Tony non dormiva da tre giorni.
Da quando era tornato all'appartamento, la ripresa del suo ottavo compleanno era diventata un pensiero fisso.
Aveva lasciato le chiavi dell'archivio a Lena Graham, l'unica cosa che aveva preso con sé era stata la pellicola.
Per quanto lo riguardava, era la sola cosa di valore lì dentro.
Ora capiva come mai l'uomo nella fotografia gli sembrava tanto familiare. Lo aveva conosciuto, gli era stato in braccio e lo aveva sentito cantare per lui.
Nessuno aveva mai cantato per lui quando era piccolo, nemmeno sua madre.
L'idea di aver perso una parte importante della sua infanzia lo faceva sentire estremamente a disagio... o forse erano solo i dodici energy drink che aveva buttato giù nelle ultime quattro ore.
Si stropicciò gli occhi tentando di rimanere concentrato.
Aveva passato settantadue ore ininterrotte ad analizzare ogni singolo fotogramma del filmato, a cercare ogni indizio, ogni piccolo dettaglio che potesse aiutarlo.
Tutto lo portava sempre alla stessa conclusione, una conclusione che Tony non voleva accettare.Fece ripartire il video per l'ennesima volta, ormai lo conosceva a menadito; sapeva esattamente il secondo in cui Reinholdt sarebbe entrato in scena e ogni parola che sua madre avrebbe scambiato con le altre invitate.
Stava sprecando tempo, sapeva cosa avrebbe dovuto fare, ma non era ancora abbastanza disperato per farlo. Probabilmente lo sarebbe stato tra altre tre lattine di Monster.
Guardò Fury voltarsi, ancora una volta, a guardarlo attraverso lo schermo e sbuffò scivolando dalla sedia girevole su cui era seduto.
Aprì la cartella dove aveva scaricato tutti i documenti dello S.H.I.E.L.D che Natasha aveva caricato online e si mise a cercare, di nuovo, un file che lo potesse aiutare.«Come sta andando?»
Pepper apparve alla porta dello studio.
Tony grugnì esausto, girò poi la sedia con una debole spintarella, per poter guardare la fidanzata negli occhi.
Con i capelli unti, la maglia coperta di macchie di pizza e le profonde occhiaie sotto gli occhi, aveva un aspetto orribile.
Pepper scosse la testa.«Tony... Perché non vai a letto? Domani chiamo Maria e le chiedo di-»
«Non ci provare» borbottò l'uomo. «Non ho la forza di affrontarlo. So già cosa mi direbbe, voglio evitare.»
Pepper incrociò le braccia sul petto.
«È l'unica cosa che puoi fare, ora come ora.»Tony rantolò e si tirò a sedere.
«Sai perfettamente come andrà a finire.»
Prese un'altra lattina dal minibar sotto la scrivania.
«Ho rovinato il piano a cui ha lavorato tutta una vita, o meglio: abbiamo, tutti insieme, collettivamente, deciso di rovinare la sua eredità! Cosa dovrei dirgli?»
Si alzò in piedi di scatto, allargando le braccia. «"Ehi, Nick! Come va? Sono io, Tony! Hai presente? Uno di quelli che hanno rovinato il piano che hai escogitato e costruito in anni di duro lavoro, in meno di due settimane! Ora, se non ti dispiace, mi diresti cosa ti stava dicendo quest'uomo, che non ho mai visto prima?" non suona molto bene, non credi?»Pepper non disse nulla, si limitò a fissarlo con un sopracciglio alzato.
«Tony... » iniziò la donna, appoggiandosi con le spalle allo stipite della porta. «Forse dovresti lasciar perdere, allora. Credi che non sappia perché stai facendo tutto questo? Capisco che hai bisogno di una distrazione e ho lasciato correre, ma ora basta! O parli con Nick o questa storia finisce qui!»
Disse il tutto con tono misurato, ma deciso. Sapeva che il suo futuro sposo era in una brutta situazione, ma non poteva rimanere a guardarlo mentre si lasciava corrodere dai sensi di colpa e da ricordi perduti. Lo amava e lo voleva aiutare a chiudere questo capitolo della sua vita, prima che riuscissero ad andare avanti insieme.
«Che ti piaccia o no, domani ne parlerò con Maria Hill.»
Detto questo, si allontanò dalla porta dello studio, per poi sporgere di nuovo la testa. «Vieni a letto ora.»Il luogo scelto per l'incontro era un elegante ristorante di Manhattan.
Maria non c'era mai stata, ma aveva letto sul "New Yorker" che lo chef era un rinomato cuoco stellato e che, di conseguenza, i prezzi erano esorbitanti. Pepper doveva avere le sue buone ragioni per invitarla in un posto del genere. Rimase qualche secondo a osservare l'interno attraverso le porte a vetri. Non era sicura di voler entrare, aveva un brutto presentimento.
Prima che potesse cambiare idea, però, un cameriere venne ad aprirle.
Maria non fece in tempo a ringraziare, che il giovane l'accompagnò al tavolo dove Pepper Potts stava leggendo, attentamente, il menù. Quando si accorse di lei, la CEO delle Stark Industries le rivolse un sorriso cordiale.
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Miracle Worker
FanfictionQuando Tony Stark riceve una studentessa del conservatorio di New York, non si aspetta di trovarsi di fronte a uno dei segreti meglio tenuti dello S.H.I.E.L.D e, soprattutto, della sua famiglia. La ricerca di risposte lo porterà a dubitare dei suoi...