Capitolo 46.

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Il sole si riflette perfettamente nei suoi occhi azzurri e lucenti,tanto da lasciarmi incantato a fissare quelle iridi perfette,che completano la mia vita.
Le sue labbra sono serrate dall'inizio del viaggio,mentre il treno sfreccia sulle rotaie fregandosene di tutto.
Il suo petto si muove su e giù,a ritmo dei miei pensieri,mentre le sue dita piene di anelli saltellano sulla sua coscia.
Le cuffiette non sono all'orecchio,e il cellulare è poggiato di fianco a lei:è chiaramente preoccupata.
Glielo leggo negli occhi quando,invece di ridere e tenerci svegli,osserva il panorama in silenzio,quando invece di cogliere l'attimo con una foto o un video,lascia il telefono in disparte salvando questo momento nella sua mente.
Glielo leggo negli occhi,che non reggerà al lungo.

Improvvisamente si alza,e sento i suoi tacchi battere sul pavimento mentre si avvia verso il bagno.
Punto il mio sguardo su Thomas ed Ethan,che stanno riposando,e così la seguo,grazie alla scia del suo profumo e al cuore che,più si avvicina al suo,più batte.
Eccola lì,con le mani poggiate sul lavandino e la pancia che si muove frenetica su e giù,provando a trattenere i singhiozzi.
"Vic,cos'hai?"
"Dam esci,tu,tu devi andar-"
Mi avvicino al suo corpo,stringendole forte le mani:i suoi occhi non sono mai stati più rossi,mentre le sue labbra sono arrossate e sanguinanti.
"Che ti prende?"
Le sue mani tremano nelle mie,mentre le sue gambe smettono di reggerla,costringendola ad accasciarsi tra le mie braccia.
Il profumo dei suoi capelli mi distrae,così glieli carezzo dolcemente,prima di lasciarle un bacio sulla fronte e sorriderle,come forse non ho mai fatto.

Improvvisamente un tonfo:sembra che il treno si sia fermato,segno che siamo arrivati a destinazione.
"Tu non hai visto nulla,ok?Esci,e fammi sciacquare il viso."
"Ma perchè st-"
"Esci!"
Mi spinge bruscamente fuori,per poi chiudersi a chiave in bagno e lasciar scorrere l'acqua del lavandino.
I suoi occhi azzurri contornati da tante lacrime lucide e trasparenti,il rossore che le rende le iridi vive e tristi,e le sue mani che tremano,continuano a rimbombarmi in testa come nulla ha mai fatto,e mi accorgo solo ora di Leonardo che mi chiama,preoccupato,dal suo posto.
"Oh Damià,che è successo?"

Tu non hai visto nulla,ok?

"Niente,credevo che Vic si fosse sentita male,ma sta bene."
"C'aveva 'na faccia...tienila d'occhio."
Annuisco,prima di avvicinarmi al mio posto,e afferrare il cellulare di Victoria,rimasto dov'era.
Getto un'ultima occhiata lungo il corridoio,come se una strana mancanza stesse sferrando colpi all'impazzata contro il mio cuore:la sua figura bassina e bellissima,si muove assieme alla minigonna leopardata,mentre fa un sospiro profondo e asciuga le ultime lacrime.
Un tonfo,quando mi accorgo di star vivendo la realtà a rallentatore,con le persone che mi spingono e qualche fan che chiede delle foto.
Il cuore rimbomba così forte nel petto da permettermi di sentirlo nella testa,mentre batte e batte e batte,fino a stordirmi.
I suoi occhi non sono fatti per le lacrime,la sofferenza in un'opera d'arte è sempre straziante.
Sempre.

L'albergo sembra essere accogliente,e mi ricorda molto il luogo in cui tutto è finito trasformandosi in errori e incertezze.
Il tempo scorreva,talmente veloce da riuscire ad alternare il giorno con la notte in poche ore.
Le sue parole,le mie,le nostre si mescolavano nell'aria così tristi e arrabbiate,che ormai le mura non ne potevano più.
E solo quando i nostri cuori si sono separati,ed io ho varcato la soglia di quella porta,ho sentito le lancette dell'orologio smettere di muoversi:da lì,sarebbe iniziata la mia agonia,il mio inferno terreno.

"Tu sei convinto che io ti stia tradendo,non è così?"
Sento un improvviso dolore,che parte dalla testa,contorce lo stomaco,e finisce sui polpacci,facendomi vacillare.
L'aria è silenziosa,totalmente calma.
"Non so cosa altro pensare,Victò."
La sposto delicatamente,e mi avvio verso la porta.
Afferro il cappotto,e con la coda dell'occhio la vedo lì,ferma,che non si muove di un millimetro per venirmi incontro.
Esco dalla stanza d'albergo,in preda allo sconforto.
L'aria gelida del corridoio vuoto,mi fa tremare,così mi stringo nella stoffa beige e cerco di scaldarmi,accellerando il passo.
Sento gli occhi che bruciano,è un dolore lancinante.

Until The End 2.   //Damiano e Victoria.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora