Capitolo 8.

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Il tempo passa veloce,veloce come i secondi,che passano sull'orologio in modo strabiliante.
E pensare quanto un secondo possa fare la differenza:in un secondo si puo' fare un respiro,si puo' salvare la vita di una persona,si puo' sorridere,si puo' morire,o si puo' rovinare tutto.
Ecco,io ho sprecato un secondo della mia vita per rovinare tutto,e d'ora in poi sarà un susseguirsi di miuti ed ore passate a rimuginare sugli errori,senza mai fare effettivamente qualcosa.
E la cosa che mi fa impazzire,che mi fa sentire una merda totale,è che nonostante tutto sono qui,a fissare il soffitto,aspettando che sorga il sole per trovare un po' di luce.
Nella mia mente c'è il buio più totale,c'è un luogo imperscrutabile,dove nemmeno io so cosa ci sia.
E ho paura ad analizzarlo,ho paura perchè ciò che ne verrà fuori sarà brutto,perchè cio' che verrà fuori da tutto ciò mi consumerà fino alle ossa.
Ma nonostante la paura,non faccio nulla,resto nella mia stanza per paura di affrontare la vita.
Forse servirebbe un consiglio,il consiglio di qualcuno che ne sa più di me.
Forse servirebbe provare tutto,e scegliere cosa mi porterà sulla strada giusta.
Ma rischiare è sempre stato il mio forte:sono sempre stato una testa calda,pronto a gettare ogni possibilità al vento per una sola:la libertà.
E sarebbe davvero stupido,da uno come me,restare qui.
Senza fare nulla per essere felice.
Non serve restare qui a ripensare,ma servirebbe rimediare,nonostante tutto.
Provo a raccogliere i pezzi di questa bottiglia,ci sto provando.
Sto cercando di farli combaciare,provo a rimettere le cose al loro posto,ma non riesco ad essere felice,per un solo motivo:per esserlo realmente,da chi dovrei andare?
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"Secondo te ho qualcosa che non va,ho realmente un difetto più grande degli altri,che fa allontanare tutti?"
Osservo i suoi occhi azzurri che mi sussurrano aiuto,mi chiedono di dirle la verità.
Quando ricevi una delusione,non riesci a vedere lucido,e speri sempre che gli altri ti possano dare un aiuto.
"Tu hai tanti difetti Victò,davvero molti.Ma sono puri,spontanei,e forse l'unica cosa che lo ha fatto allontanare è stata la tua bontà.Stai serena,quello non ti merita."
Mi sorride tanto,felice,e getta le sue braccia al collo,sussurrandomi qualcosa che non capisco.
Forse le scelte sbagliate,non sono sempre sbagliate.

Mi decido a premere quel maledetto pulsante,e sento il cuore a mille.
Ed eccolo,quell'impercettibile scatto,che mi apre la porta verso una meta da cui non tornero' vivo.
Vorrei scacciare i pensieri come si fa con una zanzara d'estate,ma non ci riesco.
Tutto intorno gira,gira forte,fino a farmi perdere l'equilibrio.
Strano,la Terra ferma sotto i piedi,che non riesce a reggere il peso di troppi pensieri.
Ed eccole:le ante che si spalancano,che mi aprono la strada verso le braccia più calde del mondo.
Verso gli occhi più azzurri del cielo.
Appoggiata allo schienale del divano,con le labbra rivolte verso di me,mi scruta,fino a farmi sentire nudo.
L'ascensore si chiude,ed io rischio di restarci incastrato.
Ho bisogno di te,delle tue parole,dei tuoi gesti.
Ho bisogno di sentirti dire che mi ami,che mi ami come non hai amato.
Perchè sei la crepa di questa costruzione perfetta,sei un temporale in piena estate.
Sei il sole che mi brucia la pelle,e le mani che mi carezzano l'anima.
Mi avvicino a passo deciso verso di lei,ma non mi sorride.
I suoi occhi restano spenti,e mi guardano il cuore,forse alla ricerca di una dimostrazione.
Prendo fiato,il poco che mi resta,per pronunciare le ultime parole,le parole prima della tempesta.
"Ciao."
Sembriamo due sconosciuti,è come se i sentimenti si fossero spenti per colpa di un colpo secco,dritto al cuore.
"Come stai?"
Nonostante i suoi occhi siano distanti,si preoccupa per me,perchè ciò che ha di più prezioso è la generosità che la contraddistingue,da sempre.
"Potrei stare meglio Victoria,diciamocelo.Tu?"
Annuisce stanca,annuisce per evitare un discorso che andrebbe fatto,da tanto tempo.
I suoi sorrisi,quei maledetti sorrisi finti fatti per evitare la domanda scomoda,quella a cui non riesci a mentire:cos'hai?
Mille sorrisi falsi perchè ormai,dopo tanta sofferenza,non ci si può permettere di avere il broncio,perché la vita è una e di soffrire ne hai abbastanza.
Si siede al tavolo,aspettando che io la raggiunga.
Lo faccio,pronto ad affrontare i suoi dolci occhioni blu,che mi emozionano più di ogni cosa al mondo.
Le sue mani,una sopra l'altra sul tavolo,sono frenetiche,e battono le dita,alternandole,sul piano in legno.
Sento i respiri,l'affanno e l'ansia che si fondono,provocando in me una sensazione di angoscia e paura.
Le osservo i capelli:non avevo mai fatto caso a quanto sia fondamentale per me accarezzarli,sfiorarle le ciocche e scendere sul collo.
I miei occhi percorrono il suo volto come un gatto fa con un punto rosso sul pavimento,e mi manca tutto di lei.
"Victoria ascolta,sa-"
Mi blocca,e non riesco ad evitare di incantarmi sulle sue labbra rosacee.
"Damiano non conviene riprendere gli stessi discorsi tutte le volte,inziare a chiedermi scusa e finire sotto le coperte.Evita di girarci intorno con paroline dolci per impietosirmi,e arriva al punto."
È diretta,mi guarda negli occhi con la sicurezza di un leone mentre osserva la sua preda,e so che non teme nulla,che mi sputerà in faccia la verità e che non rischierà di tagliarsi per riunire tutti i frammenti.
"Nun ce la faccio più Victò,sto per esplodere."
Getto le mani tra i capelli,tirandoli,e la voglia di strapparmeli e sfregarmi è fortissima.
"Cos'hai?"
Ed eccola,la domanda a cui non so mentire.
E i suoi occhi,che adesso sono il rifugio più sicuro,mi impediscono di farlo,sempre più.
Vorrei piangere,vorrei dirle che la amo e che la mia testa è un casino assurdo,vorrei che mi abbracciasse e mi dicesse che andrà tutto bene.
Vorrei avere le sue labbra sulle mie,senza spiegazioni,senza scuse.
Vorrei averla tra le mie braccia senza spiegarle il perchè,solo per necessità.
Vorrei che mi perdonasse senza chiedere nulla,perché non ho nulla da dire.
Il casino che ho in testa è inspiegabile.
"Ci sono giornate in cui ti senti perso,in cui l'unica cosa che vorresti è gettarti al letto e non alzarti più.Victò quel giorno e quelli seguenti sono stati terribili,avrei voluto morire,e tu non c'eri,perché ho sbagliato e mi sono chiuso in me stesso."
Deglutisco,ma il suo sguardo non si addolcisce,anzi,sembra che ora come ora voglia tenersi rigida,perchè le mie parole potrebbero farla sorridere.
"Non so dirti il perché,non so dirti il casino che ho in testa,non so dirti cosa mi passi per la mente,so dirti che io senza di te,sono una bottiglia,una fottuta bottiglia gettata in mare senza una meta."
Avvicino la mia mano alle sue,ma le scosta,con un gesto quasi schifato,che mi fa sentire inutile su questo mondo.
Eppure fino all'altro ieri,ci baciavamo,e le tue mani cercavano le mie sotto il piumone,o tra i sedili della macchina.
E adesso,tu che hai capito tutto,ti riprendi ciò che ti spetta,riversandomi addosso tutto ciò che hai passato per colpa mia.
"Mi dispiace Dam,ma il casino che hai in testa non posso risolverlo."
Adesso il cuore non batte,e sento un vuoto incolmabile.
"Ti chiedo scusa Victoria,perdonami."
La sua testa ruota nell'aria,rinnegando il mio cuore.
Si alza dalla sedia,con una calma inspiegabile,e mi fa cenno di andare via.
Mi alzo,le gambe tremano e una lacrima scende lenta sul mio volto.
Lei le vede,le vede le lacrime che scendono,inesperte e smarrite.
Eppure resta impassibile,come se la sofferenza non si potesse colmare con delle scuse a cuore aperto.
Non ti dimenticherò.
Nonostante tu sia cambiata,anche io sto cambiando.
Ma una cosa è rimasta la stessa:l'effetto che mi fanno i tuoi occhi.
Quello non cambia mai.
Anche se fingiamo di non conoscerci,o fingiamo che non sia successo niente,ci guardiamo di sfuggita come due estranei,e nemmeno ci salutiamo.
Ma quando ci guardiamo cambia tutto,mi crolla il mondo.
Anche se magari in quel momento ho in testa un'altra persona.
I tuoi occhi,in ogni caso,mi abbattono sempre,completamente.
E mi ci vuole qualche minuto per tornare allo stato iniziale.
Solo un ricordo.
Il più bello,il migliore,quello che continua a fare male.
E no,non ti ho dimenticata ancora.
E anche questa sera ripenserò a te,e ogni volta mi innamoro di te e ogni volta mi tortura un po'.
E no lo dimenticherò mai,non posso.
Non potrei mai.

L'ascensore si chiude,tagliando per sempre un filo che sembrava indistruttibile.

Until The End 2.   //Damiano e Victoria.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora