Capitolo 43

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Un quadretto davvero carino, visto dall'esterno.
Chissà quante famiglie ci rispecchiano o ci assomigliano, quante dall'esterno sembrano unite, meravigliose, con dei valori ai quali sono legati e poi all'interno hanno il marcio, segreti impronunciabili e sconvolgenti.

Quanti moralisti sono i primi ad avere catacombe nell'armadio, altro che scheltri.

Quanti idoli crolleranno.

Perché la società ha delle regole, inutile nasconderci su un'emancipazione che ancora non c'è.
Le persone hanno delle aspettative che non possono essere deluse, altrimenti sarai giudicato.

L'importante è tenersi stretti le maschere ed essere considerato il santo che non si è.

"Devo ammettere che non sei cambiata molto, tutto sommato sei informa.
Ma che bella pancia!"
Effettivamente mi mancava la sua approvazione, quanto meno mi ha fatto in complimento.

Inoltre sembra quasi ammaliata dalla pancia grossa, attira un po' tutti, ma lei, non so se sia paranoia però c'è qualcosa di strano.

"Puoi toccarla se vuoi"
Le dico, mentre mi sistemo sul divano sentendo fastidio alle gambe.

"Luca non c'era bisogno"
Jeremiah ringrazia suo fratello e la fidanzata per il regalo.

"Si invece, siamo gli zii.
Certo, non sapendo il sesso non ci siamo sbilanciati più di tanto"
Già, per la prossima settimana dovremmo organizzare una festa, ormai va di moda questo 'baby shower' , perché no.

E poi so quanto Jeremiah sia felice nel sapere di avere un figlio maschio e di certo non vede l'ora di dirlo al mondo intero.

"Grazie comunque, ripeto non dovevate"
Ripeto a mia volta, aprendo la busta e vedere ciò che ci hanno portato.

Due tutine, una sul giallo più invernale con un orsacchiotto bianco, l'altra col bianco e delle decorazioni verdi, ideale per la primavera, insieme ad un set di bavaglini.

"Ma parlando di cose serie.
Sapete il sesso del bambino?"
Domanda Sasha, la quale accarezza dolcemente la mia pancia, sotto lo sguardo del suo ragazzo.

"Si"
Rispondiamo all'unisono, io e mio marito.
Nel suo sguardo vedo gioia e fierezza del dire di avere l'erede tanto atteso e quest'idea mi fa paura e piacere contemporaneamente.

Con la mano gli faccio cenno di dirlo, lui ci troverà più gusto.

"È un maschio!"
Alla notizia la coppia esulta e si congratula con noi, in particolar modo con mio marito.

Sfortunatamente, qualche volta ho delle piccole perdite di urina, in aggiunta ai repentini sbalzi di pipì.

"Scusate, devo andare in bagno"
Ed il volto di Jeremiah si indurisce, la sua preoccupazione più grande è che mi succeda qualcosa mentre lui non c'è.

Passandogli accanto gli accarezzo la spalla, per rasserenarlo.

Chiudendo la porta del bagno, mi allontano per un attimo da tutto e tutti, in più potevo insultarmi per aver scelto quelle scarpe.

Feci pipì e mi lavai le mani, mi feci coraggio ed uscì.
Peccato che non ero sola ed io come una povera illusa, speravo che fosse mio marito.

Mi stava stringendo forte, fin troppo,

"Adesso basta"
Sussuro per evitare di farci sentire dagli altri.

Dimenandomi riesco ad allontanarlo.

"Mi siete mancati"
Continua a parlare, ad avvicinarsi e toccare il mio ventre come se nulla fosse.

"Luca finiscila"
Ribadisco furiosa di questa sua improvvisa sordità.

"Ehi!
Guarda che non ho fatto tutto da solo, te non ti sei mai tirata indietro"
Ora mostra il suo lato ferito e furioso di questo mio rifiuto.

"È vero, ma le cose cambiano.
Io sono cambiata e te eri d'accordo"
Gli ricordo di quanti passi indietro facemmo, le analisi fatte, gli errori commessi ed i tradimenti.

"Ho sbagliato, forse io più di te.
Dovevo darmi un po' di tempo ed avrei amato tuo fratello, nonché mio marito e padre del bambino"
Lo incalzai, nella speranza d'aver ucciso le sue idee malsane.

Fece due passi indietro, strinse le mani, tirò via tutta l'aria nei polmoni, distolse lo sguardo preso da una scarica di nervi e poi tornò a guardarmi.

"Hai ragione, almeno permettimi di essere uno zio presente"
Mi fa piacere sentire queste parole, lui deve esserci come zio, come punto di riferimento e come spalla.

Lo supero e vado in sala da pranzo, mi siedo vicino a mio marito e sorrido.

Trovo un piatto già pronto, così da non farmi aspettare oltre, effettivamente qualche languorino ce l'ho.

"Grazie"
Gli stringo la mano e dopo l'arrivo di Luca, la nostra cena iniziò.

Il Segreto Dell'illegalità 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora