Maometto e la montagna

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Uscito dall'ufficio del Direttore, Nick trovò Fin in piedi davanti alla prima fila di scrivanie. Stava conversando a bassa voce con l'uomo in giacca e cravatta che lo aveva fatto entrare poco prima.
Quando lo videro, gli andarono entrambi incontro con un sorriso tirato stampato in faccia.

«Allora?» iniziò l'Agente Tutuola. «Com'è andata? Sei uno dei nostri?»

Nick ricambiò il sorriso e si limitò ad annuire, prima che anche l'uomo accanto a Fin gli si rivolgesse tendendogli la mano.

«Congratulazioni! Sarà un onore lavorare con lei Maggiore.»

Nick strinse la mano del secondo agente senza sapere esattamente cosa dire. Aveva accettato un lavoro a scatola chiusa. Non conosceva Reinholdt Zola e, da ciò che era riuscito a capire, sarebbe stato l'incarico più difficile che avesse mai affrontato. Stava già rimpiangendo la sua scelta.

«Non vedo l'ora di iniziare» disse a mezza voce con una punta di sarcasmo.
«Grazie del caloroso benvenuto, Agente...?»

«Donowitz» gli rispose il suo interlocutore. «Abraham Donowitz! ma tutti mi chiamano Don! Sono il partner di Fin.»

Fury prese il suo tempo per squadrare l'uomo davanti a sé.
Era più alto di Odafin di una decina di centimetri, indossava un completo blu con cravatta abbinata e i suoi capelli brillantinati erano perfettamente pettinati da una parte.
Era esattamente l'opposto del suo partner.

«Agente Donowitz» ripeté Nick, come a essere sicuro che il nome fosse corretto. «È un vero piacere fare la sua conoscenza.»

Sui tre calò un silenzio imbarazzato. Fin lo fissava con la stessa espressione ansiosa dipinta sul volto, mentre Don aveva abbassato lo sguardo a guardare i mocassini. Fu Fury il primo a spezzarlo, indicando la scrivania posta all'estrema destra della fila centrale.

«Deduco che questa sarà la mia scrivania.»

«Già!» rispose in fretta Odafin, che lo aveva seguito a ruota per porsi al suo fianco. «Quindi il tuo partner sarà Zola... »

Nick annuì e passò una mano sulla scrivania bianca. Era fatta di compensato rivestito, aveva due ampi cassetti e l'unica cosa che aveva sopra era una piccola lampada. Gli ricordava vagamente un banco scolastico, di quelli che venivano usati nel suo liceo di Huntsville, solo poco più grande.

«Già» si limitò a rispondere, alzando lo sguardo a guardare quella posta accanto alla sua. Era una scrivania identica, ma sopra c'erano, oltre alla lampada, un cestino porta documenti e un barattolo con svariate penne e matite all'interno.

«È un ottimo agente!» si intromise Donowitz, cercando di allentare la tensione. «Non è poi così male, è solo un po'... stravagante.»

«Stravagante?» gracchiò l'agente Tutuola incredulo, girando la testa a guardare il suo collega.
«È completamente fuori di testa! Ancora non riesco a credere che sia un agente di livello sette... »

Abraham non gradì molto dove il discorso stesse andando, lanciò quindi un'occhiataccia al suo partner, nel tentativo di fargli capire che aveva parlato a sproposito.

«È un tuo superiore, Agente Tutuola! Questi discorsi sono inutili e maligni, soprattutto davanti al Maggiore!»

Fury era rimasto in silenzio per l'intero scambio di battute tra i due e ora si sentiva, contro la sua volontà, chiamato in causa.
Fin si girò a guardarlo, prima di ricominciare le sue sfuriate nei confronti dell'Agente Zola.
«Sappiamo tutti come lo è diventato! Due parole: Programma Alpha. Grazie a Dio, adesso abbiamo un vero superiore!»

«Programma Alpha... ?» chiese confuso Nick, alzando un sopracciglio.

«È il programma che recluta personaggi dello spettacolo per farli diventare spie da mandare sotto copertura in paesi oltre la cortina di ferro» spiegò Don mettendosi le mani in tasca.

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