Apro gli occhi con il sole dritto nelle iridi,e guardandomi intorno vedo che sono nel letto,sotto le coperte di casa mia.
Di fianco a me una sagoma,nascosta tra le lenzuola e i cuscini.
Mi ripeto che sono una merda,che per l'ennesima volta ho sbagliato e sono finito ubriaco fradicio.
E poi ti chiedi perchè se n'è andata,Damià!
Non è mai stata una mia abitudine portare le avventure in casa,ma evidentemente ieri sera qualcosa è andato storto.
Mi sporgo verso la ragazza,e le lascio un bacio sulla testa.
"Mi dispiace se ti sono capitato proprio io,ma tranquilla che mi tolgo subito dai piedi."
I capelli morbidi e castani,lucenti,mi fanno incantare.
Improvvisamente si gira,e si strofina gli occhi.
"A Damià ma che cazzo stai facendo?"
Spalanco gli occhi,e vedo che si tratta di Lello,che come al suo solito è sprofondato nel materasso,con un cuscino sul petto e uno sotto la testa.
E così sento uno sbadiglio,rumoroso,quell'inconfondibile sbadiglio di Leo,che riconoscerei tra mille.
Quel boato simile ad un richiamo per uccelli,che si sente per tutta Roma.
"Te volevo dà il buongiorno principessì."
La butto sul ridere,lanciandogli un bacio con la mano.
"Smettila de fa' er cretino,e spiegami perchè ieri sera m'hai lasciato Rebecca appesa."
Torno serio,e sento quasi un dolore alle guance.
Nell'ultimo periodo sorrido davvero poco,e forse è questo che mi provoca dolore.
"Ci ha provato con me,poi ero mezzo ubriaco,avevo la testa che scoppiava."
Si mette eretto,portando le ginocchia al petto.
"Potevi portarla qui a casa con te,ti avrebbe aiutato a riprenderti.È una bravissima ragazza e tu l'hai trattata molto male."
Mi alzo,mentre apro la tenda per osservare il panorama.
"Per colpa sua mi sono ubriacato fino allo sfinimento,e sarebbe una brava ragazza?"
Si toglie le coperte dalle gambe,mettendo in mostra i jeans della sera precedente.
"Non scaricare sugli altri le tue colpe,Damià.Ci è rimasta male ed è scoppiata a piangere,è molto sensibile e tu non hai avuto un minimo di tatto nel mandarla a fanculo,laciandola sola in mezzo alla discoteca."
Getto le mani tra i capelli,in preda agli ennesimi sensi di colpa,e mi siedo sull'orlo del materasso.
"Sarebbe finita troppo male se l'avessi portata qua da ubriaco,lo sai."
Annuisce,stringendo le labbra per la rabbia.
"Non mi sembra che tu fossi lucido con tutte le altre."
Il passato ritorna,sempre,pronto a rovinarci l'esistenza.
E il mio passato mi perseguiterà a vita,ricordandomi in ogni istante che gli errori non ti aiutano a crescere,ma ti rovinano il presente.
Perchè tutt'ora soffro a causa dei miei sbagli,e bruciano sulla carne viva.
"Questo che cazzo c'entra?Sono cambiate tante cose negli ultimi anni,ed anche la mia idea di amore è cambiata."
Si getta le mani fra i capelli,osservandomi attentamente.
"Non ti riconosco più Damià,davvero."
Mi volto lentamente verso di lui,forse per la rabbia o per il terribbile sconforto che mi provocano le sue parole.
"Non mi riconosci più perchè ho messo la testa a posto,perchè sono stanco di baciare delle labbra estranee per il semplice gusto di farlo?"
Si alza,dirigendosi verso la cucina,con la prima sigaretta della giornata tra le dita.
Purtroppo è così,due amici secolari possono diventare estranei in un attimo,tutto ciò che avevi prima puo' diventare solo un ricordo,e tutte le parole sincere,tutte le promesse,diventano sofferenze.
Mi avvicino alla finestra,portando una mano sulla sua spalla,e lo sento rigido al mio tocco.
Forse faccio paura pure a te,e lo capisco.
"In tutto questo perchè hai dormito qua?"
Si volta verso di me,sorridendomi ironico.
"Eri sulle scale,con gli occhi lucidi a delirare.Urlavi cose senza senso,a tratti dormivi e piangevi,e a tratti ridevi.Ho preferito restare qua per evitare che facessi cazzate."
Lo stringo in un forte abbraccio,talmente forte da farmi sentire totalmente fuso al suo corpo.
L'amore è forte più di un litigio,e l'amicizia puo' superare tutto se lo si vuole in due.
"Damià tutto questo è solo per il tuo bene,sappilo.Devi dimenticare Victoria e almeno provare ad andare avanti.Lei ti ha già dimenticato,e tu ti stai ancora rovinando la vita per lei."
Abbasso lo sguardo verso la strada,e vedo la cenere cadere leggera tra le foglie,disperdendosi nell'aria opaca.
"Lei non mi ha dimenticato,ne sono sicuro."
Si allontana verso la porta,spalancandola,mentre il vento gli spettina i capelli.
Esce,restando ad osservarmi nella più totale disperazione.
"Se n'è andata,se non lo ha ancora fatto manca poco."
Faccio per chiudere la porta,ma mi blocco sull'uscio.
Forse tacere è la soluzione migliore,ma preferisco non farlo.
"Allontanarsi non vuol dire smettere di mancarsi."
E così la chiudo per davvero,lasciando che il rumore della porta sbattuta rimbombi per tutto il vicinato.
Affogo tra i cuscini,ripensando alle sue parole,che se da un lato avrebbero dovuto aiutarmi,dall'altro mi hanno totalmente distrutto.
Lei ti ha già dimenticato,e tu ti stai ancora rovinando la vita per lei.
Chissà se mi pensa,mentre affogo tra le mie lacrime,o se si chiede dove io sia o con chi sia.
Chissà se le manco davvero,o se si è rifatta una vita con quell'Oscar.
Il non poterla vedere,toccare,abbracciare,è straziante.
Credo di aver sofferto tanto nella vita,ma una famiglia distrutta e degli amici infedeli non sono nulla,in confronto a questa atroce tortura.
Le sue labbra sono solo un ricordo,un bellissimo ricordo che sfioro con leggerezza,perchè dalle labbra potrei passare agli occhi,e più ci penso,più mi ci perdo.
Pur non avendoli qui,di fronte a me.
Mi squilla il cellulare,e sento un terribile sconforto scorrere nei muscoli.
Non può essere lei,non ti chiamerebbe mai.
E allora a che serve rispondere,se non per ricevere l'ennesima delusione?
Smette di squillare,e così decido di rigettarmi tra le coperte.
Chiudendo gli occhi ripenso un po' a tutto,a quanto sia strana la vita,a quanto realmente le cose possano cambiare talmente tanto in fretta da distruggere l'anima.
E tutte le frasi non dette,i messaggi non inviati e i baci non dati ritornano,volteggiando nella mente come terribili incubi.
E niente,ti vorrei scrivere,ma non lo farò.
Ti vorrei dire di tornare indietro,ma se non lo fai significa che non vuoi,ti vorrei dire che si puo' sperimentare,che possiamo avere un'occasione,che le cose possono cambiare,che basta volerlo,che si puo' ricominciare.
Ti vorrei dire che qui hai sempre due braccia che ti aspettano,che non faccio niente,non mi faccio sentire,ho accettato silenziosamente le tue scelte,non ho smosso il mondo,non l'ho fatto.
E non chiedermi perchè,non te lo saprei dire.
Ti vorrei dire che anche se non ti cerco,se non ti chiamo,ti penso.
Ti vorrei dire che a volte mi viene da prendere quel telefono e scriverti,e perdonami se non ho il coraggio di farlo,ti vorrei dire che a volte ci provo a lottare,ma non so se ci sia qualcosa per cui valga la pena farlo,ti vorrei convincere che ne vale la pena,che potresti buttare tutto all'aria,ricominciare,e non pentirtene.
Mi ci porti?al mare,dico,magari di notte,così ci stendiamo sulla sabbia e ci mettiamo a guardare le stelle,mi sa tanto che non ci credi ai desideri che si realizzano,nemmeno io sai,ma possiamo provare a fingere che sia tutto vero.
Portami al mare,stendiamoci sulla sabbia,voglio stare sulla spiaggia con la sabbia tra i capelli e le dita,proviamo a sfiorarci le labbra poi,se tutto è finito,se non c'è più nessun brivido,prometto che andrò via.
Ma non ci credere più di tanto eh,lo sai che questo tipo di promesse non le so mantenere.
Lo sai perchè mi conosci,molto bene,e nonostante i miei difetti mi hai fatto sentire unico.
Ma forse siamo destinati a ricordarci,in un bellissimo sogno,che prima o poi finirà,costringendoci a riprendere le nostre vite vuote e monotone.
E il cellulare ci pensa al posto mio,squillando ancora e ancora.
Mi alzo,lo afferro con cautela,con tutta la tensione del mondo,ma prima ancora di guardare lo schermo mi lascio andare.
Non è lei,non sarà mai lei.
Ti ha già dimenticato.
E infatti è un fiore,che pian piano sta appassendo,e che mi sta chiamando.
"Pronto?"
"Viola buongiorno,tutt'apposto?"
Le chiamate con lei sono vuote,spente.
Ormai non sei più nulla,sei carta bruciata,terra secca e alberi spogli.
"A me sì,piuttosto sono preoccupata per te.Non ti fai sentire da un po'."
"Io non ho nessun obbligo nei tuoi confronti Viola,io e te non siamo niente."
Sospira stupita,facendomi realizzare quanto io sia stato scontroso.
"Perchè scarichi la tua frustrazione su di me?"
"Non sono frustrato,sono stanco di mentire.Io e te non siamo assolutamente nulla,e mai saremo qualcosa.Lo capisci?"
Singhiozza lentamente,ma ormai non ho le forze per sentirmi in colpa.
Ormai non ha piu senso soffrire,se alla fine non ne vale la pena.
E così lascio che le cose procedano,rovino tutto fino alla fine.
Attacca la telefonata,e getto il telefono sul tavolo con tutta la forza che ho,sperando si sia rotto,così da avere un buon motivo per sparire definitivamente dalla realtà che mi sta uccidendo.
Restare chiuso nel mio spazio,nella mia piccola convinzione.
In questo luogo,dove credo di poter ancora salvare qualcosa,restando ad osservare il sole da una piccola finestra,convinto che qualcuno prima o poi arrivi a salvarmi.
Suonano alla porta,e forse il mio sogno si sta realmente realizzando.
Qualcuno ha ascoltato il mio urlo disperato.
Apro la porta,e la vedo entrare d'improvviso,stravolgendo tutto,aria,terra,cuore,mente.
Nei suoi occhi chiari vedo la rabbia,la delusione,mentre sbatte la porta alle sue spalle,dichiarandomi guerra.
"Davvero credi che io mi faccia mettere i piedi in testa in questo modo?"
Si getta sul divano,accavallando le gambe,aspettando una risposta.
Mi dirigo in cucina,osservandola dalla penisola,mentre sbuffa insoddisfatta.
Mi verso un bicchiere d'acqua,pur essendo totalmente dissetato.
"Buongiorno anche a te."
Si volta verso di me,raggiungendomi decisa,ancheggiando vanitosa e battendo gli stivali in pelle sul pavimento.
"Non sfidarmi David,posso tirar fuori il peggio di me."
Sbatto il bicchiere sul tavolo,avvicinandomi a lei.
Convinta tiene il suo sguardo fermo nel mio,mentre le sbuffo in faccia,accennando uno sbadiglio.
"Non ti sto sfidando fiorellì,per niente."
Mi dirigo verso il divano,sedendomi e accendendo la tv.
Vago a casaccio sui canali,dimenticandomi totalmente della sua presenza alle mie spalle.
Via col vento.
Passo avanti,evitando ogni film romantico.
Di delusioni amorose ne abbiamo abbastanza nella vita reale,non c'è bisogno di guastare il tutto con i film.
Eh sì,Damiano David è stato deluso.
È stato tradito,ma non dalla amata,ma dalla vita,che sembrava volerlo aiutare,ma che in realtà si è bleffata di lui.
Eh sì,Damiano David c'ha messo il cuore,ma è finita male.
Si piazza davanti alla tv,osservandomi attentamente.
"La tua fidanzata è sparita nel nulla ma vedo che ci hai messo poco a riprenderti."
Mi alzo,lentamente,e vado nella sua direzione spegnendo la tv.
Adesso il silenzio è più forte di ogni parola,di ogni respiro e di ogni gesto.
Il silenzio assordante della mattina,nonostante i clacson e le urla in strada,è impressionante.
"Tu non sai niente,nè di me nè dell'amore."
Le indico con il braccio la porta,ma non ha intenzione di andarsene.
"Allora insegnami ad amare,Damiano.Chi meglio di un traditore puo' aiutarmi a capire cosa sia l'amore?"
La rabbia scorre nelle vene,e la tentazione di uscire fuori di me è forte,fortissima.
"Esci da casa mia."
Nega con il capo,incrociando le braccia,e sedendosi sul divano.
"Io non me ne vado finchè non mi chiedi scusa."
"Scusa per cosa?Per averti detto che non sei niente per me?Beh,lo ripeto:tu non sei n i e n t e per me."
Torna seria,perdendo la sicurezza di avere tutto in pugno e di potermi abbattere definitivamente.
"Scusa per avermi illusa,per avermi usata,per avermi fatta sentire sbagliata ogni istante della mia vita,per avermi fatto perdere fiducia nell'amore.Scusa,per avermi rovinato la vita."
E così resto immobile di fronte a lei,cercando risposte su risposte nell'aria,ma niente riesce a rialzarmi da terra.
Ho rovinato la vita di troppe persone,e adesso ne sto amaramente pagando le conseguenze.
L'ho capito,l'ho sempre saputo che di lei non potevo fidarmi,e adesso si sta rivelando per ciò che è.
"Sai che c'è?Mi inginocchio anche,e ti chiedo scusa.Scusami se ti ho messo in mezzo a questo casino,scusami se sono stato troppo buono nei tuoi confronti,scusami se per paura di farti soffrire non ho messo subito le cose in chiaro,scusami se sono stato me stesso.
Scusami Viola,per aver messo in mostra il tuo lato più oscuro,quello cattivo ed egoista.Scusami davvero."
E così si alza,facendo arrivare la sua pancia all'altezza della mia testa.
Adesso è serena,sembra soddisfatta,mentre io mi lascio andare sulle ginocchia.
Si avvicina lentamente al mio orecchio,e sento un terribile brivido.
"Adesso tocca a me però,resta qui."
Si abbassa,facendo aderire la sua fronte alla mia,e osservandomi le labbra.
Le sue mani aderiscono sulla mia schiena,mentre l'accarezza dolcemente.
E mentre i suoi respiri sono sempre più vicini al naso,si ferma.
"E tu perdonami per aver rovinato la tua relazione."
Resto immobile,fermo sul pavimento freddo,mentre torna in equilibrio sui tacchi,e si avvia verso la porta.
Sento il rumore dei suoi passi affievolirsi,e così cerco di trascinare il mio corpo sul divano.
Perchè ormai sono morto dentro:non sento più nulla,se non dolore e dolore.
E allora capisci che alcune persone non ti meritano,che sei stato sempre troppo buono con loro ma non lo hanno mai apprezzato.
Funziona così ormai:più bene fai,più male ricevi.
E adesso credo di aver ricevuto abbastanza dolore,credo di essere realmente arrivato sul fondo.
Adesso,non ho più speranze.
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Until The End 2. //Damiano e Victoria.
RomanceSeguito di Until The End. //Damiano e Victoria.