Capitolo 53

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Caos.
Quanto caos stava girando intorno a me.
Quanto caos era presente nelle nostre vite, insediatosi come un veleno silenzioso e che ti distrugge quando meno te lo aspetti, infliggendoti enormi sofferenze.

Eravamo preoccupati di beccarci questo veleno, eravamo diventati egoisti, cercando il nemico in ogni angolo, alla ricerca dei dettagli più insignificanti ed invisivili.
Sciocchi, siamo stati degli sciocchi, il nostro incubo era sempre stato con noi, con delle sembianze totalmente diverse da come ce le immaginavamo.

Paragonabile alla droga, all'inizio è tutto meraviglioso, credi che con lei al tuo fianco tutto vada bene, che tu sia il numero uno e nulla ti potrà rovinare la giornata, ti potrà ferire, sei te felice insieme a quella polvere bianca.
Dopo, sorgono gli enormi effetti collaterali.

Luca per me era una delusione, un trauma, falso, meschino, tutto ciò che avevo sempre odiato e che lui sapeva.

L'idea di aver sbagliato così tanto ed in molte cose, mi fece sentire impotente ed una totale nullità, pronta a fare scelte sbagliate e a rovinare il bello che già c'era.

"Sei un falso.
Sei un'ipocrita.
Credimi, mi pento di ogni singola cosa, ogni singolo abbraccio, sguardo... te non ti meritavi nulla!
Una volta mi dicesti che la vita è un giungla, beh, ti sbagli siete voi bestie a renderla così, altrimenti sareste in grado d'essere persone migliori!"
Ero ben consapevole di ciò che dicevo, del peso ben consistente delle mie parole.
Un moto di rabbia, che mi inondò di adrenalina, eliminò ogni mio freno inibitore.

Bene o male?
Credo che sia stato un bene, finalmente potevo alzare la testa fiera e ricoprire per un po' un ruolo che forse mi calzava a pennello, il capo e moglie di un capo.
Oramai era inutile scappare o negare, la mia vita mi riportava a quel concetto, ero nata in un determinato ambiente e sebbene per un po' mi allontanai, comunque son tornata alle origini.
Giunse il momento di far vedere chi comandava, chi dettava legge e con chi si era messo contro.

"La cosa migliore che tu abbia fatto è stato sparire, per un momento io sono stata felice e serena.
Sei te a portare scompiglio, malessere, ora anche quella poveretta sta male accanto a te!
Tu sei sporco, sei marcio, puzzi e me ne accorgo solo adesso"
Affermo sconfitta.

"Mio fratello non ti ha insegnato un bel niente.
Più ribelle, più acida"
Sorrise, prese un coltello argenteo posto sul tavolo accanto a noi, se lo passo fra le dita, esercitando una certa pressione con la punta verso l'indice.

"Più donna, più protettrice, più matura"
In un colpo fulmineo strinse i miei capelli fra le sue dita della mano sinistra, esponendo il mio collo e facendomi rabbrividire.
Mi ero spinta troppo in là e dovevo pensare all'incolumità della famiglia, dovevamo uscirne interi.

"Comportati bene e ti prometto che non ti farò niente, farò in modo di farti vedere il bambino"
Con il coltello terribilmente vicino alle pelle sottile del mio collo, i suoi occhi puntati sul mio viso più pallido e rotondo del solito, credetti di morire.

"Tu non sai quello che dici!"
Quella mente contorta e malata era difficile da comprendere.
In più mi sentivo stanca e non mi sarebbe stato utile.

"Razza di troia che non sei altro, so perfettamente che il bambino non è mio.
Sasha, a quanto pare, tua nuova amica, mi dopo un paio d'anni dal nostro fidanzamento, mi chiese di formare una famiglia.
Ci credi, un figlio tutto nostro.
Passava il tempo, i tentativi, gli ingegni, le lacrime, tutte le false speranze vanificate per una fottutisima linea che non appariva o appariva diversa da come volevamo.
Decidemmo di chiedere aiuto a chi di dovere.
Sai?
A quanto pare io sono inutile, non sono in grado di poter creare una vita, la vita di mio figlio.
Chi meglio di te e mio fratello?
Mi potrebbe somigliare in tanto, sarebbe di famiglia, a differenza dell'adozione e dell'inseminazione.
Vedi!
È tutto perfetto!"
Io rimasi scioccata, rimasi senza parole, la mia bocca era secca, le mie labbra erano infastidite e neanche passarci la lingua sopra mi avrebbe aiutata.
Il mio cuore batteva forte, senza fermarsi, senza sosta, sentivo le tempie espoldere, le vene del collo pulsare.

Pazzo, folle.

A costo di morire, mio figlio resterà con chi lo ama.

"Fottiti!"

Il Segreto Dell'illegalità 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora