sola.
Mi sono rovinata con le mie stesse mani.

Confusa, scioccata, delusa e totalmente incapace di comprendere il bianco dal nero, il bene dal male, il dolce dal salato.

Sono stata utilizzata a loro piacimento, tradita, presa in giro, illusa.
Una vera stupida, ingenua.

"Mio fratello dovrebbe smetterla con questi giochi di ruolo"

Ero stranita da questa risposta, inaspettata ed insolita.
Dopo che condivisi con lui i miei ricordo, nel dettaglio, le parole, la terapia, la malattia.. ogni cosa.

Sospirò, passandosi la mano sulla fronte, come se fosse esausto e con la testa pronta a scoppiare.

"Non sono io il malato, ma Luca.
Sono anche perplesso da dove Sasha abbia saputo di qualche mia terapia.
L'hai scoperto così, no?"
Ricordai l'entrata in scena di Sasha urlando di aver avuto notizie sulla terapia di Jere e che non vi erano complicazioni.

Mi sento come se fossi una pedina, nelle mani di queste tre persone, non riconoscendo chi sia il buono e chi sia il cattivo.

Mossa quando loro lo vogliono, quando parlo, mangio e chissà, magari anche la mia esistenza è nelle loro mani, già programmata.

"Luca sta prendendo una brutta piega"
Furono le sue ultime parole.
Doveva aver notato il mio subbuglio interiore e decise di fermarsi per non creare complicazioni indesiderate.

Presa in giro.
Ancora.
Di nuovo.
Per sempre.

Le lacrime continuano a scendere lungo le mie guance.
Nervoso accumulato e probabilmente lo scarico così.

"Volevo evitarlo.
Per questo non voglio lasciarti sola con lui.. non avrei mai voluto dire qualcosa del genere, ma non mi fido più di mio fratello"
Jere mi stringe a sé, facendo aderire la mia schiena al suo petto.

Lascia dei dolci baci sul mio collo.

Con i palmi delle mie mani, tolgo le lacrime, tirando su il naso.

"Cosa devo fare?
Cosa devo pensare?
Di chi devo fidarmi?"
Sono sincera, potrei sbagliare persona.
Sono infiniti i miei punti interrogativi, al momento.

Eppure, non so se sia il bambino o un mio istinto, adesso con lui, vorrei restare solo così, il mio bene.

È strano, ora lo considero il mio secondo bene e lasciarlo potrebbe quasi distruggermi.

Quanti problemi mentali devo aver sviluppato in questa casa.

"Chi sono io?
Tuo marito, va bene, non sono il più romantico, cavaliere, gentile, comprensivo e le altre qualità che dovrei avere"
Nel frattempo si sposta, mettendosi accanto a me, stringendo le mis braccia fra le sua mani.

"Fidati di me.
Voglio il tuo bene, provo qualcosa, ti difenderò, ti proteggerò e sarò, non so come, l'uomo perfetto"
Fermamente convinta e fiduciosa, annuisco.

Mi avvicino, appoggio la mia testa sulla sua spalla, pronta ad affrontare qualunque cosa insieme a lui.

Sigillando questo nuovo capitolo del nostro matrimonio, con un bacio.

Il Segreto Dell'illegalità 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora