Capitolo 36

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Fu strano sentire la sua mano stringere la mia, vederlo nervoso, già, a quanto pare nessuna corazza può resistere alla magia, miracolo, chiamatelo un po' come volete, il concetto è sempre lo stesso.

"Ma è normale tutta questa attesa?"
Domandava con una costanza quasi fastidiosa, però dovevo capirlo, non era mai venuto, doveva ancora prenderci la mano.

Annuì e sorrisi.
Sembrava lui il bambino, impaurito ed eccitato di fronte ad un'esperienza nuova.

Quando entrò la mia ginecologa, scattò in piedi, come una molla.

Il momento più bello è sempre e solo uno.

"È lui!"
Sorrise come non mai, mi metteva di buon umore.

"Ascolta come batte forte, è un combattente!"
Esultò fiero di suo figlio, un uomo forte come lui, in grado di poter diventare un grande uomo.

"E se fosse una femmina?"
Dissi, sorridendo, sia per stuzzicarlo che per prepararlo ad una eventuale sorpresa, da parte sua.

"Ahah, no, fuori discussione, un maschio, sicuro, me lo sento"
Alzai gli occhi verso il tetto, gettando la spugna, per il momento.

La ginecologa si mise a ridere.
"Dovremmo aspettare ancora un mesetto, massimo due per scoprire il sesso del bambino.
Per addesso sta filando tutto liscio, cresce, è ben nutrito e il batitto è regolare"

Fin lì eravamo felici e contenti, però non durò abbastanza.

"Potremmo iniziare a fare delle analisi e devo ribadire alla futura mamma che deve alimentarsi nella maniera corretta"
Jere strinse ancora più forte la mia mano, lo guardai e mi sorrise, per rassicurarmi.

Sa quanto voglia questa gravidanza e che non mi perdonerei un altro errore.

"Devi mangiare di più, manca poco per arrivare al sottopeso in confronto alla gravidanza.
Le chiedo anche la sua collaborazione"
Si rivolse a Jere, il quale rispose che mi avrebbe controllata e non si ripeterà una situazione del genere.

Sospiro per l'ennesima volta, non faccio altro che pensare ad un mio ipotetico sottopeso.

Perdere anche lui, sarebbe la mia rovina.

"Basta pensare, rilassati.
Sappiamo cosa fare e di conseguenza trovare la soluzione"
Una volta tornati a casa, restai vicino a lui per aggrapparmia a qualcosa di sicuro nella mia vita.

Nel bene o nel male, un punto fermo è lui e mi ripeto di non aver capito di chi potevo fidarmi.

Sospirai un'altra volta.

"La finisci, non vi lascio soli e poi è tutto sotto controllo"
Un passo falso, uno soltanto ed io potrei perderlo e non voglio.

Jeremiah si solleva da un fianco, per guardarmi ed obbligarmi a girarmi.

"Se dovesse succedere di nuovo, non riuscirei a rialzarmi"
Confesso quale sia il pensiero, la paura che mi sta lacerando nella speranza di essere capita e sostenuta.

"Ti prometto che non accadrà"
Come quella volta, lui resta con me.

È vero, potrà essere un disastro, ma lo sono anch'io e prima d'oggi non notai quanto potessimo completarci.

Il Segreto Dell'illegalità 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora