Capitolo XXIX - Il gioco del destino

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- E tu sei andata via? Senza salutarla? -. Normani aveva ascoltato il resoconto del breve viaggio a Miami di Lauren con occhi sgranati.

- Sì, Mani. È esattamente quello che ho detto - confermò la corvina infastidita.

- Ma ti rendi conto di quanto tu sia stata insensibile? Ineducata? Stupida? Povera Mila, sarà a pezzi -.

- Me ne rendo conto. Non c'è alcun bisogno che tu continui a ripetermelo - disse la corvina digrignando i denti. Sapeva perfettamente di aver sbagliato ma sentirselo dire a voce alta dalla sua migliore amica rendeva tutto più reale e più stupido.

- A quanto pare invece non basta dato che non le hai ancora inviato un messaggio con le tue scuse -.

- Non è da me tornare sui miei passi o scusarmi per qualcosa, dovresti saperlo -.

- È arrivato il momento di crescere, Lauren! Metti da parte l'orgoglio e sii ragionevole. Camila non si merita il trattamento che le hai riservato -.

- Grazie per i tuoi preziosi consigli - disse Lauren con una punta di tagliente ironia nella voce. - Adesso devo concentrarmi sul lavoro - aggiunse, congedando implicitamente la mora.

- Spero rifletterai su ciò che ti ho detto e capirai finalmente che incontrare quella ragazza sia stato per te un vero e proprio miracolo. Meriterebbe la beatificazione per essere riuscita a sopportati per tutto questo tempo anche se probabilmente hai appena rovinato tutto -. Normani uscì dallo studio di Lauren lasciando la corvina travolta da un vortice di pensieri e rimpianti.

Dopo il colloquio con Theresa Vernon aveva perso la testa. Aveva deciso di crogiolarsi nel suo dolore e nella sua delusione pretendendo di tagliare fuori dalla sua vita l'unica persona che fino a quel momento aveva dimostrato di poter essere la sua àncora di salvezza durante la tempesta.

Non voleva mostrarsi debole. Voleva dimostrare la sua forza e la sua indipendenza ma aveva dimenticato che non si trattava solamente di questo. Dall'altra parte una persona con sentimenti reali e tangibili stava soffrendo proprio come lei ed era lei stessa la causa di tanto dolore. Aveva fatto del male a chi inconsapevolmente le aveva donato nuova linfa vitale. Lauren aveva davvero bisogno di Camila nella sua vita.

Doveva rimediare al più presto al suo errore e l'avrebbe fatto a qualunque costo.

🌝🌝🌝

- Karla, ti andrebbe di dirci come mai Lauren è dovuta tornare urgentemente a Seattle? Avrei voluto salutarla prima che partisse e tu sei perennemente triste da quando lei è andata via - disse Sinhue per l'ennesima volta.

Da tre giorni la sua primogenita aveva perso il sorriso con il quale era arrivata a Miami. Era palese che quel cambio d'umore dipendesse dalla partenza improvvisa del suo capo redattore nonostante Camila avesse più volte negato in modo da proteggere la corvina da eventuali giudizi negativi che la sua famiglia avrebbe potuto esprimere a riguardo.

- Mamma, Lauren non c'entra nulla. Sono solamente un po' stanca. Probabilmente è colpa del fuso orario -.

- Mija, sai bene che riesco a smascherare qualunque tua bugia. Durante la tua adolescenza ho finto di credere ai tuoi improbabili mal di testa e mal di stomaco nei giorni di interrogazioni o test importanti ma adesso sei abbastanza grande per affrontare ogni genere di situazione. Avanti, qual è il problema? -. Camila sospirò. Sua madre aveva ragione; continuare a mentire sarebbe stato inutile.

La bruna avrebbe preferito non rivelare ciò che Theresa Vernon aveva comunicato a Lauren ma sapeva di potersi fidare della propria famiglia e quindi iniziò a raccontare quell'incontro nei minimi dettagli.

Destiny's Game - Il gioco del destino (Camren) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora