Capitolo 17(Victoria).

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Apro gli occhi,sentendo una sorta di ronzio fastidioso.
Con ancora gli occhi leggermente socchiusi,noto il balcone,spalancato,mentre il vento non smette di sbuffare nella mia direzione,costringendomi a corpirmi con il lenzuolo,che ormai è totalmente ribaltato sul pavimento.
Mi volto verso destra,cercando la sua sagoma al mio fianco,ma non c'è.
Non ritrovarmelo vicino mi fa uno strano effetto:mi sento come una madre che non trova suo figlio,un fiore appassito senza acqua,un cucciolo abbandonato da sua madre.
Lo vedo rientrare,con il petto da fuori,il sole che gli illumina i riccioli scompigliati dal vento.
Ha il cellulare in mano,e il suo sguardo sembra perso nel vuoto.
Mi sembra triste,così mi schiarisco la voce per attirare la sua attenzione.
Apro gli occhi ancora assonnati,mentre i suoi sono vispi,e fissi sui miei.
Accenna un sorriso forzato,che presto si trasforma nella mia felicità.
La fossetta è sempre più marcata,mentre le dita si intrecciano,provando a rinchiudere la chioma indomabile in un elastico per capelli.
Gli sorrido maliziosa,permettendomi di mordermi il labbro inferiore,e già avanza nella mia direzione.
Mi muovo frenetica sotto di lui,provando a scappare dalla sua presa,ma ormai non ho più scampo.
E sinceramente,preferisco così.
Inizia a farmi il solletico,fin quando non è costretto a smettere.
L'affanno aumenta,e così si accascia di fianco a me.
La sua espressione torna seria,impassibile.
Così,questa volta,sono io a chiedergli cosa gli prende.
"Che hai Dam?"
I suoi occhi si voltano,lentamente,verso di me.
Forse non se lo aspettava,non credeva che io fossi capace di decifrare i suoi occhi.
Eppure siamo qua,io che gli chiedo di sfogarsi e lui che vorrebbe evitare.
"Niente,perchè?"
Prova ad arrampicarsi sugli specchi,cercando quello spiraglio di luce,quella fessura che lo possa far respirare,che riesca a farlo uscire da questa situazione scomoda.
Lui è uno molto orgoglioso:odia ammettere quando sta male,o quando ha torto.
Lui non chiede mai scusa,se non in casi estremi.
È troppo orgoglioso per farlo.
Eppure vorrebbe,perchè lui si pente sempre di quello che fa o dice.
È come se il suo orgoglio agisse al suo posto:una sorta di freno,che gli impedisce di dimostrare agli altri quel suo lato dolce,più tenero e tranquillo.
Ma io lo so,che non è solo quello.
Con me si trasforma:diventa un'altra persona,si lascia andare,e dai suoi occhi capisco quanto stia male;lo so che vorrebbe parlarne,anche se puo' far male.
I miei occhi lo scrutano,facendogli capire che con me,non puo' permettersi di mentire,e solo allora apre bocca.
"Mi ha chiamato una persona."
Termina lì la frase,così decido di sollecitarlo a parlare.
"Chi?"
In questo preciso momento,tra esitazione e angoscia,dei pugni fortissimi alla porta ci fanno sussultare entrambi.
Mi sembra di aver già vissuto questo momento,e con tanta nostalgia un deja vu si fa spazio nella mia mente.


Dei pugni battono sulla porta all'impazzata,accompagnati da una voce stridula.

A beating heart of stone,
You gotta be so cold,
To make it in this world.
Yeah, you're a natural

"Menomale che ieri sera hai chiuso a chiave la porta,altrimenti adesso starebbe già saltellando tra le lenzuola quel cojone."
Fa la vanitosa,per poi stamparmi un bacio sulla guancia.
"Preparate a battutine di tutti i tipi,mo che te vede uscì da sta stanza."
Ci alziamo,e io apro la porta.
Lo vedo sul divano,mentre guarda la tv canticchiando il ritornello dell'ennesima canzone.
"Jacopo,ma che cazzo te passa pe quella capoccia?"
Si gira verso di me,quando nota Victoria a qualche passo indietro,e spalanca gli occhi sorridendo.
"Oh,chi se rivede.M'avete chiuso fori ieri sera,ho dormito sur divano."
Sento Victoria trattenere una risata,contagiandomi immediatamente.
"Spero solo che nun l'avete fatto sur letto mio."
Spegne la radio,e si dirige verso il bagno.
Non gli rispondo,mi sento un po' in colpa,cosi' gliela do vinta e lo lascio sfogare.
Nel frattempo Vic si è avvicinata alla cucina,e sta preparando una spremuta.
"N'altro po' annamo su Marte,e te c'hai sto premiagrumi medievale."
'Nto sei bella,pero',mentre prepari a colazione.
La prendo per i fianchi,da dietro,e sento un brivido lungo la schiena.
Intreccio le mie mani sul suo ventre,quando lei getta le arance sul piano da lavoro della cucina,e sposta la testa verso destra.
Le lascio dei baci sul collo,mentre mi stringe le mani.


Until The End 2.   //Damiano e Victoria.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora