Capitolo 4

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Per una settimana, non capì più niente.

Non ero in me. Decisi di seguire quello stile di vita, per un po', per divertirmi e non pensare.

Soprattutto per non ricordare.

Luca chiamava ogni due giorni. Forse per la merda che bevevo, presi la decisione di stroncare, fino a quando non avremo un'opportunità concreta per andarcene e stare insieme.

L'unica cosa che io non dovevo fare, era ripetere l'errore di qualche sera fa.

Stranamente ci riuscì, qualche giorno mi sono svegliata anche in una parte dell'appartamento diversa.

Jeremiah la mattina seguente mi aiutava, con aspirine, alimenti particolari, doccia e abbracci molto calorosi.

"Ieri sera hai tirato su il tiro eh"
Oggi neanche il bagno stava riuscendo a risvegliarmi.

Mi girai verso Jeremiah. Ha fra le mani la mia amica aspirina.

Mentre mandavo giù la medicina mi raccontò che ieri sono passata dai sette cocktail agli undici.

"La cosa buffa è che io non mi ricordo niente, dopo il quinto bicchiere"
Una cosa era certa. Sia se me la ricordavo che no. Lui era sempre con me.

"È normale. Adesso però, vedi di darti una regolata. Probabilmente non ti ricordi, ma si ritorna a casa fra cinque ore"
Merda! Non voglio ritornare lì dentro. Chiusa a vita lì. Senza fare un cazzo.

Wou, da dove sbuca tutta questa rabbia repressa?

"E va bene"
Sbuffai.

Per poi lasciare all'acqua che bagnasse interamente la mia faccia e la mia testa.

Riemersi subito. Inspirai ed espirai, magari queste cazzate mi danno quel senso di libertà e ribellione superiore a ciò che avevo ed ho sempre desiderato.

In qualche parte nascosta in me.

"Fammi spazio"
Ritornò col costume da bagno e chiese in modo cortese, di star con me.

Un po' come tutte le mattine. Di pomeriggio ci prepariamo, dopo aver riposato e successivamente siamo pronti per catapultarci fuori casa.

Ovviamente lui sa reggere molto bene una gran quantità di alcol, a differenza mia.

"Ah, dover fare da balia alla moglie"
Risi. Pensando a me super ubriaca e lui che mi sorregge.

"Più o meno"
Agitò la testa.

"Devo essere insopportabile"
Continuai a ridere, immaginando non so quante scene su di me ubriaca e Jeremiah accanto a me a rimproverarmi.

"No, dormi, ti prendo in braccio e si torna a casa"
Era sincero. Mi diede un bacio sulla fronte e continuò a pensare.

Solamente che, non volle rendermi partecipe dei suoi pensieri.

Il Segreto Dell'illegalità 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora