Capitolo 1.

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L'anno passato ha portato con sè ricordi,esperienze,tante sofferenze ma in generale,emozioni indimenticabili.
È un po'come il famoso vento sotto la maglietta.
Ha veramente scombussolato ogni cosa,ha spettinato i capelli e rovesciato troppi alberi.
Eppure è un anno che non dimentichero' mai,perché è stato il nostro anno,l'anno måneskin.
Ed il ricordo più bello è proprio il tour,che mi ha stressato fino a consumare le ossa,ma che ha portato delle soddisfazioni talmente grandi da poter alleviare,se non eliminare totalmente,le sofferenze terribili vissute.
Poi è arrivata l'estate,un'estate che ha letteralmente cambiato la mia vita.
Il disco,e poi l'amore,e i pianti,e le sofferenze e come dimenticare il divertimento.
Attimi di eternità nei quali avrei voluto fermare il tempo,per il gusto di stare bene senza pensare al momento in cui,tutto questo,sarà solo un bellissimo e segnante ricordo.
E lo so che forse nella vita reale le esperienze sono la cosa migliore per crescere,perché io ho tanto da imparare,ma che male c'è nel desiderare di restare fermi in un attimo e trasformarlo in un'eternità,per il puro piacere di essere sereni?
La mia paura è sempre stata quella:non riuscire a godere di tutti i momenti che la vita offre,dare per scontato che domani sarà un altro giorno e procastinare l'avventura e il rischio.
Un soffio di vento,che puo' dar fastidio,scombussolarti le ossa,ma dal quale,poi,non riuscirai mai a separarti.
Ne vorrai ancora,e desidererai solo poter entrare a contatto con quello spiffero fresco,che ti ha donato una sensazione di libertà e purezza indescrivibile.
E quel momento è proprio così:inizialmente ti divertirai,e avrai i crampi allo stomaco dalle risate,ma poi non riuscirai più a smettere e vorrai sempre sorridere,fermare quell'attimo e godere ancora una volta di quello spiffero di felicità incondizionata.
Se proprio volessimo descrivere,con una sola parola,l'anno appena trascorso,quella giusta sarebbe Måneskin.
E lo dico sempre che tra arroganza e sicurezza c'è un mare profondissimo,forse senza una fine.
Per adesso godo di infiniti attimi di felicità addentando cioccolato bianco e barrette ai ceriali,perchè restare,per poco,ancora bambini è fondamentale per essere felici.
E manca pochissimo al mio compleanno,dove l'unico regalo che potrò chiedere è l'amore delle persone che mi circondano.
A proposito d'amore,vi starete chiedendo come stanno le cose.
Me lo chiedo anch'io,perché le emozioni che ho provato sono state indescrivibili,e iniziare l'anno con la stessa persona,ma in modo diverso,è una sensazione oltre ogni percezione umana.
Me la ricordo la sera della vigilia di capodanno,aspettavamo lo scoccare della mezzanotte,e la sua mano cercava la mia tra la folla ammassata sul buffet e sullo spumante,mentre masse ubriache si tendevano lo stesso bicchiere di vino bianco giocando a carte.

Se bruciasse la città,lo so,tu cercheresti me.

Me la stringeva forte,quasi a fermare la circolazione,e io la tiravo al mio petto stringendola sotto il braccio,per difenderla da eventi indesiderati.
E sentivo i suoi battiti,nonostante il casino,come se ci fossimo solo noi.
Siamo sempre stati diversi dagli altri,un filo sottile che ci separa da una folla accomunata dalla stessa moda,dagli stessi pregiudizi e dalla stessa ignoranza.
L'ho sempre detto che la mia dote più grande è quella dell'indipendenza,riuscire ad andare dritto per la mia strada con chi sceglie di seguirmi.
Nessuno obbliga nessuno nei miei piani,sono gli altri a scegliere per loro,perchè nessuno puo' imporci assolutamente nulla.
E le mie labbra si perdevano totalmente tra i suoi capelli,mentre le mani erano intrecciate in una danza infinita e contorta,tanto che sono arrivato a pensare che saremmo rimasti in quella posizione per sempre.
E poi eccola,la mezzanotte.
Scoccata l'ora,tutti brindavano,mentre mille goccioline cadevano sul pavimento intrecciandosi e scontrandosi,per poi annullarsi l'un l'altra e cedere alla forza di gravità.
Il tintinnio dei bicchieri che si scontravano animava totalmente la festa,e urla di auguri interminabili dominavano l'aria.
Un abbraccio il suo,sincero,amorevole.
Sentivo le sue mani che mi scivolavano frenetiche sulla schiena,come a voler memorizzare il mio corpo per riconoscerlo al tatto.
E il petto che si scontrava,mentre le guance si sfregavano interminabilmente,e le labbra si cercavano,costrette a frenarsi per una folla troppo consistente,e con la lingua lunga.
Ricordo che io le reggevo i fianchi,e lei le spalle,mentre ci guardavamo negli occhi.
Un sorriso,poi due e tre,e quattro.
Risate rumorose dominavano i centimetri che separavano le nostre fronti,ed io la osservavo spostarsi i capelli dietro le orecchie.
E poi un angolo,in disparte,dietro il tavolo del buffet,dove nessuno avrebbe potuto vederci.
Quel bacio nascosto,frugale,ma pieno d'amore e di estrema felicità.
Quegli auguri sussurrati,per paura che potessero arrivare alla folla rumorosa a pochi passi da noi.
E le mie labbra che si fermano sulle sue guance,affondano in quella morbida guancia rossastra,lucida e libera da ogni imperfezione.
Il suo sorriso,e le mani che districano i miei capelli massaggiandoli e a tratti,tirandoli.
E un altro abbraccio,forse più caloroso del primo,come fosse l'ultimo.
E quell'abbraccio lo ricorderò per sempre,perché aveva un qualcosa di diverso da tutto.
Era sincero,forse troppo,ma mai abbastanza.
E non lo dimenticherò mai,perché era l'inizio di un qualcosa di interminabile,e perchè niente è più fedele di un ricordo.

Until The End 2.   //Damiano e Victoria.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora