Capitolo 27

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La mia fu una decisione; affrettata, difficile, dolorosa e carica di orgoglio.

Hanno parlato tanto di famiglia, di amore fraterno, di protezione e poi?
Si girano dall'altra parte, proprio quando inizio a sentirmi stordita o comunque messa da parte.

Il bambino è anche di Jere, ma è anche il nipote di quelle due teste di cazzo.

Bene, detto ciò.

Dato che, sono la padrona di casa e gli inservienti erano dalla mia parte, dissi loro di non parlare più con i nostri ospiti, di rispettare l'unico ordine che gli ho mai dato, altrimenti potranno togliere il disturbo.

Visto che si gioca a fare il cattivo, vedrò di immedesimarmi bene.

Inoltre, qualora i nostri ospiti, dovessero fare domande sul mio conto, non dovevano rispondere o dire semplicemente che d'ora in poi, nessuno si sarebbe preso cura di me.

Notai con mio gran stupore, di essere riuscita ad affermare la mia autorità.

Pochi sono gli spazi dove trascorrevo il tempo: il bagno a causa della tanta pipì, la piscina, camera mia e la futura cameretta del piccolo.

Il resto della casa era tutta per loro e non me importava.

Mi sentivo tradita.

Ogni volta venivo a scoprire qualcosa in più.

Nella mia mente prendevano vita certi episodi, miei e di Luca.

Le sue sceneggiate, le sue lamentele, i suoi capricci, le sue battute su di me ed il fratello, anche i suoi insulti.

Qualsiasi sentimento amorevole nei suoi confronti, morì.

La persona con la quale ho affrontato e stavo continuando a farlo, dei momemti complicati e belli, mi aveva mentito, di nuovo.

Però stavolta era diverso.

Ha parlato tanto di amore e poi?
Non mi dice che il fratello soffre di chissà quale patologia.

Comincio seriamente a dubitare sulla sua sincerità.

Le sue parole potrebbero non avere più valore per me.

"Candinda.
Il pranzo"
Mi alzai dal divano per esterni, si trova vicino la piscina.

Un nuovo acquisto.

Sono dei divani, rotondi con una base solida, dei cuscini posti sopra ed una tenda regolabile.

"Grazie Marta.
Io e il piccolo demonietto aspettavamo questo momento"
Si, nonostante la situazione poco piacevole, la mia routine ed il mio spirito non cambiarono più di tanto.

"Infatti.
Ecco a voi una doppia porzione di pesce, solo a vapore o cucinato al forno"
Avevo già l'acquolina in bocca e dovevo ancora mangiare.

Iniziai a gustare quelle pietanze marinare, ma qualcosa nello sguardo di Marta, la quale restò con me, non mi lasciava serena.

"Devo sapere qualcosa?"
Domandai, con tono freddo, indifferente e duro.

L'unico problema potrebbe essere solamente lui.

"Il Signorino Luca è molto arrabbiato.
La minima cosa che ha fra le mani, deve lanciarla o romperla"
Mentre ascoltavo, ebbi la conferma delle mie idee.

Prima o poi si sarebbe fatto sentire.

"Bene, cos'ha rotto?"
Chiesi.

Marta rifletteva, ricordando gli oggetti frantumati, nel mentre, la mia testolina dava vita a nuove idee.

"Un vaso, un armadio, due specchi e cose come piatti e bicchieri"

A quanto pare il nostro Luca sta scivolando sempre più verso l'impazienza.

Dovrebbe capirlo che prima o poi lo rivedrò.
Sciocco.

"Lasciatelo perdere.
Provate a resistere per una settimana"
Feci per darle due ore di pausa.

"Marta, mi raccomando.
Non dimenticarti del nostro accordo.
Dare per ricevere"

Le dissi, poco prima di sparire dalla mia vista.

"Certo.
Vedrai che non ti deluderò"
Sorrisi, sia per la dimostrazione di aver accettato la mia richiesta, ovvero di darmi del "tu" .

Sia per la sua risposta.
Avrò ciò che voglio.

Sebbene sia una merda e non fisicamente, ma interiormente, giuro che questa scuola e la sua situazione mi prosciuga.
Sto poco a poco perdendo ogni vitalità e voglia di sorridere.

Nonostante tutto voglio riprendere a scrivere con puntualità.

Love you.

Il Segreto Dell'illegalità 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora